Il Consiglio dei Ministri, presieduto da Matteo Renzi, ha varato il decreto legge 2016 inerente il sistema bancario italiano. Lo stesso tratta dei meccanismi di rimborso per gli investitori vittime dell’azzeramento delle obbligazioni dei quattro istituti di credito messi in liquidazione sul finire dello scorso anno, ovvero: Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca delle Marche e Cassa di Risparmio di Chieti. Evidenzieremo ora i punti salienti del decreto, attraverso le parole del Presidente del Consiglio e delle associazioni dei consumatori.
Renzi: con questo decreto abbiamo salvato i correntisti
A margine del Consiglio, Matteo Renzi ha espresso la sua soddisfazione riguardo il decreto varato dal Governo, spiegandone alla platea i punti cardine: “E’ stato stabilito che l’investitore che possieda un reddito lordo inferiore a 35mila euro (od un patrimonio immobiliare al di sotto di 100mila euro con reddito superiore a 35mila euro), abbia diritto ad un rimborso forfettario automatico fino all’80% dell’investimento in obbligazioni subordinate. Rassicuriamo i cittadini sul fatto che questi ultimi non spenderanno nulla, poiché sarà il fondo bancario a pagare. Rispetto a diecimila investitori coinvolti, rimangono fuori dal decreto soltanto 158 persone, che hanno acquistato le obbligazioni sul mercato secondario online. Esse potranno ricorrere all’arbitrato, mentre i correntisti, grazie a questo importante provvedimento, sono stati salvati.”
Decreto Banche, la parola alle associazioni dei consumatori
In seguito alle parole di Renzi, non si è fatta attendere la replica delle associazioni dei consumatori; in particolar modo ad esprimere scetticismo nei riguardi del decreto è stato Carlo Rienzi, Presidente del Codacons: “I criteri fissati dal Governo nel decreto sono illogici e senza alcun senso. Ad essere stati danneggiati sono stati tutti i consumatori in egual modo, eppure gli indennizzi, pari soltanto all’80% delle obbligazioni, saranno unicamente in favore di soggetti con patrimonio immobiliare sotto i 100mila euro ed un reddito basso; in questo modo vengono inevitabilmente lasciati fuori tutti gli altri, andando a creare discriminazioni davvero inaccettabili”.
A fargli eco, inoltre, ci pensa Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Consumatori, il quale specifica che “il problema sta nell’entità del rimborso e non nel doppio binario, creato anche per allontanare possibili intromissioni di stampo europeo. Vi sono, difatti, molti truffati che superano il reddito di 35mila euro, ma che non appaiono certamente come miliardari; ciò fa sì che nessuno acquisisca il 100% di quanto perso, indipendentemente dal reddito. Nota di merito, tuttavia, va data alla scelta di non predeterminare l’entità del fondo.”
Un’ulteriore critica, a tal riguardo, è stata espressa da Adusbef (Associazione difesa consumatori ed utenti bancari, finanziari ed assicurativi), secondo cui il decreto varato dal Governo è “beffardo, penalizzante e dunque inaccettabile”, per cui non è escluso il ricorso a metodi di carattere giudiziario, in tutela dei cittadini truffati dallo Stato e da Bankitalia.