Il Decreto Banche 2016 approda in Senato per il suo esame: la Commissione Finanze, in vista della chiusura di Palazzo Madama per i ballottaggi, con una lunga seduta notturna ha completato le votazioni sugli emendamenti; il testo probabilmente passerà con il voto di fiducia, ma vediamo quali sono le sue novità più importanti, tra cui l’ampliamento della platea degli obbligazionisti delle quattro banche in default che otterranno i rimborsi.
Si amplia la platea degli obbligazionisti delle banche in default che hanno diritto ai rimborsi
Solo ieri il Governo aveva mostrato segni di apertura su due emendamenti (approvati poi dalla Commissione Finanze) il cui effetto sarà, come detto, una cauta estensione della platea degli obbligazionisti di Banca Etruria, Banca delle Marche, Carichieti e Carife con un tetto massimo stabilito all’80% dell’investimento. Ma ad una condizione: il risparmiatore deve avere un patrimonio mobiliare che non superi i 100.000 euro o un reddito personale lordo che non vada oltre i 35.000 euro.
Il sottosegretario del Ministero dell’Economia, Pierpaolo Baretta, ha spiegato che il primo intervento è in merito all’interpretazione del criterio del reddito, che va inteso come reddito complessivo. In altre parole, stando alle parole di Cecilia Guerra, prima firmataria dell’emendamento, si definisce in tal modo la somma di tutti i redditi che, ante imposte, rientrano nella dichiarazione Irpef. L’obiettivo della proposta di modifica (poi approvata) è quello di dare una maggiore certezza interpretativa: il reddito complessivo va a distinguersi dal reddito lordo, che invece è composto dalla somma di tutti i redditi, compresi quelli che non rientrano nell’Irpef (ad esempio il Tfr, i redditi finanziari o gli arretrati sugli stipendi). Questa definizione risulta essere più conveniente per il contribuente (l’88,7% degli italiani che presentano la dichiarazione dei redditi ha un reddito complessivo inferiore ai 35.000 euro).
I requisiti per accedere all’indennizzo
Il secondo emendamento invece sposta l’anno di riferimento dal 2015 al 2014. Questo provvedimento potrà ulteriormente allargare la platea di coloro che potranno avere accesso automatico agli indennizzi. Baretta ha chiarito anche che i criteri di accesso, ovvero il limite di 35.000 euro di reddito complessivo e i 100.00 euro di patrimonio, sono indipendenti tra loro: questo vuol dire che basta soddisfare uno dei due requisiti per avere diritto al rimborso automatico dell’80%. Un’ulteriore novità è rappresentata dal più tempo dato per l’istanza di erogazione: si passa da quattro a sei mesi da quando entra in vigore la legge di conversione. In più nell’istanza non sarà necessario presentare una copia della richiesta di pagamento del credito relativo alle obbligazioni subordinate presentata alla banca in liquidazione.
Le altre novità sul testo del Decreto Banche 2016: patto marciano e Dta
Le ultime modifiche al testo del Decreto Banche riguardano invece il patto marciano: è stato approvato un emendamento secondo il quale un imprenditore che ha già rimborsato l’85% del finanziamento che ha ricevuto potrà avere tre mesi di tempo in più per rimediare ad un eventuale inadempimento. In pratica l’inadempimento non scatta dopo 9 mesi dal mancato pagamento di tre rate (non necessariamente consecutive), ma dopo 12 mesi. È stata invece contestata la mancata estinzione del debito residuo nel caso in cui la perizia sul bene determini un valore inferiore all’importo del debito. Il canone per il primo esercizio del nuovo Deferref Tax Asset (Dta, imposte differite attive) verrà spostato al 31 luglio.