Il decreto fallimenti, che include la norma salva Ilva e prevede maggiori garanzie ai creditori e incentivi per i negoziati, supera il voto in prima lettura alla Camera e passa al Senato. Il provvedimento, dopo che il Governo ha incassato la sua fiducia numero 41, ha raccolto 263 voti favorevoli (tra cui anche quelli dei rappresentanti di Forza Italia) e 112 contrari; 12 gli astenuti.
Le novità del decreto fallimenti in materia di crisi d’impresa
Sono tante le novità che saranno introdotte con l’approvazione del decreto fallimenti, che può essere definito come una mini riforma in materia delle crisi d’impresa. Tra le misure previste ci sono l’accesso al credito facilitato per il risanamento delle imprese in difficoltà, le norme per rendere migliore la concorrenza nel concordato preventivo e i nuovi criteri per gli accordi per la ristrutturazione del debito, sottoscrivibili se accettati da almeno il 75% dei creditori finanziari che rappresentano come minimo il 50% dell’indebitamento complessivo.
Più garanzie per i creditori
Per quanto riguarda le piccole e medie imprese, il decreto fallimenti prevede che almeno il 20% dei creditori chirografari venga soddisfatto nei piani di concordato preventivo e viene cancellato il silenzio assenso nel conteggio delle maggioranze necessarie per approvare i piani di concordato. Si tratterebbe di cambiamenti per cercare di dare equilibrio ad una legislazione che attualmente tutela oltremodo le imprese in crisi, danneggiando a volte le altre aziende con cui intrattengono rapporti commerciali.
Incentivi per i negoziati e la norma salva Ilva
Nel decreto fallimenti ci sono anche alcune novità per l’organizzazione giudiziaria e i crediti di imposta (fino ad un massimo di 250 euro) per favorire il successo di arbitrati e negoziati; questa misura viene introdotta in via sperimentale e durerà fino all’esaurimento del budget di 5 milioni. Per renderne più veloce l’entrata in vigore, nel decreto è stata inserita la cosiddetta norma salva Ilva: in caso di sequestro dei beni di un’impresa disposto dalla magistratura, l’attività dell’azienda non può comunque essere impedita.