Le difficoltà tecniche sorte per portare a termine il progetto e il cambio di direzione del Governo (taglio della tassa sulla prima casa e rinvio della riforma del catasto) fanno sì che la Local Tax, cioè l’imposta unica che avrebbe dovuto sostituire e inglobare Tasi, Imu e tutti gli altri tributi comunali, dovrà essere completamente rivista e rimodellata diversamente rispetto ai piani iniziali.
A breve le prime proposte per riformulare la Local Tax
Nei prossimi giorni, ancora in piena pausa estiva, i tecnici guidati da Pierpaolo Baretta (sottosegretario all’Economia) e Luigi Marattin (consigliere economico del Presidente del Consiglio) passeranno a Matteo Renzi le loro prime proposte. La Local Tax ingloberà l’Imu e quella parte di Tasi che sopravviverà all’abolizione delle tasse sulla prima casa; ci sarà una semplificazione della disciplina, ma non sarà più un tributo unico.
La Local Tax infatti sarà affiancata da un altro canone che accorperà tutta una serie di imposte comunali minori come Cosap, Cimp e Tosap, ovvero le tasse sull’occupazione dell’area pubblica e sulle pubblicità e le affissioni. E rimarrà separata dalla Local Tax anche la Tari, visto che la differente natura di imposta e tariffa non le rende compatibili.
Salta lo scambio tra Tassa sulla prima casa e Imu sui fabbricati?
Anche l’idea di scambiare le addizionali Irpef (attualmente riscosse dai Comuni) e l’Imu sui fabbricati produttivi (incassata dallo Stato) vede diminuire le sue possibilità di concretizzarsi. Con l’eliminazione della tassa sulla prima casa i residenti non finanzierebbero in alcun modo il Comune in cui abitano, visto che l’addizionale andrebbe nelle casse dello Stato.
Sarebbe una cosa completamente contraria al tanto chiacchierato federalismo fiscale e non molto gradita ai sindaci, che già dovranno vedersela con il mancato introito della Tasi sulla prima casa: si parla di 3,2 miliardi di euro che comunque lo Stato dovrebbe compensare con trasferimenti o con il gettito di altre imposte, come l’Imu sui capannoni che però porterebbe un gettito di “soli” due miliardi.
La riforma del catasto e la trasparenza della Local Tax
La Local Tax poi avrebbe dovuto fare il suo cammino insieme alla riforma del catasto sulla quale per il momento non sono state prese decisioni definitive, anche per il timore che possa essere percepito da molti contribuenti come un aumento nascosto delle tasse. La nuova imposta comunale unica, anche se completamente rivisitata, continuerà a rappresentare un passo in avanti importante, almeno sul piano della trasparenza.
Dovrebbe infatti dare un taglio a quella miriade di aliquote e detrazioni (si va oltre le centomila) e, grazie ai bollettini precompilati direttamente dal Comune e alle maggiori informazioni che i sindaci saranno obbligati a fornire, dovrebbe rendere più semplice il pagamento. In più i contribuenti potranno controllare su internet come gli verranno chiesti i soldi e come questi verranno utilizzati.