A fronte dei grandi cambiamenti che abbiamo visto negli ultimi dieci giorni circa, prendiamo in esame la questione relativa all’assegno di disoccupazione Naspi, contributo di diversa entità che va a sostituire in via definitiva il precedente sussidio di mobilità. Scopriamo allora le ultime novità in proposito, quali sono i requisiti della domanda per l’indennità, a chi si rivolge e quant’altro concerne la nuova Naspi e i nuovi ammortizzatori sociali per il ricollocamento.
Le novità di metà dicembre 2016 sulla disoccupazione
La costituzione del nuovo Governo Gentiloni sta occupando tutti i posti principali delle notizie mediatiche, oscurando via via tematiche che possono invero interessare meglio parecchi italiani. Esatto, stiamo sottintendendo all’oggetto dell’articolo, la questione tanto combattuta sui sussidi per la disoccupazione. Dunque, nel presente paragrafo, rassegniamo in breve i principali cambiamenti in merito.
In primis, l’argomento che presta il titolo allo scritto. La Naspi, acronimo di Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego, va a sostituire, come annunciato, l’assegno di mobilità, quell’ammortizzatore sociale destinato alle imprese con più di 15 lavoratori al servizio, di cui parleremo meglio in basso.
Fra le altre novità che entreranno in ogni caso in funzione dal 2017, compaiono i due nuovi ammortizzatori sociali di cui spesso si è parlato in passato: la Carta Sia e il sussidio di ricollocazione. Andando per ordine, la Carta Sia è un assegno direzionato al supporto e alla inclusione lavorativa o alla formazione dei disoccupati membri di famiglie che vertono in condizioni difficoltose assegnatari di sussidi ulteriori.
Per quanto riguarda l’assegno di ricollocazione, i requisiti per beneficiarne sono similari alla Carta Sia. La differenza principale sta nell’essere destinato ai beneficiari della Naspi, e nel consistere in un voucher d’importo massimo pari a 5 mila euro volto al finanziamento per i centri di ricollocamento. Saranno atti all’assegnazione della ricollocazione coloro i quali avranno percepito la Naspi per un periodo superiore ai 4 mesi, senza essere riusciti ancora a trovare un lavoro.
Informazioni, requisiti e domande per l’assegno di disoccupazione Naspi
Subentrato all’assegno di mobilità, la Naspi deriva da un punto del decreto attutivo n.22/2015 meglio noto come Jobs Act. A differenza del precedente, il detto sussidio che entrerà in vigore dal prossimo 2017, fornirà l’entità dell’erogazione: prima pari all’80% dell’importo imponibile, ora pari al 75%, e in ogni caso non superiore ai 1.300 euro mensili. Un altro cambiamento risiede nella durata del sussidio, precedentemente variabile dai 12 ai 48 mesi, ora di un massimo di 24 mesi.
Per chiarire meglio cosa dovranno aspettarsi i beneficiari può risultare utile menzionare un semplice esempio. Qualora l’assegnatario percepiva un importo pari o inferiore a 1.300 euro (cifra da calcolare tenendo conto della media degli ultimi quattro anni di lavoro) la Naspi corrisponderà del 75% all’importo indicato. Nel caso in cui la media sarà superiore al detto ammontare, il sistema risulterà del 75% della cifra limite a cui si aggiunge il 25% dell’importo restante.
L’assegno, che col passare del quarto mese verrà ridotto gradualmente, sarà rivolto agli individui che subiscono un licenziamento generale da imprese e società con 15 dipendenti o più. Il disoccupato, al momento dell’allontanamento dovrà sottoporre all’Inps i documenti accertanti l’effettuato versamento delle tasse per almeno 13 settimane lavorative e 30 giornate effettive di lavoro distribuite entro i precedenti 4 anni.
Osservati tali requisiti sarà a tutti possibile inviare la domanda per l’assegno di disoccupazione Naspi all’Inps. Per richiedere i sussidi, il disoccupato dovrà recarsi presso il sito web ufficiale dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (www.inps.it) e scaricare dalla pagina predisposta all’argomento i rispettivi moduli da compilare. Dopodiché, occorrerà soltanto corrispondere tramite la medesima sede web, la domanda compilata e attendere risposta.