Arriva al cinema Doctor Strange, il film con il nuovo supereroe Marvel interpretato da Benedict Cumberbatch. Vi forniremo trama, recensione e commento.
Stephen Strange è un rinomato neurochirurgo all’apice del successo e carriera. Arrogante e sbruffone, in seguito a un grave incidente, avrà malauguratamente danneggiato l’uso delle sue mani. Dopo aver provato i più disparati tentativi, volerà a Kamartaj alla ricerca di una soluzione per tornare alla sua vecchia vita, o pronto nel cominciarne una nuova?
Seguendo la semestrale periodicità di casa Marvel, siamo ad ottobre ed è tempo di un nuovo film da mostrare al pubblico: è l’ora del “Doctor Strange”. Atteso da tempo, arriva nelle sale nel weekend del ponte del 31 ottobre e si preannuncia vincitore del periodo pre-natalizio, in termini di Box Office.
Recensione del nuovo film Marvel “Doctor Strange”
Un film completo, che vede non solo nel protagonista, tanti punti di forza. Vedendo il trailer o conoscendo anche un minimo la trama, possiamo partire ad analizzare il film da un aspetto grafico: la collaborazione tra scenografo e assistente agli effetti visivi. Se il coinvolgimento all’interno della pellicola sarà tale, il merito è dei due uomini (citati in rappresentanza dell’enorme squadra di collaboratori di cui si fanno seguito). In questo film l’architettura verrà rivoluzionata, partendo proprio dalle immagini spettacolari viste in “Inception”, la scena viene vissuta dallo spettatore in maniera costante, facendo muovere l’azione e gli attori tra i palazzi e lungo le strade che continuamente cambiano forma.
Prevalentemente il cambiamento architettonico avverrà assimilando lo spostamento a quello di un ventaglio, proprio come l’oggetto che vediamo nelle mani dell’Antico, interpretato da Tilda Swilton. Chiaramente questo lavoro così sublime viene esaltato dalla forza del 3D, mai così necessario come questa volta per ammirare tali scene. Un altro momento, che ritroviamo anche in “Thor” e “Guardiani della Galassia”, si concentra sul posizionamento dell’elemento centrale della storia in una sala circolare, appoggiato su un tavolo, posizionato al centro della stanza. Casualmente lo stesso scenografo dei film menzionati è colui che ha preso parte anche in questo.
Spostando il nostro punto di vista su chi del film ne è protagonista, si nota facilmente la maturità di Benedict nel non trasmettere allo spettatore, il peso del ruolo di nuovo personaggio da introdurre nel mondo Marvel ma soprattutto una presenza così centrale. Il dottore, dal carattere particolare e da un amore per la musica simile a quello di Will Smith in “Zona d’ombra”, sin dalle prime sequenze viene descritto quasi in maniera analoga a Iron Man: per carattere, posizione sociale, debolezza narrativa da parte della protagonista femminile, ironia. Fortunatamente come sviluppo del personaggio e morale finale si discosta dal personaggio di Tony Stark. La relazione e il suo sviluppo, del rapporto tra l’Antico e Strange, sino a una definitiva maturità del supereroe, nascono da un necessario e evidente bisogno di inserire un evidente messaggio finale. L’umiltà.
Se nei precedenti film è un dettaglio passato inosservato, in questo verrà molto sottolineato ed è la necessaria chiave di volta per il protagonista. Partendo dal percorso di Stephen il cui incidente lo porterà ad avere una paresi alle mani, quelle che lo hanno reso famoso, il tutto contro bilanciato dal fatto che l’Antico propone curare le persone partendo dalla mente e l’arroganza del dottore ne offusca il tutto.
“Dimentica quello che credi di sapere” e fatti trasportare dal Dottor Strange in questo nuovo film dell’universo Marvel.