Covid-19 peggio di un killer
Ragazzi siamo solo a poco più di un mese dalla comparsa in Italia di questo maledetto Coronavirus e già siamo praticamente in mutande. La statistica ci racconta che ufficialmente dall’inizio dell’epidemia in Italia sono morti ben 14.681 italiani: dodici per cento del totale, ma il sospetto è che siano molti di più. Pensate che dal 18 di marzo ogni giorno i nuovi positivi sono stati sempre più di 4000 con punte di ben oltre 6000 casi. Sono passati venti giorni da quando orgogliosamente ci affacciavamo dai balconi per cantare l’inno d’Italia e non sembra cambiato nulla, sembrava che calasse e invece nulla, siamo sempre lì sulla sella o come diavolo la chiamano gli statistici. Covid-19 è vivo e vegeto e questo nonostante le giustissime misure di contenimento prese dal nostro governo, figuriamoci quindi quello che sarebbe successo in termini di mortalità senza questo prezioso contenimento; vi ricordo che il Professor Walter Ricciardi (OMS) aveva ipotizzato a fine febbraio un 5% di mortalità, che senza misure di protezione nella peggiore delle ipotesi porterebbe a contare circa un milione di morti.
Tanti nuovi poveri
L’avevamo detto e purtroppo si è realizzato, il Coronavirus sta impoverendo tante nuove fasce di popolazione, sto parlando di buona parte del cento medio, di impiegati, commessi, baristi, ristoratori, parrucchieri, barbieri, padroncini, ecc. Di persone che fino a poco tempo fa vivevano onestamente del proprio lavoro e che non avrebbero mai lontanamente immaginato di potersi trovare nelle condizioni di quelle persone che fino a ieri essi stessi aiutavano; di quei poveri di cui purtroppo l’Italia era già piena. Ebbene, il rischio è che avendo perso il proprio lavoro e consumati risparmi di famiglia, queste persone rischiano di trovarsi nelle stesse condizioni di chi povero lo era già e che comunque da luglio 2019 poteva contare (per la prima volta in Italia) sul reddito di cittadinanza.
Soluzioni “all’italiana”
Confermato il reddito di cittadinanza, il governo per contrastare la grave situazione che si prospetta all’orizzonte ha varato e sta varando una serie di provvedimenti per il contrasto alla povertà, si va dal reddito di emergenza, al bonus mensile di 600 euro per i lavoratori autonomi che qualcuno vorrebbe aumentare a 800 euro e che l’opposizione vorrebbe portare a 1000 euro, al bonus baby sitter, ai buoni spesa, alla cassa integrazione. Come dimenticare poi che molti comuni e regioni elargiscono gli assegni sociali, integrazioni al reddito, contributi per l’affitto delle case, bonus mensa, bonus trasporti, ecc. Insomma, giungla amministrativa all’italiana, un incontrollato e incontrollabile moltiplicatore sociale dove furbescamente qualcuno prende tutto: reddito di cittadinanza, reddito di emergenza, assegno sociale, buoni spesa, affitto, ecc. e qualcun altro (o perché troppo onesto, o poco avvezzo all’arrangiamento sociale) non prende nulla. Dobbiamo cambiare strada, serve un unico ente sociale che eroghi una volta per tutte denaro a chi ne ha veramente bisogno.
Unico ente sociale
E’ ora che in Italia la spesa sociale sia gestita in modo ordinato ed efficiente da un unico ente nazionale finanziato dallo stato. Tale ente organizzato su base territoriale con potere di controllo anagrafico patrimoniale (vedi modello INPS) dovrebbe essere l’unico ente a cui tutti i cittadini, in futuro, si dovrebbero rivolgere per ogni prestazione sociale: reddito di cittadinanza e bonus vari. Questa soluzione permetterebbe di elargire in tempi rapidi i contributi sociali esclusivamente a chi ha effettivamente bisogno, sgravando al contempo l’INPS di cose non sue.
Caramelle
Questa settimana le caramelle vanno a tutti i trasportatori che con il loro lavoro fanno in modo che i sui bancali dei supermercati non manchi mai nulla.