Dopo l’Italia, anche il parlamento britannico si scaglia contro i foreign fighters, cittadini con passaporti europei che mirano ad arruolarsi con le milizie dello Stato Islamico. La nuova normativa prevede la possibilità di trattenere i passaporti dei passeggeri sospettati che tentano di imbarcarsi su voli di linea e di multare le compagnie aeree, fino al completo ritiro della licenza relativa allo spazio aereo della Gran Bretagna, che non si rendano disponibili a fornire tutte le informazioni richieste dalle autorità. L’obiettivo è quello di impedire alle compagnie aeree di trasportare passeggeri, anche minorenni, sospettati di avere a che fare con possibili attività terroristiche o semplicemente diretti in Siria, Iraq, o altri paesi a rischio. Se il testo della nuova legge verrà approvato integralmente, le compagnie aeree saranno costrette a richiedere specifici permessi per i passeggeri “sorvegliati”.
Questo giro di vite arriverebbe in seguito alla partenza, nei giorni scorsi, delle tre adolescenti britanniche verso Istanbul, con l’obiettivo di arrivare in Siria, nonostante i loro nominativi fossero ampiamente segnalati e diffusi negli aeroporti. Inoltre, secondo le ultime stime del governo, sarebbero almeno 22 le famiglie che avrebbero denunciato la scomparsa di ragazze probabilmente dirette al fronte siriano e, secondo il Sunday Telegraph, dei 700 foreign fighters segnalati dalle autorità , 320 avrebbero già fatto ritorno nel Regno Unito.
Anche l’Italia sta fronteggiando il fenomeno dei foreign fighters con un nuovo pacchetto anti-terrorismo contenuto nel decreto legge riguardante anche le nuove misure sulle missioni internazionali, probabilmente in previsione di un futuro intervento sul suol libico. Il governo italiano conoscerebbe infatti l’identità di almeno 53 foreign fighters che avrebbero attraversato o sostato sul territorio nazionale e l’intenzione sarebbe appunto quella di colpire non solo chi addestra i terroristi ma anche chi si auto addestra, chi organizza viaggi e spostamenti di persone votate alla causa, e chi istiga al terrorismo sopratutto attraverso il web. Misure di sicurezza ritenute necessarie dopo le minacce o pseudo tali arrivate dalle coste della Libia direttamente a Roma.