Forever Young, recensione e trama del nuovo film di Fausto Brizzi con Sabrina Ferilli, Lillo e Teo Teocoli

Pubblicato il 10 Mar 2016 - 2:17pm di Francesco Salvetti

Dopo le ultime esperienze da scrittore, Fausto Brizzi torna dietro la macchina da presa con Forever Young per ironizzare sul delicato tema dei “finti giovani”. Il film, da oggi al cinema, è costituito da quattro storie di ex giovani continuamente incrociate tra loro. Giorgio (Fabrizio Bentivoglio) convive con la giovane ventenne Marika e la tradisce con una sua coetanea Stefania (Lorenza Indovina). Diego Dj (Lillo) lavora nella stessa radio di Giorgio e verrà gentilmente messo da parte per il giovane Youtuber Nick perché “ha più di due milioni di like”. L’avvocato Franco (Teo Teocoli), stimato principe del foro, è uno sportivo a tutti gli effetti nonostante l’età avanzata, la sua vita cambierà quando sua figlia Marta (Claudia Zanella) e il compagno Lorenzo (Stefano Fresi) diventeranno genitori e lui inevitabilmente nonno.

Angela (Sabrina Ferilli) e Sonia (Luisa Ranieri) sono due amiche e grandi confidenti. Ad Angela manca molto il marito e seguirà il consiglio della sua amica nello scegliere un giovane ventenne. E se per sbaglio quel ragazzo fosse proprio il figlio di Sonia?

Per sempre giovane, io voglio essere per sempre giovane, vuoi veramente vivere per sempre?
Chissà se la domanda posta dagli Alphaville nella loro storica traccia se la son chiesta anche tutti quei cinquantenni che puntualmente fanno i selfie con lo smartphone, piegano i pantaloni come se gli si fosse allagata casa, nel linguaggio comune usano slang inglesi inappropriati ma soprattutto esagerati. Beh, probabilmente no. Non è fantasia ma realtà, attorno a noi si nascondono migliaia di persone che si comportano in questo modo. Fausto Brizzi, assieme al suo gruppo di sceneggiatori, li ha studiati e raccolti nel suo nuovo lungometraggio: “Forever Young”.

Recensione del film Forever Young

Il 10 marzo arriva nelle sale questa nuova commedia. Dopo “Indovina chi viene a Natale” del 2013 e una parentesi positiva da scrittore con tre libri di successo, tra cui il più recente Ho sposato una vegana uscito nelle librerie un mese fa, Fausto Brizzi torna all’opera da regista. Proprio questo successo letterario, affiancato ad un periodo buio nel cinema con film divertenti ma profondamente lontani dal regista romano, quasi realizzati per scopi commerciali piuttosto che nati da esigenze personali, ha portato Fausto a fermarsi e riflettere, per riprendere la sua speciale vena critico-comica.

Così Fausto ha contattato i suoi amici ma soprattutto colleghi Marco Martani ed Edoardo Falcone (fresco vincitore del David di Donatello come miglior regista esordiente per “Se dio vuole”) ed è tornato a scavare dentro se stesso, guardandosi attorno, a cercare quella parte di lui che lo legava ai suoi film. Così, dopo tre anni di riflessioni e di lavoro arriva una nuova commedia sui finti giovani, categoria alla quale, peraltro, dichiara lui stesso di appartenere.

La “non accettazione” è uno dei motori cardini della commedia, crea contrasto, continue battute tra due mondi. Questi personaggi si comportano in un modo così fuori tempo perché dettati da un forte senso di malinconia che Brizzi ha saputo esprimere in tutto l’arco del film soprattutto nell’episodio con al centro Fabrizio Bentivoglio. Storie ben intrecciate e un montaggio unito ad una locandina diretta che esprime solo il concetto, senza mostrarne i volti: fattori che non si vedevano dai tempi di “Ex”.

La prima storia vede protagonista Diego Dj, Lillo Petrolo, che in questo film si divide per la quarta volta dal suo socio Greg, interpretando un dj vecchio stile che conduce una trasmissione radiofonica. Il personaggio di Diego Dj è centrale in tutto film perché sarà il collante delle varie storie ed è l’elemento su cui il regista ha attribuito maggiore autocritica. A sostegno di questa tesi è curioso come in questa storia Lillo abbia come scenografia casalinga lo studio di proprietà di Fausto Brizzi, difatti la sequenza iniziale del film, quella del risveglio di Lillo, lo mostra camminare proprio nel salone dove Fausto ci ha ospitati per la presentazione dei suoi ultimi libri. Scaffali pieni di fumetti e libri, il grande tavolo centrale, ma soprattutto tanti colori: una delle tante caratteristiche dei film del regista capitolino.

Il capo di Lillo è Giorgio, interpretato da Fabrizio Bentivoglio, ammirato già nel film Gli ultimi saranno ultimi in un ruolo drammatico. Fabrizio dimostra ancora una volta quanto ami questo mestiere calandosi nel comico e rendendo credibile anche questo particolare ruolo. Nell’interpretare un donnaiuolo, Fabrizio inevitabilmente cambia registro recitativo e al personaggio di Giorgio offre una caratteristica che lo rende singolare. Se in “Tutto tutto niente niente” giocava a scontrare gli anelli del dito medio e indice, se nel precedente film di Bruno socchiudeva spesso gli occhi, in questo fa parecchi sorrisi beffardi ad esaltarne la furbizia del personaggio. Lorenza Indovina, già compagna di cast in “Benvenuti a tavola” sul piccolo schermo, conferma il feeling con Bentivoglio, nella parte di un’inconsapevole amante. Pilar Fogliatti, nel ruolo di Marika (amante ventenne di Giorgio), esordiente nel mondo del cinema, tra i giovani del cast è l’unica che riesce a tenere la scena senza esser sovrastata dalla grande quota del cast maturo e molto esperto.

L’avvocato Franco è Teo Teocoli, che tra i clienti ha proprio Diego Dj. Nella storia di Teocoli c’è un contrasto perfetto, quello con Stefano Fresi. Delle grandi capacità di entrambi sappiamo già tutto, non avremmo però mai immaginato che i due potessero stare così bene insieme. Equilibrati e funzionali uno con l’altro, si passano le battute come una coppia comica che da anni lavora insieme. In questo episodio c’è anche la moglie del regista Claudia Zanella, omaggiata in quasi tutte le scene da inquadrature che ne esaltano gli occhi, funziona anche lei come supporto alla coppia comica, riequilibrando i siparietti dei due.

L’ex moglie di Lillo è Sonia, interpretata da Luisa Ranieri. Consorte reale di Luca Zingaretti è prima di tutto una grande attrice sanguigna che pone al centro voce ed energia, quando divide la scena con Sabrina Ferilli creando un buon mix, rotto purtroppo dal personaggio dell’amante della Ferilli Luca (Emanuel Caserio), poco credibile perché troppo bello e poco innocente.

Come in ogni film di Brizzi ci sono alcuni elementi che ritornano continuamente, come la “canzone di spessore“. Per Forever Young è toccato a Nina Zilli, chiamata a reinterpretare la famosa hit degli Alphaville, esprimendo nella sua reinterpretazione un senso leggero di drammaticità e malinconia. Posto a tre quarti del film e accompagnato dal solito sapiente montaggio che sa cogliere le sensazioni dello spettatore, emozionandolo. Altro elemento: le “grandi comparsate“. Oltre alla breve parentesi con gli Zero Assoluto ospiti di Diego Dj ad inizio film, il direttore di Radio Amen è il geniale Nino Frassica, un mito vivente della comicità.

Finalmente un ritorno in grande stile di Fausto Brizzi. Lo abbiamo atteso, gli abbiamo voluto bene e con questo film è tornato quel regista che fa i film col cuore, li sente suoi e li fa diventare nostri.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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