Giacomo Gianniotti, intervista a Roma: “Un giorno mi piacerebbe fare il cattivo”

Pubblicato il 2 Set 2018 - 10:10am di Francesco Salvetti

In occasione di una sua visita a Roma, abbiamo incontrato la star Italo Canadese di “Grey’s Anatomy” Giacomo Gianniotti. Ecco cosa ci ha raccontato.

Uno sguardo magnetico, un sorriso sincero e un fisico da Clark Kent, questo è Giacomo Gianniotti, che insieme a Stefania Spampinato e Alberto Frezza è uno dei tanti esponenti dell’italianità nel mondo della serialità statunitense. Oggi tutti lo conoscono per il ruolo di Andrew De Luca, in Grey’s Anatomy che dal 2015 gli sta regalando enormi soddisfazioni in tutto il mondo, ma in realtà il suo viaggio parte da lontano, da Roma, città in cui è nato e dove lo abbiamo incontrato in occasione di un suo ritorno a casa. Ecco cosa ci ha raccontato.

Com’è stato il tuo primo approccio a una serie tv così importante come Grey’s Anatomy? Hai qualche aneddoto da raccontare?

Nonostante il cast sia affiatato già da tempo, mi sono inserito sin da subito bene, mi hanno fatto sentire a mio agio. Non posso nascondere però la difficoltà nell’uso di una corretta terminologia. Ci sono tanti termini da dire in maniera molto rapida e in quel caso, soprattutto agli inizi, sbagliare capita a tutti.
Come aneddoti ne avrei tanti, certamente però, uno che agli inizi mi ha subito stupito è legato a James Pickens. Nella fase di preparazione, prima di andare sul set, si effettuano delle letture con tutto il cast che deve girare la puntata o la scena in questione, il mio primo giorno di set James si è alzato e mi ha dato il benvenuto facendomi sentire a mio agio sin da subito.

Fai parte di un medicaldramma dal grande successo in tutto il mondo, secondo te cos’è che piace?

Shonda sin dalle prime puntate ha creato dei personaggi scritti in modo eccezionale, era la prima volta che in una serie c’erano dei bei personaggi femminili così centrali e rappresentativi. Per tante donne magari è stato molto importante perché ha dato coraggio nel fare una certa cosa o meno.
Un altro fatto che può essere interessante è la scelta delle tematiche trattate, sempre attuali che si inseriscono nel dibattito culturale che sta avvenendo in quel determinato periodo.

Si è mai visto doppiato o ha mai chiesto di doppiarsi?

Ho chiesto più volte di doppiarmi, ma ci sono delle problematiche burocratiche che mi hanno impedito ciò. Ho sentito una puntata dove ero particolarmente curioso di come mi avessero doppiato: quando parlo con mia sorella Carina De Luca, interpretata da Stefania Spampinato. Quando sul set ci hanno detto che avremo recitato nella nostra lingua, subito dopo aver girato in inglese un attimo prima, siamo impazziti di gioia. Così una volta realizzata ci è venuta la curiosità di come avrebbero fatto la versione italiana di un qualcosa che era già italiano. Quando abbiamo scoperto che alla fine ci hanno fatto in dialetto Siciliano ci siamo messi a ridere entrambi.

In Italia abbiamo sentito prevalentemente gli scandali che ci sono stati, ma in realtà secondo te il mercato americano è meritocratico?

E’ la stessa storia in tutto il mondo. A 18 anni sono tornato per 2 anni in Italia. Di sera facevo il barman a Campo Dei Fiori e di giorno provini. Alla fine dopo tanto peregrinare mi ero stufato e ho preso il biglietto di ritorno per il Canada e ovviamente mi hanno contattato per una piccola parte nella serie “Medicina Generale” (ndr andata in onda su Rai uno). Sul set il nepotismo c’era all’epoca, c’è sempre stato e ci sarà sempre, nonostante sia comunque vero il mito Americano dove più lavori e più sei premiato.

Chi sei tu per l’industria? Che tipo di ruoli ti arrivano?

In realtà quella che chiami “industria” non vede in me un viso da italiano, i casting director non mi chiamano per quel tipo di ruoli, infatti il mio agente voleva cambiassi nome ma in realtà ci tenevo al mantenimento del mio e ho lottato per tenerlo stretto. Mi piacerebbe tantissimo tornare in italia ma purtroppo Grey’sAnatomy mi lega a Los Angeles. Mi arrivano maggiormente ruoli da “leading men” e da bravo ragazzo, ma in realtà mi piacerebbe fare il cattivissimo, il pazzo.

Il futuro cosa ti riserva? 

Mi piacerebbe tornare in teatro, la sento casa mia, in italiano o in inglese per me non fa differenza. Però non posso nascondere di sentirne la mancanza per il grande schermo. Sono un grande fan del cinema italiano. In tutto il mondo dopo l’Oscar del film di Sorrentino (“La Grande Bellezza”), sono tornati a puntare su di noi. Il mondo ci guarda, oltre a Sorrentino, ci sono anche Guadagnino e Sollima, solo per citarne alcuni. Dobbiamo continuare a produrre prodotti di qualità come questi.

Ha chiuso il suo incontro con un suo sorriso dandoci appuntamento alla prossima stagione di Grey’s Anatomy che sarà in chiaro su La 7.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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