Recensione e foto del concerto di Gianna Nannini tenutosi venerdì 22 luglio all’Auditorium di Roma per la rassegna Luglio Suona Bene 2016.
Gianna Nannini in concerto all’Auditorium di Roma, in scaletta cover e successi senza tempo
Ieri sera, venerdì 22 luglio, l’inconfondibile voce di Gianna Nannini ha scaldato l’anima di un numero di persone tale da rendere sold out l’Auditorium di Roma. Non che ci fosse davvero il bisogno di aumentare la temperatura percepita all’interno della Cavea, considerata la calda notte di mezza estate che la città eterna ha donato ai numerosi presenti nella struttura architettata da Renzo Piano. Eppure l’aria si fa ancor più incandescente quando sul palco sale lei, Gianna Nannini, 62 anni compiuti lo scorso mese di giugno, satura di un’eterna giovinezza da far invidia alle ultime due o tre generazioni. La musica si impossessa di lei da sempre e, attraverso lei, chiunque si trovi in ascolto viene travolto da un turbinio di emozioni, dal sentimentalismo che scava dentro sé di Sei nell’anima fino al sensualismo di Profumo e America. Trasuda carica sessuale Gianna Nannini, e lo sa, e sapendolo si prende bonariamente gioco delle decine e decine di ragazze pronte ad urlarle qualsiasi dichiarazione d’amore durante il suo concerto. Quando la rocker toscana va in scena, al suo cospetto non esistono etichette sessuali e ciascuno dei presenti si sente libero e sollevato su una sorta di nuvola di Gender Fluid. I suoi ammiccamenti e le frasi sussurrate al microfono conquistano tutti e quando poi entra in gioco la voce, davvero ci sarebbe solo da alzare bandiera bianca e arrendersi all’evidenza: tutto questo è puro rock, perché tutto questo è Gianna Nannini, e Gianna Nannini è il Rock per eccellenza.
Recensione e foto del live show, il pubblico in estasi sulle note di Profumo e Sei nell’anima
Il concerto all’Auditorium di Roma segna una delle tappe del calendario estivo di Gianna Nannini, protagonista in queste settimane di una tournée tra suggestive location sparse tra nord e sud Italia. Nella Cavea romana le temperature si mantengono costantemente alte e, mentre dagli smartphone ciascuno viene informato dell’ennesimo brutale fatto di cronaca internazionale, le luci si abbassano e, da quel momento, la musica tenterà di portare la mente dei presenti in un’altra dimensione, in una sorta di mondo dove l’arte pone rimedio ad ogni tipo di discordia interpersonale. E, se da una parte è vero che l’altoparlante ha introdotto il live show pregando il pubblico di rimaner seduto nel corso dell’intera serata, dall’altra parte basta appena un accenno di America per far sì che decine di persone si catapultino ai piedi del palco. Palco sul quale appare lei, Gianna Nannini, vestita con canottiera bianca, pantaloncino di jeans, converse scure e giacca rossa. Cosa dicevamo prima? Sì ecco, anche in fatto di stile nel vestiario Gianna Nannini avrebbe da insegnare molto a diverse cantanti di ultima generazione.
Nel corso delle due ore di concerto, la scaletta presenta un’altalena di generi, alternando di continuo pezzi rock come appunto America, Possiamo Sempre e Avventuriera, con le più datate ma immortali note di Fotoromanza, I Maschi, Bello e Impossibile e Profumo. Non sono mancate poi le cover che han contraddistinto la tracklist di Hitalia, album capace di conquistare ben tre dischi di platino per le oltre 150mila copie vendute. Ed ecco allora Gianna Nannini cantare all’unisono con i presenti, brani come Ciao amore Ciao, Lontano dagli occhi, L’immensità e la travolgente Dio è morto, che sempre più spunti di riflessione dona in un periodo storico così intriso di odio e rancore.
Ad accompagnarla sul palco non possono dunque mancare elettricità e ritmo, portati in scena per mano del batterista Moritz Muller, del bassista Daniel Weber e del chitarrista Davide Tagliapietra, ma anche una schiera di ottimi violinisti pronti a supportare l’artista nell’esecuzione di intensi brani come Meravigliosa Creatura.
La cantautrice toscana ama il proprio pubblico e lo dimostra ad ogni sguardo, ad ogni sorriso lanciato verso la platea, fino a che a lanciarsi non è lei stessa, sorretta dai fedelissimi in prima fila che la toccano come si fa con le statue delle divinità per sperare in una benedizione istantanea. Salta, cambia look, suona ed improvvisa, omaggia la Sardegna intonando a cappella No Potho Reposare, e chiede aiuto ai presenti per intonare Roma Capoccia in onore della città che ospita l’incandescente live show.
Il concerto giunge al termine sulle note di Un’estate italiana, che la stessa Gianna Nannini introduce augurando a tutti di poter far del brano la colonna sonora della propria vita. Difficile stancarsi di un personaggio del genere, con oltre 40 anni di carriera alle spalle ed una vita vissuta al massimo. Un’artista, una donna, destinata a restare impressa in maniera indelebile nelle pagine del grande libro della musica italiana. E più la vivi e più comprendi che non basterà mai cantare con voce roca per divenire la nuova Gianna Nannini, purtroppo o per fortuna, considerato che artisti come lei non ne nasceranno più ma oggi più che mai la musica necessiterebbe di spiriti liberi come quello della rocker toscana.
Ciao Patrizia! Non so se ti ricordi di me, ma ero la ragazza americana che hai incontrato al concerto. Che coincidenza che ho trovato il tuo articolo on-line! Voglio solo dire grazie per questo articolo. E ‘così ben scritto e descrive tutte le emozioni che voglio rivivere dal concerto di ieri, soprattutto perché l’italiano non è la mia prima lingua e mi piace esercitare il mio italiano con la lettura e la condivisione il mio amore per la musica italiana con gli altri. È stato un piacere conoscerti! 🙂
Certo che mi ricordo! Davvero una bella coincidenza (il potere di internet). Ti ringrazio per i complimenti e ti auguro buona fortuna con la lingua italiana, la più bella del mondo, la musica ti aiuterà sicuramente nello studio. È stato un piacere anche per me 🙂