Nella serata di domenica 11 ottobre, tra gli ospiti del nuovo programma di Italia 1 OpenSpace è stata di assoluto interesse pubblico la presenza di Giorgia Meloni, che ha dovuto rispondere ad una domanda tutt’altro che semplice: perché i politici non vogliono parlare del gioco d’azzardo?
La leader di Fratelli d’Italia risponde a tono dicendo che l’argomento non viene trattato perché la politica ha una grande responsabilità: nel passato è stato commesso qualche errore di troppo, come quello di applicare uno sconto esagerato alle società che gestiscono il gioco. Non a caso, qualcuno definì questa mossa del Governo Letta come “il condono della vergogna”.
Gioco d’azzardo, due milioni di italiani a rischio ludopatia
Il gioco d’azzardo è stato visto dallo Stato come una fonte semplice e sicura per fare cassa, ed effettivamente sembra che sia così. Solo nel 2014 l’erario ha incassato circa otto miliardi di tasse su uno dei vizi più dannosi. Il problema è che forse è stata sottovalutata la possibilità che si perdesse il controllo della situazione: in Italia ci sono quasi due milioni di persone a rischio ludopatia e non è un caso che il nostro Paese sia diventata la Nazione con la più alta spesa media per il gioco d’azzardo, circa 1.400 euro a persona.
Le stime a cui ha fatto riferimento Giorgia Meloni sono state smentite dall’altro ospite del talk show, Massimiliano Pucci, secondo cui le persone ufficialmente malate di ludopatia in Italia sarebbero “solo” dodicimila e che in realtà la spesa pro capite nel gioco d’azzardo sarebbe inferiore ai quattrocento euro.
Ma la leader di Fratelli d’Italia riprende il discorso dicendo che in realtà lo Stato dal gioco d’azzardo non ci guadagna poi molto, visto l’enorme costo sociale che questo può portare, tra persone che si rovinano e famiglie finite sul lastrico. La soluzione è una: il gioco d’azzardo non va abolito, ma deve essere trattato esattamente come vengono trattati gli altri vizi dannosi per la salute dell’uomo.
Giorgia Meloni: “Con il gioco d’azzardo non si vince, la gente lo deve sapere”
L’errore dello Stato è stato quello di aver legalizzato ogni forma di gioco d’azzardo, fino ad arrivare alle slot machine per bambini. In studio è stata invitata anche una persona che per colpa del gioco d’azzardo ha perso famiglia e lavoro. Giorgia Meloni ascolta così le parole dell’uomo, commentando il problema della considerazione “normale” nel vedere una persona che gioca.
E gioca pur sapendo che in realtà non si vince mai: su cento euro che vengono giocati, prosegue la Meloni, ne vengono rimessi in palio solo 75, e non è detto che li vinca la stessa persona che li ha spesi. In pratica il 25% di quanto giocato viene immediatamente spartito tra Stato, società che gestiscono il gioco ed esercenti.
Il discorso non vale solo per le slot machine, ma anche per i Gratta e Vinci e per il Lotto. In studio scatta l’applauso quando Giorgia Meloni prende come esempio il famoso slogan “Ti piace vincere facile?”: totalmente sbagliato e da cambiare, perché chi gioca non si arricchisce, ma regala i suoi soldi. E’ questo che la gente dovrebbe capire.
Prevenzione e recupero, responsabilità della politica
Dopo un’ulteriore testimonianza della persona malata di ludopatia, Giorgia Meloni illustra la proposta del suo partito che attualmente è in fase di discussione. Prima di tutto una parte di quanto viene giocato deve essere investita nella prevenzione e nel recupero dei soggetti affetti da quella che è una vera e propria patologia. Poi bisognerà cercare di rimettere sotto controllo il gioco d’azzardo legale, ma fare anche in modo di evitare che si sviluppi quello illegale.
Quando viene detto che c’è la possibilità che nella legge di Stabilità venga introdotta la sostituzione di tutte le slot machine con le cosiddette videolottery (macchinette più pericolose, a detta di tutti i presenti in studio) l’ex ministro assicura che verranno presentati gli emendamenti per eliminare la norma e che si farà di tutto per cercare di capire chi continua ad insistere per far applicare regole di questo tipo.