Gabardi El Habibdda, il pirata della strada che ha ucciso Beatrice Papetti a Gorgonzola, si è costituito ieri sera ai Carabinieri di Cassano D’adda
Gorgonzola, 10 luglio, la sedicenne Beatrice Papetti e il cugino diciottenne, dopo una serata trascorsa in oratorio, attraversano la strada Statale Padana Superiore per rincasare a Cascina Mirabello, un complesso residenziale. Un’ azione quotidiana quella di attraversare la statale per percorrere la via che porta alla Cascina, sebbene non ci siano strisce pedonali, attraversamenti protetti e dovuta illuminazione. Inoltre, si sa, sul provinciale le auto hanno una velocità abbastanza sostenuta. Ed è proprio un’auto quella che poco dopo la mezzanotte travolge Beatrice, lasciando illeso il cugino, il primo a chiamare i soccorsi e che ora si trova ancora sotto choc.
L’ambulanza, sulla quale si trovava il papà, da anni volontario del Vos, trasporta Beatrice all’ospedale di Melzo, ma purtroppo non c’è niente da fare, le lesioni interne sono troppo gravi. L’auto che investe Beatrice non si ferma, anzi, prosegue dritta in direzione Gessate, noncurante di aver travolto la giovane ragazza e di averla sferzata a circa 70 metri di distanza.
Scatta la caccia all’uomo, se così si può definire il conducente del veicolo che ha omesso il soccorso, e all’autovettura, probabilmente Peugeut Ranch di colore scuro. Numerose le segnalazioni alle autorità e le rispettive ricerche.
Intanto, Gorgonzola, il paese di Beatrice, organizza manifestazioni di protesta contro il pirata della strada, mentre si ripetono le incitazioni e gli appelli perchè questo si costituisca.
Gabardi El Habibdda si è costituto ieri sera, 16 luglio, tre giorni dopo i funerali di Beatrice. L’uomo, trentanovenne, di origini marocchine, operaio residente a Roncello (paese in provincia di Monza Brianza, a circa 15 km da Gorgonzola) si è presentato con il proprio legale ai Carabinieri di Cassano D’adda, autorità che avevano in carico di le indagini.
L’operaio ha dichiarato che la sera in cui ha ucciso Beatrice stava tornando verso casa e non si sarebbe accorto della bicicletta se non quando ormai era troppo tardi. L’uomo avrebbe avvertito l’urto, ma preso dal panico, anche per il fatto che l’auto non era stata sottoposta a regolare revisione, si è dato alla fuga. Nei giorni seguenti avrebbe nascosto l’auto presso il deposito di un amico, ma i continui servizi dei telegiornali e le foto sui quotidiani, l’avrebbero spinto,in preda al rimorso, a decidere di costituirsi. L’uomo si trova ora sotto arresto, accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso, anche se le indagini per porre chiarezza sull’accaduto continuano, soprattutto per stabilire quale è stata la dinamica dell’incidente.
La famiglia e gli amici di Beatrice sperano nella giustizia, e soprattutto ricordano che i residenti di Gorgonzola sono ormai anni che reclamano la dovuta illuminazione sulla strada Statale Padana Superiore e un sottopasso che colleghi Cascina Mirabello al resto dal pese, così da evitare il pericoloso attraversamento della Statale che è costato la vita a Beatrice.
E beh, insomma, qui però la faccenda si complica… non si tratta più del banale caso “italiano investe italiano” per cui prendi e sbatti l’investitore in galera. Qui si tratta di uno straniero che ha investito un italia, bisogna considere il diritto di questi essere superiori di andareare in giro e di investile liberamente gli autoctoni che sono a lui inferiori, anzi se fossi in un vero magistrato di sinistra valuterei anche l’indennizzo (a carico dello stato) all’investitore per i sensi di colpa che questa caccia all’uomo gli potrebbe aver fatto venire.
E’ un piacere notare che c’è ancora gente che legge attentamente e sa focalizzarsi sui dettagli rilevanti.