Attualmente stiamo assistendo alle conseguenze di una delle più deleterie crisi economiche degli ultimi decenni, eppure la cosiddetta “crisi dei Subprime” non è l’unica che ha caratterizzato il sistema capitalistico. Se guardiamo indietro nei secoli, possiamo notare che sono stati numerosi i periodi di spiccata depressione finanziaria. Vediamone tre in particolare che sono passati alla storia per la vasta portata delle loro conseguenze.
Crisi economiche, i motivi: perché si sono scatenate?
La circolazione di denaro, beni preziosi, capitali e ricchezze ha caratterizzato qualsiasi comunità sin dai tempi antichi. Nelle transazioni commerciali, il baratto è stato gradualmente sostituito dall’uso di valute, inizialmente integrate da quantità di oro e argento; dopo la parentesi medioevale verificatasi in Europa a seguito del crollo dell’Impero Romano, le attività economiche hanno conosciuto un nuovo splendore proprio nel nostro paese: durante il periodo del Rinascimento, nelle città della Toscana sono nati i primi strumenti finanziari e le prime forme di istituzioni bancarie che avrebbero in seguito costituito i pilastri del sistema capitalistico. Quest’ultimo si è sviluppato nei secoli precedenti, grazie all’impulso dato dai nuovi mercati delle Indie Orientali ed Occidentali: dall’Asia e dalle Americhe si importavano nel vecchio continente ingenti quantità di merci pregiate (specialmente metalli e spezie) che hanno consentito alle “compagnie” (le imprese) di arricchirsi tramite il commercio. Decisiva ai fini del successo del sistema capitalistico è stata la rivoluzione industriale, che grazie all’utilizzo di nuovi macchinari nell’industria, ha totalmente cambiato le modalità di produzione, consumo e lavoro.
La crescita economica degli ultimi secoli non è stata tuttavia lineare: crisi finanziarie, interruzioni negli scambi commerciali, squilibri e scompensi hanno fatto comparsa nel palcoscenico della storia, a volte in maniera improvvisa ed inaspettata, altre volte in modo lento e graduale. Secondo gli storici, la prima importante bolla speculativa finanziaria, causa di una grande crisi economica del passato, è esplosa nei Paesi Bassi all’inizio del 1600: da diversi anni imprenditori e normali cittadini olandesi investivano in maniera massiccia nel mercato dei bulbi di tulipano, provenienti dalla lontana Turchia, accumulando ingenti ricchezze per via di prezzi in continua crescita e una domanda apparentemente illimitata. Le quotazioni della merce continuavano a salire, aumentando il guadagno di chi la distribuiva, ma non rispecchiando il loro reale valore, che risultava eccessivamente elevato. Il sistema non poteva durare: nel 1637, la bolla è infine scoppiata, i prezzi sono crollati e gli speculatori si sono ritrovati con investimenti privi di alcun valore, andando incontro a bancarotta, fallimenti e miseria.
Ancora peggiori sono stati gli effetti della celebre crisi di Wall Street del 1929. In questo caso alcuni osservatori avevano presagito l’arrivo della tempesta: l’economia a stelle e strisce stava crescendo in maniera spropositata e tutti si potevano arricchire in poco tempo acquistando azioni nel mercato finanziario di New York. E quando i soldi non erano sufficienti per acquistare i titoli, ci pensavano le banche a concedere facili crediti per facilitarne l’acquisizione. Tra il 23 e il 24 ottobre del 1929 il giocattolo infine si ruppe: le quotazioni in Borsa precipitarono, senza più risollevarsi, e centinaia di migliaia di americani persero in un sol colpo tutto il loro patrimonio. La crisi fu così potente da interessare anche i mercati globali, causando una lunga e profonda depressione economica.
La situazione attuale è invece la diretta conseguenza degli accadimenti del 2007/08, che non a caso hanno avuto origine negli Stati Uniti, patria indiscussa del capitalismo e delle sue distorsioni. Un eccessivo liberalismo finanziario, la cui mancanza di regole favoriva il rapido accumulo di capitali, e la facilità con cui il credito veniva erogato a contraenti inaffidabili ha causato la crisi dei Subprime: come sempre accade, la bolla è alla fine esplosa. Un’enorme quantità di debitori non ha più potuto saldare le rate del mutuo, facendo letteralmente saltare il sistema finanziario; questo poggiava su astrusi strumenti finanziari finalizzati a moltiplicare i profitti, ma di fatto si basava su fondamenta assai fragili. L’interconnessione dei sistemi finanziari ha prodotto una veloce diffusione del “virus” in tutto il pianeta, causando ingenti perdite e sofferenze bancarie, ancora difficili da riparare.
Come arricchirsi durante la crisi economica
Per molti la morale della favola è che il capitalismo non può essere considerato come una cornice economica che assicura un profitto infinito e costante: prima o poi, soprattutto dopo i momenti di maggiore euforia, si verificano assestamenti, che a volte prendono la forma di vere e proprie crisi. Questo non vuol dire che il sistema vada completamente rigettato, perché come esistono metodi per guadagnare con la Borsa in rialzo ci sono anche sistemi che consentono di trarre profitto durante la crisi. In Cina, l’ideogramma che indica il concetto di crisi veicola anche il significato di opportunità. È proprio di fronte alle sfide che si ricevono i giusti stimoli per superare le difficoltà, sviluppando strumenti innovativi e creativi.
Il trading online, se utilizzato con disciplina e competenza, può rivelarsi un valido alleato per realizzare dei profitti nei mercati finanziari. Una delle peculiarità di questo strumento, come per esempio quello del Forex, consiste nel fatto che è possibile guadagnare in qualsiasi scenario, anche quelli di calo delle quotazioni degli asset, se si è in grado di cavalcare le tendenze in atto. Ovviamente queste andranno individuate con precisione, e per questo sarà indispensabile utilizzare al meglio gli strumenti di analisi tecnica e le visualizzazioni grafiche: una loro corretta interpretazione permetterà di arricchirsi effettuando ordini sulle valute internazionali nei mercati Borsistici.