Domenica 4 dicembre 2016 i cittadini italiani dovranno esprimersi a favore del Sì o del No al Referendum Costituzionale: di seguito vi proponiamo una breve guida al voto, quali partiti sono schierati con il fronte a favore e quali contro la proposta fortemente voluta da Renzi e dal suo governo. Quali scenari si aprono in caso di vittoria del No? Cosa succederà dopo un ipotetico trionfo del Si?
Guida al voto del Referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016: significato Sì e No
Ai cittadini che si recheranno a votare il 4 dicembre 2016 verrà consegnata una scheda elettorale che reciterà: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione?”. Sarà possibile barrare la casella del Sì o del No decidendo in questo modo se approvare o respingere la riforma.
Il Sì è inteso come una accettazione di tutte le proposte, dalla riduzione del numero di parlamentari alla soppressione del CNEL, dalla revisione del Titolo V all’abolizione del bicameralismo paritario. Non è possibile dunque esprimersi in modo differente sui punti del Referendum Costituzionale, il voto equivarrà a una bocciatura o approvazione completa. Non è previsto alcun quorum minimo, vincerà lo schieramento che riuscirà ad ottenere il 50%+1 dei voti, potranno votare tutti gli aventi diritto presso il proprio seggio elettorale.
Nonostante i due schieramenti stiano provando a proporre ai cittadini scenari catastrofici in caso di vittoria del fronte opposto, è bene analizzare oggettivamente la situazione. In caso di vittoria del Sì è certo che avverrà un cambiamento che però difficilmente si può giudicare a priori positivo o negativo: le proposte del Referendum Costituzionale secondo i sostenitori del voto a favore danno un duro colpo alla burocrazia, chi invece è contrario ha cercato di far presente l’eccessivo accentramento del potere in mano allo Stato.
In molti hanno visto nel duello fra Sì e No una netta somiglianza con il duello fra Trump e Clinton: la battaglia infatti secondo i sondaggi pubblicati nelle ultime settimane è punto a punto e soprattutto i due fronti si trovano in disaccordo su qualsiasi punto, smentendosi a vicenda le dichiarazioni e soprattutto non perdendo mai l’occasione per attaccare con decisione l’altro schieramento. In America alla fine ha prevalso colui che si è proposto come “nuovo” in contrapposizione alla casta (Clinton), vedremo se in Italia alla fine avranno la meglio i partiti emergenti come la nuova Lega Nord di Salvini e il M5S o se il PD (partito di punta del Sì) si affermerà in quella che sarebbe un rivincita dopo la batosta a Roma e Torino alle Comunali.
Partiti schierati con e contro Renzi: Alfano contro Berlusconi e Meloni, Salvini e Di Battista si scagliano contro Renzi
Ormai da molto tempo sono molto ben chiari gli schieramenti a favore e contro il Referendum Costituzionale che si voterà il 4 dicembre 2016. Il PD è ovviamente sceso in campo per il Sì supportando il segretario di partito e Premier Matteo Renzi, appoggiando una campagna elettorale che ha coinvolto anche gli italiani all’estero ai quali, tra mille polemiche, è stata recapitata una lettera nella quale si invitano a votare Sì per il rinnovamento del paese. Fedele scudiero di Renzi è Alfano che con il suo Nuovo Centrodestra voterà Sì, proprio il Ministro dell’Interno si è scagliato recentemente contro il suo vecchio mentore Berlusconi (leader di Forza Italia) che voterebbe no solo per far cadere Renzi a parere di Alfano. Il Cavaliere in verità si è detto pronto a collaborare e rinnovare il Patto del Nazareno in caso di vittoria del no poichè la riforma costituzionale che si voterà il 4 dicembre 2016 rappresenta un pericolo per la democrazia per come è stata concepita.
Salvini e Di Battista, rappresentanti di punta di Lega Nord e Movimento 5 Stelle si trovano d’accordo nel votare No e in particolar modo hanno cercato in queste settimane di mettere a nudo tutte le contraddizioni e le falsità dichiarate da Renzi, Boschi, Verdini e gli altri promotori del referendum. Il Premier ha tentato di rispondere anche grazie alle dirette Facebook e partecipando a numerosi convegni, mentre nel frattempo è arrivata una nuova stoccata proveniente sempre dal Centrodestra (ala Berlusconi) ovvero dalla Meloni, Fratelli d’Italia. La possibile leader del listone infatti si è detta d’accordo con la rabbia di Di Battista nell’esaminare come sarebbe composto il nuovo Senato se dovesse vincere il sì: il PD otterrebbe il 60% dei senatori con il 30% di consensi dei cittadini, il M5S avrebbe solo l’8% nonostante vanti circa il 30% dei voti e la supremazia in qualsiasi tipo di ballottaggio, Nuovo Centrodestra di Alfano con il solo 3,5% avrebbe più o meno gli stessi senatori del Movimento 5 Stelle.