Nata a Chicago il 26 ottobre 1947, Hillary Rodham Clinton, dopo essere arrivata ad un soffio dal diventare il primo presidente donna degli Stati Uniti d’America nel 2016, oggi continua a seguire attivamente la vita politica statunitense ed ha recentemente promosso l’operato del governo Biden in occasione dei cento giorni dall’insediamento alla Casa Bianca.
Dagli studi universitari alle nozze con Bill Clinton
Nel 1969 ha conseguito la laurea in Scienze Politiche presso il Wellesley College del Massachusetts. In seguito ha proseguito gli studi alla celebre Yale School of Law, dove si è specializzata in pedagogia e medicina ed ha ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione legale con una tesi sui diritti dei minori.
Prima di dedicarsi completamente all’attività politica, ha esercitato la professione di avvocato ed ha insegnato diritto penale. Si è ben distinta nel corso della sua carriera forense al punto tale da raggiungere un prestigioso traguardo: è stata la prima donna ad entrare a far parte della “Rose Law Firm”, uno dei più importanti studi legali dell’Arkansas, nonché uno dei più antichi degli Stati Uniti. Inoltre diversi consigli d’amministrazione si sono serviti della sua competenza e professionalità, come quelli delle grandi multinazionali Walmart e Lafarge.
Nel 1975 è convolata a nozze con Bill Clinton, futuro presidente degli Stati Uniti d’America dal 1993 al 2011, acquisendo grande notorietà in tutto il mondo in qualità di “first lady”. Il passaggio dallo status di first lady a quello di senatrice fu breve. Nel 2000 ha trionfato nello Stato di New York nelle elezioni del Senato degli Stati Uniti, diventando sempre più “donna dei primati”: per la prima volta la moglie di un presidente in carica si ritrovava a ricoprire una carica elettiva.
La corsa alla Casa Bianca: una sconfitta inattesa
Dopo otto anni di permanenza al Congresso, in previsione delle elezioni presidenziali del 2008, ha deciso di concorrere alle primarie del Partito Democratico, venendo sconfitta a sorpresa dal senatore Barack Obama. Tuttavia anche in quest’occasione si è distinta per un primato singolare: Obama risultò vincitore soltanto grazie al complesso meccanismo elettorale dei delegati e Hillary Clinton conquistò quasi 18 milioni di voti popolari, un vero e proprio record nella storia delle primarie statunitensi. Dopo la sconfitta si è messa a totale disposizione per la campagna elettorale di Obama, che ha ricambiato la stima affidandole le funzioni di Segretario di Stato dal gennaio del 2009 al febbraio del 2013. Al termine del primo mandato di Obama, la Clinton ha deciso di rinunciare all’incarico, venendo sostituita da John Kerry.
In realtà aveva soltanto bisogno del tempo necessario per ricaricare le batterie e riunire le forze in vista del raggiungimento del sogno di una vita: la candidatura alla Casa Bianca. Così nel giugno del 2016 ha partecipato di nuovo alle primarie del Partito Democratico e si è imposta in maniera schiacciante sul rivale Bernie Sanders, diventando la prima donna della storia a concorrere per la Casa Bianca in rappresentanza di uno dei due maggiori partiti degli Stati Uniti.
Nel novembre del 2016, nonostante fosse data come favorita da tutti i sondaggi elettorali e soprattutto fosse risultata la più votata nel voto popolare con quasi 3 milioni di preferenze in più rispetto al candidato repubblicano, venne sconfitta nella corsa alla Casa Bianca da Donald Trump, che si aggiudicò la vittoria conquistando 304 dei 538 grandi elettori che costituivano il Collegio elettorale.
L’opposizione a Trump e l’appoggio a Biden
Dopo aver riconosciuto sin da subito la sconfitta ed aver partecipato alla cerimonia di insediamento del suo rivale, Hillary Clinton non ha mai mancato di esprimere il proprio disappunto nei confronti della politica di Donald Trump. Non a caso, nel maggio del 2017, ha fondato “Onward Together”, un movimento di resistenza politica all’operato del magnate statunitense.
Di ben altro tenore, invece, la sua considerazione nei riguardi dell’attuale presidente americano Joe Biden, del quale ha appoggiato apertamente la campagna elettorale lo scorso anno. “Serve un presidente come lui. Il voto è un referendum sul futuro che vogliamo”. Questo l’endorsement dell’unica donna candidata alla presidenza degli Stati Uniti.
Un sostegno recentemente ribadito anche in occasione dei cento giorni dall’insediamento alla Casa Bianca del neo presidente americano. Secondo Hillary Clinton, infatti, Biden è un “presidente maturo e con esperienza”, che ha “mostrato come un presidente si deve comportare alla Casa Bianca, negli Stati Uniti e nel mondo, ha innescato azioni positive, ha messo soldi nelle tasche degli americani con l’American Rescue Plan ed è riuscito a centrare l’obiettivo dei 200 milioni di vaccini in 100 giorni”.