Fra i molti provvedimenti in agenda per il Consiglio dei ministri da qui alla prossima settimana, spicca quello relativo ad un aspetto estremamente importante dell’immigrazione clandestina, ossia il reato e la sua imminente cancellazione.
L’accelerazione della misura politica in tal senso è stata favorita dalla presa di posizione del ministro della Giustizia Andrea Orlando, il quale fece notare, durante un’audizione parlamentare, che il reato di immigrazione clandestina non ha avuto alcuna funzione deterrente poiché la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale non è stata recepita, come era prevedibile, da tutti quegli immigrati che caratterizzano i flussi avutisi entro i confini nazionali nell’arco dell’ultimo anno solare.
Insomma, per quanto il provvedimento potesse apparire assolutamente efficace nel compiere una cernita tra migranti regolari e non, la sua reale incidenza non è coincisa con le aspettative del governo e dei partiti politici italiani.
Immigrazione clandestina, i provvedimenti del decreto governativo e le relative modifiche al Testo
Le modifiche sostanziali riguardanti il reato di clandestinità prevedono la sparizione di quest’ultimo, il mantenimento del provvedimento di espulsione deciso dal prefetto e la mancanza di una eventuale sanzione pecuniaria dalla dubbia efficacia. Agendo in questo modo, a livello normativo il sistema giudiziario e amministrativo si cautela mantenendo valida quella che è la possibilità di espellere un cittadino straniero a seguito del suo ingresso sul territorio italiano; ingresso che, a sua volta, comporterà sempre e comunque una certa valenza amministrativa sul piano della condotta e del reale contributo alla vita sociale e politica del paese contemplata dal nuovo articolo 4 del Testo unico sull’immigrazione.
Il mancato rispetto di tale disposizioni sancirà l’espulsione immediata del soggetto trasgressore da parte della Prefettura competente. L’accantonamento della misura pecuniaria, poi, è un atto di buonsenso nei confronti di quelle persone costrette, chi più chi meno, ad una condizione di immigrazione clandestina a dir poco logorante: infatti, l’abolizione dell’obbligo di pagamento di un’eventuale ammenda sanzionatoria tutela quelle risorse umane che, vessate da una simile incombenza finanziaria, potrebbero disperdersi e complicare ulteriormente il compito di accertamento riguardante i regolari permessi di lavoro e di soggiorno da parte delle autorità.
Restano, comunque, immutati i provvedimenti pecuniari per gli altri reati contenuti nel Testo unico, poiché una generalizzazione in tal senso sminuirebbe quello che è l’intento accomodante ed elastico della modifica portata avanti dal ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Le possibili reazioni politiche alla cancellazione del reato di clandestinità
La soppressione del reato di clandestinità previsto dall’articolo 10 del Testo unico sull’immigrazione, inserito nel 2009 dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, è destinata a scatenare numerose reazioni politiche da parte degli schieramenti di maggioranza. Basti pensare ai possibili mal di pancia del Nuovo Centro Destra, o alle probabili invettive da parte del segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini, sempre pronto a dire la sua circa il tema dell’immigrazione clandestina.
Ad ogni modo, l’iter legislativo che sancirà l’ufficializzazione normativa di tali provvedimenti è ormai in atto; non resta altro da fare che attendere quelli che saranno gli sviluppi mediatici ed amministrativi di tale misura governativa e recepire quanto descritto sino ad ora ricorrendo alla comoda e puntualissima Gazzetta Ufficiale, un vademecum fondamentale per evitare di incorrere, inconsapevolmente, in sanzioni alquanto sgradite.