Nella seconda metà di gennaio è stato registrato un rapido incremento della diffusione dell’influenza: l’andamento è simile a quello della scorsa stagione, quindi gli esperti si aspettano che il picco arrivi all’inizio del secondo mese dell’anno. Facciamo il punto sull’influenza di febbraio 2020: vediamo come avviene il contagio e quali sono i sintomi più comuni (in alcuni casi può sembrare un banale raffreddore, ma in genere sono presenti febbre e tosse), scopriamo i migliori rimedi che consentono ai bambini ed agli adulti di rimettersi in forma e vediamo cosa si può fare in caso di influenza intestinale.
Influenza di febbraio 2020 e influenza intestinale: le differenze
Spesso queste due malattie vengono accomunate, ma in realtà l’influenza stagionale e l’influenza intestinale sono molto diverse tra loro, visto che i virus che le scatenano e i sintomi che le caratterizzano sono differenti. La classica influenza è una malattia respiratoria che ha carattere stagionale (solitamente colpisce tra dicembre e marzo, con un picco che anche quest’anno si dovrebbe registrare proprio nel mese di febbraio), mentre la cosiddetta influenza intestinale, che sarebbe più corretto chiamare gastroenterite virale, è un’infiammazione delle pareti intestinali causata da alcuni tipi di virus. Le due malattie possono essere simili per quanto riguarda l’elevata contagiosità e i periodi massima diffusione (da dicembre a marzo una, da ottobre ad aprile l’altra, anche se si possono registrare casi durante tutto il corso dell’anno), ma per il resto le differenze sono tante. Diverse le cause scatenanti, diverse le parti del corpo che vengono interessate (l’influenza colpisce le vie aeree, la gastroenterite colpisce il tratto intestinale) e diversi i sintomi.
I sintomi dell’influenza stagionale
I sintomi più comuni dell’influenza di febbraio 2020 sono rappresentati da:
- febbre, che si presenta in modo improvviso, raggiunge temperature elevate (dai 38,5 ai 40 gradi) e dura per tre o quattro giorni;
- tosse secca, che può proseguire anche quando il soggetto può essere considerato guarito;
- mal di testa;
- dolori muscolari e articolari;
- sensazione di spossatezza e di debolezza;
- naso che cola;
- mal di gola.
I sintomi compaiono all’improvviso, ma non immediatamente dopo il contagio (di solito passa un breve periodo che può durare da uno a quattro giorni), quindi si è potenzialmente contagiosi anche se si è apparentemente sani. Per fortuna nella stragrande maggioranza dei casi l’influenza non richiede cure o ricorsi a pronto soccorso o ospedale e svanisce spontaneamente: la febbre e i dolori in genere iniziano a scomparire dopo due o quattro giorni, poi gli altri sintomi spariscono nel giro di quattro o sette giorni (questo vale per gli adulti: i bambini hanno bisogno di qualche giorno in più per guarire completamente). Il senso di debolezza e la tosse possono trascinarsi anche dopo la guarigione.
I sintomi dell’influenza intestinale
Per quanto riguarda l’influenza intestinale invece i sintomi possono variaire in base al tipo di virus che ha causato la malattia, ma quelli più comuni sono:
- diarrea;
- nausea e vomito;
- dolori addominali;
- mal di testa.
La gastroenterite virale di solito è senza febbre: quando compare difficilmente raggiunge temperature elevate. I sintomi di norma compaiono dopo uno o due giorni dal momento del contagio e svaniscono nell’arco di un paio di giorni (se durano di più è necessario rivolgersi al medico).
Come avviene il contagio e come fare prevenzione
All’inizio abbiamo scritto che l’influenza è una malattia molto contagiosa, tant’è che ogni anno sono milioni e milioni gli italiani che ne vengono colpiti. I virus circolano per via aerea, “cavalcando” le goccioline di saliva che vengono espulse dai soggetti malati quando tossiscono o starnutiscono, ma anche quando parlano e respirano. Il contagio diretto quindi può avvenire stando a stretto contatto con le persone malate, ma ci può essere anche il contagio indiretto, che avviene quando ci si porta le mani non pulite all’altezza di bocca, naso e occhi dopo aver toccato una superficie contaminata. Lo strumento più importante di difesa è il vaccino, ma si possono ridurre i rischi di contagio adottando delle semplici ma efficaci regole di comportamento e di igiene:
- bisogna lavarsi le mani spesso e bene;
- bisogna coprire il naso e la bocca quando si starnutisce, utilizzando un fazzoletto di carta che poi va gettato immediatamente (e poi ci si lava le mani);
- bisogna aerare con regolarità le stanze in cui si soggiorna;
- bisogna evitare di stare a contatto con le persone malate ed utilizzare le mascherine quando non se ne può fare a meno.
Non sarebbe una cattiva idea evitare di frequentare i luoghi chiusi e affollati, che rappresentano i posti in cui i virus riescono a trasmettersi con una maggiore facilità.
Queste avvertenze possono tornare utili anche per evitare il contagio della gastroenterite virale: anche in questo caso i virus si possono trasmettere in modo diretto, quindi stando a contatto con una persona malata, che in modo indiretto, magari condividendo con il soggetto malato le posate; ci si può beccare il virus anche bevendo liquidi e mangiando cibi contaminati.
I medicinali contro l’influenza di febbraio 2020 e l’influenza intestinale
Per fortuna nella maggior parte dei casi sia l’influenza di febbraio che quella intestinale svaniscono spontaneamente nel giro di pochi giorni e non è necessario assumere farmaci; è chiaro che per quelli che possono essere considerati soggetti a rischio (parliamo delle persone anziane, dei bambini molto piccoli, di chi soffre di patologie che indeboliscono il sistema immunitario e così via) è necessaria maggiore cautela e il controllo del medico, che prenderà tutti i provvedimenti necessari per scongiurare la comparsa di complicanze. Le persone sane possono comunque rivolgersi al dottore per farsi consigliare qualche farmaco sintomatico, che non fa guarire dalla malattia, ma può ridurre il fastidio dei sintomi: per abbassare la febbre si può prendere il paracetamolo, per alleviare il fastidio della tosse ci sono i prodotti calmanti, per ridurre i dolori ci sono farmaci a base di acido acetilsalicidico o ibuprofene. Per quanto riguarda la gastroenterite su consiglio del medico è possibile prendere antidiarroici o farmaci antivomito. Bisogna poi precisare un concetto: per l’influenza non bisogna prendere gli antibiotici! Questi vanno assunti solo su prescrizione del medico.
I rimedi naturali contro i sintomi dell’influenza stagionale
Chi sceglie di fare a meno dei farmaci sintomatici può ricorrere ai rimedi naturali per provare a rimettersi in sesto. L’alleato più prezioso per le persone ammalate è il riposo: bisogna ascoltare il proprio corpo e dargli il tempo per riorganizzare le sue difese; inoltre stando a casa si evita di contagiare gli altri, il che non è roba da poco. Bisogna poi bere molto (acqua, tisane, decotti e infusi) per mantenere un adeguato livello di idratazione. Il re dei rimedi della nonna è senza dubbio il brodo di pollo, ricco di proteine e nutrienti e che, se consumato caldo, con i suoi vapori può favorire la liberazione delle vie respiratorie. Anche i suffumigi possono fare una grossa mano a “stapparsi”: con qualche goccia di essenza balsamica in un contenitore di acqua bollente si possono ottenre degli ottimi risultati. A tavola non dovrebbero mi mancare la verdura e la frutta di stagione, con particolare attenzione a quelle che sono ricche di vitamina C: gli agrumi sono la prima cosa che vengono in mente, ma vanno benissimo anche i kiwi, i peperoni, gli spinaci, i broccoli e altri. L’aglio e la cipolla magari non piacciono a tutti, ma sono delle importanti proprietà antisettiche ed espettoranti. Il miele favorisce la fluidificazione del catarro, calma la tosse e può essere utilizzato per dolcificare e rendere un po’ più gustose le tisane e i decotti (a proposito, quelli a base di zenzero, tiglio e liquirizia possono dare una grossa mano).
Gatroenterite virale: cosa mangiare e rimedi naturali
Per quanto riguarda la gastroenterite virale bisogna puntare l’attenzione su due aspetti principali: l’idratazione e l’alimentazione. Con i liquidi perso tramite il vomito e la diarrea il pericolo più grande è rappresentato dalla disidratazione: bisogna quindi cercare di reintegrare i liquidi bevendo molto; anche in questo caso semaforo verde per acqua, tisane e infusi, ma bisogna evitare i succhi di frutta e le bibite gassate; nel periodo di punta della malattia può essere difficile trattenere anche un semplice bicchiere d’acqua, ma è comunque necessario idratarsi, magari facendo dei piccolissimi sorsi. L’alimentazione è fondamentale: durante la fase più acuta sarebbe meglio evitare di mangiare, mentre nella fase di recupero bisogna stare attenti a reinserire gradualmente i vari cibi. All’inizio ci si dovrebbe limitare a cibi secchi o facilmente digeribili, quindi crackers, riso, zucchine bollite e carote bollite; piano piano si può reintrodurre anche la carne bianca e il pesce (cucinati in modo semplice e leggero). Se per l’influenza abbiamo detto che bisogna consumare frutta e verdura a volontà, in questo caso bisogna andarci davvero molto cauti, perché l’elevata presenza di fibre può stimolare la motilità intestinale: per un po’ meglio limitarsi a carote e zucchine bollite, banane mature e qualche spicchio di mela. I rimedi naturali più noti contro la diarrea sono lo zenzero e il limone; possono essere d’aiuto anche i fermenti lattici, che contribuiscono al ripristino dell’equilibrio della flora batterica.
Coronavirus: le raccomandazioni del Ministero della Salute
Come detto, all’inizio del mese di febbraio si dovrebbe registrare il picco dell’influenza 2020, ma è inutile negare che l’attenzione in questi giorni è puntata soprattutto alle notizie che arrivano dalla Cina: anche sul sito del Ministero della Salute è comparsa una pagina elativa al nuovo Coronavirus che in questi giorni è il protagonista assoluto di giornali, telegiornali e portali web. Con il termine Coronavirus si indica una famiglia di virus responsabili di diverse malattie che possono andare dal più banale raffreddore a patologie più gravi come la Sars; il nuovo Coronavirus è un ceppo che prima non era mai stato identificato sull’uomo. I sintomi possono variare in base al tipo d virus, ma le manifestazioni più comuni sono la febbre, la tosse e le difficoltà respiratorie; nei casi pi gravi si registrano polmoniti, sindromi respiratorie acute, insufficienze renali e addirittura la morte. Il Ministero ricorda le regole da seguire per proteggersi dalle malattie respiratorie: lavarsi bene le mani, proteggere le vie respiratorie quando di starnutisce o si tossisce, seguire pratiche alimentari sicure (magari evitando carni crude, frutta e verdura non lavata, bevande non imbottigliate) ed evitare il contatto dalle persone che mostrano sintomi come tosse e starnuti.
Viene inoltre consigliato di posticipare i viaggi non necessari in quelle zone della Cina che sono state segnalate come aree a rischio sul sito dell’OMS. Chi si deve per forza recare in queste zone deve necessariamente sottoporsi alla vaccinazione contro l’influenza stagionale con almeno due settimane di anticipo sul viaggio; la vaccinazione è importante perché semplifica la diagnosi e la gestione dei casi sospetti (i sintomi iniziali di influenza e Coronavirus sono molto simili); in più riduce il rischio di complicanze da influenza e di conseguenza permette ai pronto soccorso di rimanere più efficienti. Durante il viaggio bisognerebbe evitare di visitare i mercati di prodotti alimentari freschi, stare a contatto con persone che mostrano sintomi respiratori e lavare spesso le mani. Se nelle due settimane successive al rientro in Itali si manifestano dei sintomi come febbre, tosse secca, mal di gola o difficoltà respiratorie, a scopo precauzionale bisogna contattare il Ministero della Salute (numero gratuito 1500), indossare una mascherina, lavarsi le man frequentemente ed utilizzare fazzoletti usa e getta.