In questo articolo parleremo dell’influenza di settembre 2019: andremo a conoscerne le cause, i sintomi e la durata per adulti e bambini. Per molti il nono mese dell’anno rappresenta un periodo complicato: migliaia di persone soffrono della cosiddetta sindrome da rientro, con il ritorno alla routine quotidiana dopo la pausa estiva che può creare tanto stress e mettere a dura prova il sistema immunitario; inoltre in questo periodo gli sbalzi di temperatura sono abbastanza frequenti, con giornate che possono essere anche molto cale e notti fresche, se non addirittura fredde. In queste condizioni febbre, tosse, dolori articolari e altri problemi sono fastidi abbastanza comuni: vediamo quali sono i migliori rimedi naturali per contrastare i sintomi e l’influenza intestinale.
Le cause dell’influenza di settembre 2019
Nei periodi estivi i fattori che possono portare alla comparsa di sintomi influenzali o parainfluenzali sono fondamentalmente due: oltre al fattore ambientale (con gli sbalzi di temperatura, sia quelli naturali che quelli “artificiali” causati dall’uomo tramite l’utilizzo di condizionatori e ventilatori, che rappresentano i nemici principali) gioca infatti un ruolo importantissimo il fattore psicoemotivo. Se a luglio e ad agosto la stanchezza accumulata durante un anno di lavoro, il cambio drastico di abitudini e la pressione per organizzare al meglio le vacanze sono stati la causa dell’innalzamento dello stress con effetti negativi sul nostro sistema di difesa, a settembre migliaia di persone soffrono della cosiddetta sindrome da rientro. Questa condizione può portare a sintomi che riguardano la sfera piscologica (malinconia, tristezza, sbalzi di umore, difficoltà di concentrazione), ma anche a problemi a livello fisico.
Anche se la stagione influenzale vera e propria non è ancora iniziata (di solito il periodo di sorveglianza parte ad ottobre e termine ad aprile) non è quindi impossibile avere a che fare con qualcosa di molto simile, anche se nella maggior parte dei casi i sintomi saranno leggermente più lievi. Le previsioni del tempo annunciano che nei prossimi giorni assisteremo ad una vera e propria svolta verso l’autunno: già in queste ultime settimane ha piovuto (e anche molto) in diverse zone del Paese e l’instabilità sembra essere destinata a proseguire ancora un po’, prima che arrivi la fine dell’estate con quello che alcuni portali specializzati hanno definito addirittura un tracollo eclatante delle temperature. Insomma, il quadro meteorologico non sembra particolarmente positivo: l’anno scorso il passaggio tra le torride giornate estive e quelle fredde invernali era stato repentino ed accompagnato da piogge, con il risultato che decine di migliaia di persone hanno avuto a che fare con mal di gola, tosse, raffreddore e febbre. Per evitare tutto ciò è necessario sapere come fare prevenzione, conoscere i sintomi e sapere come curarli.
Durata, contagio e sintomi: c’è anche l’influenza senza febbre
Sia che si tratti di influenza vera e propria che di parainfluenza i sintomi sono praticamente gli stessi (cambia solo l’entità e la durata, che sono minori in caso di sindromi parainfluenzali): la tosse, il mal di gola, il raffreddore, i dolori articolari e muscolari, il mal di testa e la sensazione di malessere generale sono le manifestazioni più comuni. Con l’influenza invernale è molto comune la comparsa della febbre, che può raggiungere temperature anche abbastanza elevate, ma non sono così rari i casi di influenza senza febbre (soprattutto quando siamo fuori dalla stagione fredda). È frequente la comparsa della tosse secca, che si palesa quando non c’è umidità nell’aria (condizione che si presenta spesso quando si fa un uso non corretto del condizionatore). Nei casi di influenza estiva i sintomi possono essere così lievi che a volte per i genitori può essere davvero complicato capire cose abbia il bambino: la mancanza di appetito e la svogliatezza sono dei segnali a cui prestare particolare attenzione. Se si tratta di parainfluenza i sintomi di norma spariscono spontaneamente dopo due o tre giorni, mentre in caso di influenza vera e propria serve qualche giorno in più per rimettersi, soprattutto ai bambini (che possono essere contagiosi per più di una settimana).
La causa dell’influenza di settembre sono i virus (ne esistono diversi tipi) e il principale veicolo che utilizzano per il contagio sono le goccioline di saliva che le persone malate possono diffondere tossendo, starnutendo o anche solo parlando e respirando. Il contagio quindi può avvenire in modo diretto, ovvero inalando queste goccioline perché si è troppo vicini ad una persona con l’influenza (si dice che il soggetto malato può contagiare direttamente le persone che si trovano ad un raggio di circa due metri), oppure indirettamente, cioè toccandosi con le mani il naso, la bocca e gli occhi dopo aver toccato una superficie o un oggetto contaminati. Considerando che con la fine delle vacanze si ricomincerà a frequentare più spesso luoghi chiusi ed affollati (ad esempio le scuole o i posti di lavoro) non è difficile capire che le possibilità di contagio possono aumentare: per questo motivo chi è malato dovrebbe stare a casa, per curarsi meglio e per evitare di contagiare gli altri.
Come fare prevenzione
Lo strumento di prevenzione più importante che abbiamo per combattere l’influenza è il vaccino: a partire da ottobre e fino a dicembre sarà possibile sottoporsi alla vaccinazione; poche settimane fa il Ministero della Salute ha diffuso le raccomandazioni per la prevenzione e il controllo dell’influenza 2019/2020; sul documento è presente l’elenco dei soggetti ad alto rischio di complicanze o di ricovero correlati all’influenza e per i quali è fortemente consigliata la vaccinazione (che per loro è anche gratuita): rientrano nella lista le donne che sono in gravidanza all’inizio della stagione epidemica, i soggetti tra i 6 mesi e i 65 anni che soffrono di patologie che possono aumentare il rischio di complicanze, le persone dai 65 anni in su, le persone che sono ricoverate presso strutture per lungodegenti, i familiari che sono a contatto di soggetti ad alto rischio. Per l’influenza estiva però non esiste un vaccino (che, come detto, sarà disponibile da ottobre), ma si può comunque fare prevenzione seguendo dei semplici comportamenti.
Innanzi tutto è importante lavarsi le mani spesso e per bene con il sapone o con i gel a base di alcol; bisogna evitare di toccarsi il naso, la bocca e gli occhi quando si hanno le mani sporche, si dovrebbe cercare di frequentare il meno possibile i luoghi chiusi, umidi e affollati e, ovviamente, non stare a stretto contatto con persone malate. Bisogna poi essere pronti ad affrontare gli sbalzi di temperatura: basterebbe vestirsi a strati per poter adeguare rapidamente il proprio abbigliamento alle temperature esterne o interne; portarsi dietro una sciarpetta per riparare gola e spalle non sarebbe una cattiva idea. In questi giorni si fa ancora un largo uso del condizionatore: è giusto cercare di avere un clima piacevole in casa, ma non si devono impostare temperature troppo basse (non si dovrebbe mai andare oltre i quattro o cinque gradi in meno rispetto alla temperatura esterna) e quando si va fuori bisognerebbe dare al corpo il tempo di adeguarsi al nuovo clima: ad esempio quando si è in giro in macchina bisognerebbe spegnere l’aria condizionata qualche minuto prima di scendere. Si dovrebbe cambiare l’aria agli ambienti ed è importantissima l’alimentazione: acqua, frutta e verdura non devono mai mancare.
Le cure: farmaci e rimedi naturali
Nei soggetti sani l’influenza svanisce spontaneamente dopo alcuni giorni e non è necessario prendere delle medicine. Su consiglio del medico è comunque possibile prendere dei farmaci sintomatici per alleviare i fastidi più seccanti: antipiretici per abbassare la febbre, antidolorifici per alleviare i dolori e così via. Bisogna evitare le cure fai da te e soprattutto non ha senso prendere gli antibiotici (a meno che non vengano prescritti dal medico perché ha verificato che ci sono delle particolari condizioni). Ad ogni modo i farmaci, oltre a non essere necessari nella maggior parte dei casi, non sono gli unici alleati nella lotta contro l’influenza di settembre: ci sono i vecchi e cari rimedi naturali che possono aiutare il corpo a rimettersi in sesto. Il miglior medicinale naturale è il riposo: un paio di giorni di relax sono importantissimi per dare al corpo il giusto tempo per risistemare le difese riprendersi. È importante anche bere molto: se ci si stufa dell’acqua è possibile bere tisane, tè e infusi, ma sarebbe meglio stare alla larga dalle bevande a base di caffeine e dagli alcolici.
Come abbiamo scritto prima, a tavola non possono mancare frutta e verdura, soprattutto quelle ricche di vitamina C: tutti sanno che gli agrumi ne sono ricchissimi, ma lo sono anche i kiwi, i broccoli e gli spinaci. Il brodo di pollo non manca mai nell’elenco dei rimedi naturali: nutre l’organismo fornendo un buon apporto di proteine senza appesantire e, se consumato caldo, ha un azione fluidificante su muco e catarro. Basta mettere a bollire in un po’ d’acqua delle fettine di zenzero fresco aggiungendo un cucchiaino di miele e un po’ di succo di limone per preparare un ottimo rimedio naturale contro il mal di gola. Si può dare un po’ di sollievo ala vie respiratorie chiuse con i suffumigi, ovvero respirando i vapori dell’acqua bollente in cui sono state versate alcune gocce di olio essenziale di menta, eucalipto o lavanda (ma potrebbe bastare anche un pizzico di bicarbonato). Aglio e cipolla forse non piacciono a tutti, ma sono utilissimi con le loro funzioni disinfettanti e depurative. Se ci si sente un po’ fiacchi una manciata di frutta secca può dare una botta di energia.
Influenza intestinale: cosa mangiare per rimettersi in sesto
L’alimentazione è importantissima anche quando si deve combattere contro l’influenza intestinale: la gastroenterite virale viene causata da virus diversi rispetto alla normale influenza e di solito si manifesta con sintomi come dolori addominali, diarrea e vomito (la febbre non è molto comune e difficilmente arriva a temperature alte). Il contagio avviene anche in questo caso in modo diretto o indiretto (quindi stando a contatto con persone malate oppure tramite oggetti contaminati), ma anche bevendo e mangiando liquidi o cibi contaminati. Il vomito e la diarrea fanno perdere tantissimi liquidi all’organismo: il problema principale legato alla gastroenterite è quindi la disidratazione. Bisogna bere molto per reintegrare quanto perso: quando si fa fatica a trattenere i liquidi bisognerà cercare di bere facendo dei piccoli sorsi. L’influenza intestinale svanisce spontaneamente dopo un paio di giorni: non esistono farmaci specifici (anche se il medico può consigliare dei medicinali sintomatici).
Durante la fase acuta della malattia sarebbe meglio evitare di mangiare, mentre durante la fase di ripresa bisognerà stare attenti a reintrodurre gradualmente i cibi solidi. All’inizio bisognerà optare per alimenti molto semplici da digerire, come ad esempio le zucchine e le carote bollite, le banane mature e qualche spicchio di mela; vanno bene anche i cibi secchi come cracker e fette biscottate. In seguito si può passare a piatti un po’ più invitanti come il pesce e le carni bianche cucinati in modo leggero. Di solito la frutta e la verdura vengono sempre consigliate (lo abbiamo fatto anche nel paragrafo precedente), ma in questo caso bisogna fare un po’ più di attenzione e andarci cauti: sono alimenti ricchi di fibre, quindi possono stimolare la motilità intestinale. Lo zenzero, il limone e i probiotici rientrano nell’elenco dei rimedi naturali utili a superare questa fastidiosa malattia.