Il presidente dell’Inps, l’economista Tito Boeri, ripropone con forza l’idea del reddito minimo garantito per gli over 55: sarebbe lo strumento ideale per contrastare la povertà in Italia. La proposta è stata rilanciata dopo che lo Svimez ha diffuso i preoccupanti dati sull’economia al Sud, che hanno confermato una situazione già difficile, ma che negli ultimi anni è ulteriormente peggiorata, con la forbice tra Nord e Sud che con la recessione si è allargata fino a sfiorare il 30% (nel Meridione il 40% della popolazione è sotto la soglia di povertà, mentre al Nord il dato si ferma al 13%).
Ogni volta che il problema del Mezzogiorno sale alla ribalta si torna a parlare dei fondi strutturali; il problema, sottolinea ancora Boeri, è che quelli che sono stati concessi nel passato spesso sono stati utilizzati nel modo peggiore, così, invece di dare un aiuto per lo sviluppo e la crescita, si sono trasformati in qualcosa che ha favorito solo i gruppi di potere locale e la corruzione.
Reddito minimo garantito agli over 55
La soluzione proposta dall’Inps per contrastare il problema della povertà è l’introduzione del reddito minimo garantito per le persone con più di 55 anni. Il provvedimento è stato battezzato “sostegno di inclusione attiva” e il limite dei 55 anni è stato scelto per due motivi: rimanere nell’ambito delle competenze dell’Istituto previdenziale e tutelare la fascia di età che, secondo le statistiche, ha registrato il maggior incremento del rischio di povertà.
Chi perde il lavoro a quell’età fa davvero troppa fatica a trovarne un altro, ma il reddito minimo garantito non deve diventare uno strumento che favorisca la rinuncia alla ricerca di una nuova occupazione: chi lo percepirà dovrà comunque svolgere determinati obblighi su cui vigilerà un’amministrazione indipendente con potere politico locale.
Un sostegno al reddito di chi vive realmente in condizioni di povertà
Boeri non si sbilancia sui numeri, ma dice che il reddito minimo garantito potrebbe non essere troppo costoso se utilizzato per aiutare solo chi ha realmente bisogno: l’erogazione del sostengo andrebbe a favore solamente di chi vive una condizione di povertà effettiva e accertata dall’Inps in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate (si terrà quindi conto del livello del reddito della famiglia, dei patrimoni mobiliari e immobiliari, etc.).
Una soluzione non molto differente da quella proposta dagli esponenti del Movimento 5 Stelle: Boeri però ammette che l’idea dei pentastellati risulterebbe molto più costosa (raggiungerebbe i due punti del Pil), visto che prevede l’assegnazione del reddito garantito anche a chi non è in reali condizioni di bisogno. La proposta dell’Inps invece si limiterebbe ad integrare i redditi delle famiglie che ne hanno necessità per aiutarle a sostenere una vita dignitosa: si aiuta solo chi è povero.
Il provvedimento non costerà nulla allo Stato
Per questo il presidente dell’Inps assicura che l’introduzione del “loro” reddito minimo garantito non costerebbe allo Stato un solo euro in più: le risorse necessarie per mettere in pratica il provvedimento si potrebbero trovare all’interno delle politiche attualmente gestite dall’Istituto, che si preoccuperebbe anche degli indispensabili controlli. Dal Governo servirebbe comunque un aiuto per incrementare le capacità di sanzione e di intervento.