Spiegare come funziona l’interior design relativo ai luoghi pubblici e privati è una questione abbastanza articolata. L’evoluzione vissuta da questa particolare pratica architettonica ha toccato diversi picchi significativi, legati inequivocabilmente ad un concetto di estetica che è sì soggettivo, ma non in modo assoluto. La bellezza di un suppellettile o di un’installazione è, sempre e comunque, relativa poiché influenzata da una specifica moda del momento o da una precisa linea architettonica che, in un certo periodo, va per la maggiore. Postulata questa necessaria premessa, bisogna soffermarsi su cosa sia, in soldoni, l’interior design e quali siano le mansioni ad essa affini.
L’interior design: cos’è?
L’interior design non prevede una sistemazione schematica di mobili ed arredi vari che segua, alla lettera, il progetto a cui fa riferimento. Una definizione così riduttiva, infatti, non centra il vero scopo dell’attività di un interior designer, ovvero la comprensione approfondita degli spazi che gli interessano al fine di armonizzare gli oggetti di produzione seriale con quelli appartenenti al design più puro. Al di là della destinazione, è necessario, quindi, porre l’accento sulla vivibilità delle aree che la caratterizzano senza lasciare nulla al caso. Ultimamente va molto di moda basarsi sulle aree verdi e sulla natura, ma non è certo l’unico tema a cui possiamo applicare questa particolare arte.
D’altronde, il design cura gli aspetti estetici in ogni minimo particolare rendendoli pratici e funzionali, e che focalizza il proprio operato persino sulla scelta dei materiali da utilizzare per la resa di questo o quell’altro oggetto d’arredamento. Il design, inoltre, fa dell’esclusività il suo principale punto di forza, poiché eseguire dei meri “copia e incolla” pregiudica la qualità del risultato finale scontentando, in primis, l’utenza di quei potenziali acquirenti alla ricerca di qualcosa di unico ed innovativo. Un viatico utile per restare al passo coi tempi, e mantenere, nel contempo, una elevata originalità, è quello dell’unione di più spazi apparentemente incompatibili: in nome di una chiave di lettura estetica poliedrica e trasversale, il design può far combaciare, ad esempio, la cucina e il soggiorno per mettere a punto delle soluzioni logistiche armoniose, raffinate e belle da vedersi.
Un’altra intuizione validissima in tal senso riguarda la gestione del sistema di illuminazione, orchestrata a dovere affinché si crei una soglia di convenienza materiale ed estetica che sappia esaltare le peculiarità degli ambienti da essa investiti. Attraverso piccoli accorgimenti, giochi di luce e molto altro ancora, si può dar vita ad uno scenario a misura d’uomo in cui è facile godersi il proprio relax. Saper ascoltare il committente, infatti, è un requisito importantissimo per la buona riuscita del progetto, altrimenti si rischia di partorire un luogo ameno pieno zeppo di incomprensioni architettoniche.
Interni di luoghi pubblici e privati
Chiariti gli aspetti peculiari del design e dell’interior designer, tocca passare all’analisi dell’attività di cura degli interni per luoghi pubblici e privati. Sebbene sia un ambito vasto, con i suoi pregi e i suoi difetti, l’area relativa ai luoghi pubblici e privati rispetta degli standard corroborati da un preciso numero di leggi e regolamentazioni. Ciò non compromette affatto l’estro creativo di un interior designer, ma va comunque tenuto d’occhio per evitare di incappare in qualche tipo di violazione ambientale e strutturale.
La competenza professionale e legislativa del designer prescelto gioca un ruolo fondamentale in questo discorso anche se decidiamo di affidarci ad uno dei tanti servizi di interior design online presenti in rete, dal momento che un portale sicuro potrà rivelarsi facilmente la soluzione ideale a ciò che stiamo cercando. Non è infatti un caso se la maggior parte dei professionisti si riferisce al mondo di internet per cercare clientela, offrendo così un servizio di qualità assoluta a prezzi ragionevoli.
Volendo fare delle distinzioni tra interni per luoghi pubblici e interni per luoghi privati, ci si può concentrare su uno specifico modello di edificio, o locale, da modificare a seconda delle esigenze.
Per i luoghi pubblici (quindi, scuole, ospedali, strutture amministrative o altro) è consigliabile concentrarsi su abbinamenti minimali, votati più alla funzionalità che all’estetica in sé: una scala di stampo classico, ad esempio, o una serie di porte o suppellettili dotati di un buon numero di cassetti o di sediolini fanno al caso della causa pubblica, imperniata teoricamente sull’ottimizzazione dei tempi di esecuzione. Per quanto riguarda i luoghi privati, invece, ci si può maggiormente sbizzarrire. Entro i limiti, si può optare per arredamenti personalizzati, ma che non intacchino, ad ogni modo, il naturale corso di un’attività di vendita, di ristorazione, di sostentamento, di intrattenimento e via discorrendo.
A questo ambito, appartiene anche una certa linea di pensiero figlia di un design ecosostenibile che vale a dire perfettamente integrato con gli ecosistemi circostanti. Seguendo le pianificazioni che la identificano, il design sostenibile permette di spaziare architettonicamente senza l’assillo della stima dei materiali da lavoro, poiché ricavabili da riutilizzo o dal vero e proprio riciclaggio solido. Specializzarsi in questa branca specifica dell’interior design è la strada più sicura per garantirsi un futuro lavorativo a regola d’arte, e la sua innata vocazione al rispetto per la natura non fa altro che consolidarla all’interno di quel campo riguardante la tutela e la salvaguardia dei vari trattati nazionali ed internazionali. Insomma, diversificare una struttura centrando più e più obiettivi (non soltanto architettonici) qualifica la caratura dell’interior design conducendolo verso vette che, un tempo, erano assolutamente impensabili. Un traguardo utile per dar vita a nuove ed interessanti professioni.