L‘Internet delle cose è la nuova frontiera dell’informatica: è l’estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti, che possono comunicare dati su di essi grazie alla Rete.
Il progetto sviluppato da Jessica Rosati, 26enne dottoranda in “Ingegneria Elettronica e dell’Informazione” al Politecnico di Bari si inserisce nel contesto di Internet delle cose: grazie alla sua applicazione le piante potranno “chiedere” di essere innaffiate quando ne hanno bisogno, grazie alla Rete.
L’applicazione può essere utilizzata ad esempio nelle serre: un sistema calcola la concentrazione di acqua nelle colture, il caldo e l’umidità e poi rilascia un segnale agli impianti per irrigare quando i valori scendono al di sotto di una soglia prestabilita, “avvisandoli” di aver bisogno di acqua.
Jessica Rosati per la sua innovazione, che consentirà di ridurre lo spreco di risorse idriche e ridurrà l’impatto sull’ambiente, è stata premiata con l’Ibm PhD fellowship Award, un premio di caratura mondiale proposto da IBM che glorifica gli studenti in grado di proporre soluzioni per risolvere i problemi importanti per l’azienda e fondamentali per l’innovazione in molte discipline accademiche e aree di studio.
Il Politecnico di Bari, all’avanguardia nell’ambito della tecnologia e del web, ha inserito un corso sull’Internet delle cose e, in accordo con IBM, ha organizzato un seminario per gli studenti di ingegneria intitolato “Internet of Things” nel quale gli aspiranti ingegneri acquisiranno le competenze per l’utilizzo della piattaforma IBM “Bluemix” per sviluppare applicazioni dedicate della IoT basate su piattaforma Cloud.