Israele ed Europa, un’unione a rischio

Pubblicato il 23 Set 2013 - 6:00pm di Redazione

Dopo la negazione, da parte della Commissione Europea, dei finanziamenti UE alle entità che operano all’interno dei Territori Occupati Palestinesi, i rapporti tra Israele e Unione Europea sono sempre più labili

Israele

I soldati israeliani hanno attaccato un convoglio di diplomatici europei che trasportava tende e aiuti umanitari per  le popolazioni senza tetto della Valle del Giordano, all’interno dei Territori Occupati Palestinesi. L’incidente, avvenuto venerdì 20 settembre, ha coinvolto l’Acted, un’organizzazione francese sovvenzionata dalla struttura umanitaria dell’Unione Europea, e le Forze di Difesa Israeliane (IDF), nei pressi di Kirbet Makhoul, dove risiedono circa un centinaio di palestinesi che vengono erroneamente definiti beduini dallo stato di Israele. L’obiettivo è infatti quello di sfollare tutte queste zone, come ad esempio la famosa zona E1, abitate appunto da “beduini”, tendenti per loro natura a spostarsi a seconda del corso delle stagioni, così da poter ampliare i vicini insediamenti. Abitazioni, stalle e una scuola materna erano già state demolite lo scorso lunedì, durante un raid notturno dell’esercito, proprio nell’area rurale di Makhoul, con l’imputazione di non avere i permessi di costruzione adeguati. Nonostante la distruzione di tutte le loro proprietà e delle strutture di sussistenza, gli abitanti si sono rifiutati di abbandonare la propria terra, dove hanno vissuto e pascolato i loro greggi per generazioni.

La situazione di emergenza ha portato all’intervento del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC) che, nei giorni successivi alle demolizioni, ha cercato di  portare nella zona mezzi di sostentamento e tende. Azione che è stata immediatamente fermata dalle forze di sicurezza israeliane che hanno “invitato” l’ICRC a smantellare immediatamente i rifugi. Arriviamo così a questo venerdì, quando una delegazione di diplomatici provenienti da Francia, Regno Unito, Spagna, Grecia, Svezia, Irlanda, Australia, Brasile e alcuni rappresentanti dell’EU e dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) è stata bloccata dall’esercito israeliano perché colpevole di trasportare aiuti umanitari.

Marion Castain, diplomatica francese, dichiara di essere stata trascinata fuori dalla vettura, gettata a terra e minacciata con un fucile puntato dritto in faccia, con l’accusa di aver schiaffeggiato un soldato, senza alcun riguardo per l’immunità di cui dovrebbero godere tutti i diplomatici. A tal proposito è interessante sottolineare quanto lo stato israeliano sia invece attento al trattamento ricevuto dai propri rappresentanti in giro per il mondo, tanto da riportare sui suoi media nazionali ogni sgarbo diplomatico subito dai funzionari israeliani, che la maggior parte delle volte si manifesta in un’accoglienza più fredda rispetto a quanto siano abituati a ricevere nei paesi “amici”.

 Il blocco del convoglio ha suscitato una serie di contestazioni da parte di palestinesi e internazionali presenti sul posto, immediatamente fermati con sound bombs, mezzi anti sommossa, e con l’arresto di tre palestinesi, accusati di aver lanciato pietre oltre ad aver organizzato e coordinato l’azione di aiuto.

I rappresentanti dell’UE hanno già contattato le autorità israeliane per chiedere spiegazioni e hanno espresso la loro preoccupazione per l’incidente “, ha dichiarato la portavoce di Catherine Ashton, responsabile della politica estera dell’Unione Europea. L’ambasciatore dell’UE in Israele avrebbe infatti chiamato il ministro degli Esteri Vice Direttore Generale per l’Europa, Rafi Shutz, per lamentarsi dell’accaduto. La risposta di Shultz è stata che le IDF si sono limitate a far rispettare una decisione della corte suprema e che i diplomatici erano pertanto impegnati in azioni illegali, abusando così della loro posizione privilegiata.Di diverso avviso un rappresentante UE che interpreta questo avvenimento come una chiara violazione del diritto internazionale umanitario e della Convezione di Ginevra, secondo la quale la forza occupante dovrebbe dimostrarsi attenta alle esigenze delle persone sotto occupazione, oltre a rappresentare un palese ostacolo per la ripresa dei colloqui di pace.

Quella di Kirbet Makhoul è la terza comunità beduina della Cisgiordania che ha ricevuto ordine di demolizione dall’agosto 2013, secondo i dati forniti dall’OCHAIsraele si trova a vivere un periodo strategicamente e diplomaticamente importante per i rapporti con l’Unione Europea, uno dei suoi partner storici. Le nuove direttive della Commissione Europea, infatti, entreranno in vigore nel 2014, e molti rappresentati delle nazioni europee stanno spingendo affinché l’Europa faccia rispettare a pieno l’articolo 2 dell’Accordo di Associazione UE-Israele secondo cui Le relazioni tra le parti, così come le disposizioni dell’accordo stesso, devono essere basate sul rispetto dei diritti umani e dei principi democratici che guidano le politiche interne e internazionali, e costituiscono un elemento essenziale di questo accordo”.

In un momento in cui il rispetto dei diritti umani e delle direttive internazionali sembra tornato in voga presso le sedi europee, una “scaramuccia” del genere potrebbe costare cara al solitamente immune stato di Israele.

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