John Wick 2, film del 2017 con Keanu Reeves e Riccardo Scamarcio, arriva al cinema nel mese di marzo. Vedremo la trama e la recensione con commento sul film.
John Wick è un sicario senza scrupoli. Preciso, deciso e affidabile ha, negli anni, acquisito una certa fama nel suo ambiente tanto da ricevere il soprannome di “Boogeyman”. Quando oramai vicino alla pensione John, sente bussare alla porta il suo passato, pronto a riscuotere il pegno maturato nel tempo, ciò che ai nostri occhi è un semplice scambio di favori. Tutto ciò scaturirà un meccanismo di vendette e controvendette che obbligheranno il protagonista a tornare all’azione.
Recensione di John Wick 2
Il ritorno, ripercorrere i propri passi, cercare di rivivere quel momento iniziale, quella minestra riscaldata che non è detto sia buona come la prima volta… ma se la condisci con qualcosa che la possa insaporire non è poi così male.
Nei film è un po’ come con le minestre, un secondo capitolo è più difficile del primo: non devi copiarlo, ma aggiungere quell’ingrediente che lo renda un proseguo della storia. Moltissimi sono stati i seguiti definito flop, ad esempio The Mask 2 o l’ultimo Trainspotting che ha diviso pubblico e critica. Questo “John Wick 2” perché sta riscuotendo successo in tutto il mondo?
A differenza dei tanti killer o uomini che portano in sé il fascino della pistola, questo personaggio, interpretato da Keanu Reeves, si addentra nel male, un po’ come in “Gomorra la serie” giocando con lo spettatore, facendolo immedesimare nel protagonista. Lo eleva a eroe ma in realtà non ne incarna i principi classici, perché John è spinto da una sete di vendetta verso chi gli ha toccato ciò a cui tiene di più moglie, cane e macchina ma soprattutto contro se stesso per aver accettato una vita del genere. Il lupo è di natura cacciatore, non lo puoi cambiare. John è un lupo e lo vedremo parecchio arrabbiato.
Keanu Reeves, noto al pubblico per aver interpretato il Neo di “Matrix” non è mai stato quel divo di Hollywood abituato a vivere sotto i riflettori. Ha lavorato in vari paesi ( Ad esempio “47 Ronin” di produzione Giapponese ) e nella sua vita è sempre stato un attore molto umile mai entrato nelle pagine di cronaca o gossip. Il suo ritorno nelle vesti del killer spietato è un regalo gradito per i fan del genere, vista la sua abilità con l’Azione e un incontraddistinguibile tocco personale al ruolo. Il suo fisico e la scelta dei capelli lunghi, gli restituiscono un eleganza sulla scena, esaltata nelle scene action, marchio di fabbrica del film che, in questo secondo capitolo vengono elevate ad arte.
Grazie al fatto che la maggior parte delle “scazzottate”, sono ambientate in Musei o luoghi dove l’Arte ne è protagonista indiscussa, con l’aiuto di un gran lavoro fatto dagli Stunt Coordinator sulla coordinazione dei movimenti. Tutto ciò è il vero elemento di novità di questo fortunato secondo capitolo.
Non possiamo però dimenticarci di fare menzione della forte componente Italiana nel film. Rappresentata in primis dall’arte e ovviamente dai 3 attori presenti: Franco Nero, Claudia Gerini e Riccardo Scamarcio. Il primo è una sorta di aiutante del protagonista, il suo principale punto di appoggio quando arriverà a Roma, gli altri due saranno i cattivi e il motore della storia. Presentati dal regista come fratelli, i due si odiano e il loro rapporto è paragonabile a quello di Caino e Abele. Scamarcio a differenza della Gerini è il principale villain del film.
Finalmente come cinema italiano torniamo a presentare un cattivo nelle grandi produzioni americane, dopo che Alessandro Gassman lo è stato nel franchise “The transporter” con Jason Statham. Riccardo è stato un credibile cattivo, prendendosi il suo spazio tenendo la scena anche di fronte al protagonista assoluto.
Per i più nostalgici di Keanu, quelli a cui manca la nota trilogia dei fratelli Wachowski, ci sarà un gradito incontro con un personaggio protagonista già in Matrix, non vi sveliamo nulla, dettagli a riguardo li lasciamo a voi. Il film non fa sentire la mancanza del primo, ma ne aggiunge un ulteriore capitolo e fa riflettere per un possibile franchise.