Diciamocelo, nessuno di noi se lo aspettava. O meglio, alcuni di noi non se lo aspettavano per niente, altri non se lo volevano aspettare, causa un odio profondo verso quei colori bianco e nero che non si assopisce nemmeno quando si dovrebbe essere tutti uniti come nazione per poter rivedere il calcio nostrano in cima al mondo come ormai non accade da anni.
Eppure la Juventus ce l’ha fatta, è arrivata in cima alla montagna, guardando tutti dall’ alto in basso insieme al Barcellona, pronta a sfidarla in 90 minuti di fuoco che decideranno chi tra Davide e Golia potrà sedersi sul trono del più forte.
Una finale conquistata con merito, dopo 12 anni di oblio. Un percorso questo lento ma che sta portando a risultati stratosferici. Merito di una società che negli anni ha agito sempre in maniera oculata senza lasciarsi prendere la mano dallo spendere senza ritegno, ma andando a investire su un mix fatto di esperienza e giovanile sregolatezza. 40 i milioni spesi per quella che oggi è la spina dorsale di tutta la Juventus, che parte da Buffon, per passare poi ai vari Evra, Pirlo, Pogba, Vidal, Sturaro, Tevez e Morata. In barba ai soldi spesi dal Real per i vari Ronaldo, Rodriguez, Bale, Benzema e altri ancora, diventati piccoli piccoli di fronte alla muraglia bianconera.
Una squadra unita, compatta, seguita e diretta da un Massimiliano Allegri a cui molti dovranno chiedere scusa. Molte le risate, le prese in giro e gli sfottò verso un allenatore che ha risposto coi fatti alle numerose critiche piovutegli sin dal primo giorno che si presentò a Pinzolo.
Un uomo capace di entrare in punta di piedi senza stravolgere tutto, facendo mantenere alla squadra la mentalità che il suo predecessore Conte aveva instaurato, dandogli però quel qualcosa in più che la potesse rendere temibile anche nei palcoscenici europei.
La bravura di Allegri è stata proprio quella di non stravolgere tutto, ma adattarsi a quello che aveva tra le mani per poi modellare a sua immagine e somiglianza la squadra soltanto in parte , cosa che probabilmente altri allenatori non avrebbero fatto.
Una scelta questa più che giusta che ha portato la vecchia signora ad una finale tutta da giocare, nonostante all’ orizzonte si fa largo il Barcellona degli invincibili. Ma uniti si vince, e forse oggi gli juventini sono uniti più che mai.