Tra tutti i disastri e gli incidenti marittimi che conosciamo, sicuramente il più affascinante rimane quello del transatlantico più famoso della storia: il Titanic.
Sarà la storia, la dinamica dell’incidente, i personaggi che ne rimasero coinvolti, ma la storia del naufragio del Titanic appassiona da oltre un secolo il pubblico di tutto il mondo. Complice del successo del Titanic è sicuramente anche il film Titanic del 1997 firmato dal regista statunitense James Cameron che ha raccontato sul grande schermo non solo i fatti che accaddero quella notte fatale, ma anche una delle storie d’amore più iconiche di tutto il cinema: quella tra Jack e Rose, i due protagonisti del film. Vediamo quanto di vero c’è nella storia raccontata da James Cameron, sullo sfondo del naufragio più famoso di sempre.
La storia vera del Titanic: cosa accadde il 15 aprile 1912?
Prima di raccontare la storia d’amore tra i due protagonisti del film del ‘97, occorre fare un passo indietro e ricordare che cosa accadde realmente al Titanic.
Più che una nave, come abbiamo già accennato all’inizio, il Titanic era un vero e proprio transatlantico, il cui progetto di costruzione cominciò nel 1907 per volere di Joseph Bruce Ismay, presidente della compagnia navale inglese White Star Line, proprietaria del Titanic. Il progetto fu davvero grandioso poiché si desiderava realizzare una nave lussuosa, grande (il Titanic misurava circa 269 metri) e altamente performante. Dobbiamo considerare che il Titanic venne realizzato in un periodo storico particolare, quando le superpotenze europee si contendevano il primato industriale ed economico, pertanto la realizzazione di un progetto tanto imponente come quello del Titanic doveva servire anche da dimostrazione della potenza del governo inglese e anche della sua classe dominante di fronte al resto del mondo.
Il progetto definitivo del transatlantico vide la luce definitivamente il 31 marzo del 1912 e salpò da Belfast per il suo viaggio inaugurale il 2 aprile 1912. La tratta prevedeva l’arrivo del Titanic a New York il 17 aprile successivo, con uno scalo intermedio a Southampton che effettivamente il Titanic effettuò due giorni dopo la partenza, in data 4 aprile.
Il transatlantico rimase ormeggiato fino al 10 aprile quando ripartì alla volta di New York, dove sarebbe dovuto arrivare 7 giorni dopo.
La sera del 14 aprile dopo 4 giorni quasi ininterrotti di navigazione si verificarono una serie di congiunture fatali che portarono alla collisione del Titanic con un iceberg:
- il mare era straordinariamente calmo e questo costituisce un rischio poiché le onde, non infrangendosi su nessun ostacolo, celano la presenza di eventuali iceberg;
- le temperature scesero molto al di sotto della media stagionale;
- il personale adibito a ricevere e trasmettere dispacci ignorò completamente le numerose segnalazioni di ghiaccio in mare, che arrivavano dalle navi presenti nel raggio di qualche lega e che non furono mai recapitate in plancia di comando;
- la luna era completamente assente, quindi non vi era una fonte di luce che potesse supportare la visuale;
- il capitano, anche se non è mai stata pienamente chiarita la sua responsabilità, decise di aumentare, inspiegabilmente, la velocità della nave, probabilmente per arrivare con un giorno di anticipo rispetto al programma di viaggio.
La miscela di questi elementi fatali provocò la collisione della nave con un iceberg, alle ore 23.40 la sera del 14 aprile 1912. Purtroppo nessuna manovra messa in atto per evitare l’iceberg fu sufficiente a evitare l’impatto, in quanto l’iceberg venne avvistato solo a poche centinaia di metri di distanza, troppo poche per una nave di quella stazza. Le vedette, inoltre erano sprovviste di binocolo – incredibilmente – e non riuscirono a vedere a occhio nudo l’ostacolo che si stava aprendo di fronte al Titanic, inoltre, come abbiamo detto la completa assenza della luna rese ancor più difficoltosa la visuale. Lo squarcio provocato dall’impatto allagò immediatamente cinque scompartimenti. Secondo i calcoli di Thomas Andrews, uno degli ingegneri navali che aveva presieduto a tutte le fasi di progettazione del Titanic, il transatlantico sarebbe potuto rimanere a galla con quattro compartimenti allagati, ma non con cinque, come venne riscontrato dalle prime indagini effettuate nei momenti successivi all’impatto.
In poche parole, non c’era più nulla da fare: sarebbe stata solo una questione di ore Il resto, purtroppo, lo conosciamo fin troppo bene, nell’arco delle ore successive, la nave cominciò a imbarcare acqua inesorabilmente, inabissando prima la prua della nave che venne trascinata lentamente verso il fondo. A un certo punto, però, la prua non riuscì a reggere il peso della poppa e la nave si spezzò. A quel punto, l’affondamento accelerò e nel giro di poco tempo, anche la poppa scomparve per sempre al di sotto della superficie del mare, andando a depositarsi sul fondo dell’oceano alle ore 02.40 del 15 aprile 1912. Le vittime furono davvero moltissime, si stima che nell’affondamento perirono circa 1500 persone delle 2000 trasportate e di queste quasi 800 erano passeggeri – tra di essi si trovavano anche alcuni degli esponenti più in vista e facoltosi della classe dirigente di allora – mentre il resto delle vittime erano componenti dell’equipaggio, tra cui il capitano Edward J. Smith, il quale sarebbe dovuto andare in pensione all’indomani della celebre traversata che rappresentava il culmine della sua onorata carriera nella marina inglese.
Differenze tra realtà dei fatti e il film Titanic
La triste storia dell’affondamento del Titanic è narrata dettagliatamente nel film Titanic, del 1997. Benché il film non sia l’unica opera cinematografica a narrare le vicende della nave più famosa della storia, tuttavia, è pur vero che è, forse, il film più bello, ma anche quello più accurato sotto il profilo storico. Il regista James Cameron ha studiato nel dettaglio la vicenda dell’affondamento del Titanic, avvalendosi di documenti storici e fonti d’archivio per la ricostruzione dei fatti. Infatti, come ha dichiarato spesso, in numerose occasioni, sia quando il film uscì per la prima volta, sia negli anni successivi alla prima cinematografica, il suo intento principale era quello di ricostruire dettagliatamente cosa fosse accaduto durante quella notte terribile, restituendo allo spettatore una storia colma di verità, ma al contempo di bellezza. Il film del 1997 infatti, vanta un elemento che rende la pellicola ancor più meritevole degli 11 Oscar conseguiti (Titanic, infatti, è l’unico film della storia del cinema ad essersi aggiudicato un numero così alto di Oscar insieme a Ben hur e Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re): la durata della sequenza filmica che ricostruisce le vicende successive all’impatto con l’iceberg con il conseguente affondamento dura esattamente quanto il tempo reale che la nave impiegò per affondare. In questo modo, lo spettatore entra ancora di più all’interno della storia, immergendosi completamente nella vicenda.
Un altro elemento di aderenza tra il film e la storia, che vale la pena ricordare, è senza dubbio l’accuratezza nella ricostruzione degli interni della nave e i costumi indossati dagli attori, i quali sono esattamente cuciti secondo le fogge che andavano di moda nel 1912. Quanto agli interni ricostruiti nel film, a onor di informazione, sappiamo che non esistono foto del Titanic ma solo della sua nave gemella, il transatlantico Olympic, pertanto le ricostruzioni degli interni che abbiamo potuto vedere nella pellicola del 1997 sono stati realizzati basandosi sulle foto dell’Olympic e non del Titanic.
Infine, all’interno del film vengono ricordati alcuni dei passeggeri che realmente viaggiavano sul Titanic e questo conferisce ancora di più valore alla pellicola. Nei fatti narrati, quindi, il film Titanic non differisce molto dalla verità storica eccezion fatta per alcuni elementi narrativi che sono più funzionali alla narrazione cinematografica che a quella storica.
La storia d’amore tra Jack e Rose in Titanic: i due personaggi sono esistiti davvero?
Del film di James Cameron, oltre che per la ricostruzione accurata dell’affondamento, ci ricordiamo anche per le straordinarie interpretazioni dei due attori che nel 1997 erano alle prese con il loro primo ruolo importante: Leonardo Di Caprio e Kate Winslet i quali interpretavano, rispettivamente, Jack Dawson un giovane artista spiantato di umili origini irlandesi, e Rose DeWitt Bukater, una ricca fanciulla dell’alta società in procinto di sposarsi con il suo fidanzato, che proprio sulla “nave dei sogni”, come viene definito il Titanic all’interno del film si conoscono e si innamorano. La breve e intensa storia d’amore culmina con una scena madre del film: il ritratto di nudo che Jack realizza per Rose.
Per quanto la storia abbia fatto sognare generazioni su generazioni, purtroppo dobbiamo svelare che i due personaggi sono totalmente fittizi e non sono mai esistiti, a differenza invece di molti altri personaggi che vengono mostrati durante il film.
Tuttavia anche se è assodato che Rose e Jack non sono mai esistiti e non hanno mai viaggiato sul Titanic, tuttavia James Cameron, per la delineazione dei due personaggi si sarebbe ispirato a personalità realmente esistite. Per il personaggio di Rose, infatti, sembra che Cameron si sia ispirato a Beatrice Wood, un’artista e ceramista di origini americane. Tra la Wood e la Dewitt Bukater vi sono infatti molte similitudini che lascerebbero intendere che dietro a questa ipotesi ci sia del vero:
- sono entrambe di buona famiglia;
- sono promesse a uno sposo che non amano e non desiderano sposare;
- viaggiano tra l’Europa e l’America;
- raggiungono i 100 anni di età;
- si dedicano all’arte della ceramica in tarda età.
Totalmente inventato invece, è il personaggio di Jack Dawson che non è mai esistito anche se, dopo l’uscita del film, molti fan e ammiratori andarono in pellegrinaggio presso il cimitero Fairview di Halifax, in Canada, dove sono seppellite moltissime vittime dell’affondamento del Titanic.
Tra le tante lapidi vi è anche una che riporta “J. Dawson”; in molti hanno pensato che si trattasse del vero Jack Dawson, ma ben presto venne svelato che in verità, sotto la lapide, giaceva Joseph Dawson, un macchinista che effettivamente morì nell’affondamento del Titanic.