Laura Pausini pubblica Simili, nuovo album ricco d’amore e sentimento. Di seguito recensione e parte di testo dei quindici inediti contenuti nella tracklist del disco che, a poche ore dall’uscita, vola in vetta alla classifica iTunes
Laura Pausini, una certezza italiana che sfida i “mostri” internazionali nella classifica iTunes
La scorsa estate venne istituito il Simili Day, durante il quale migliaia di fan di Laura Pausini si incontravano nelle piazze di Roma, Milano e Bari per condividere la propria passione per la “divina” e per acquistare i biglietti in vista del Tour Stadi 2016. Giunti al 6 novembre, possiamo affermare che il vero Simili Day è arrivato in queste ore, in concomitanza con la pubblicazione del tanto atteso album che segna il ritorno di Laura Pausini nella giungla discografica italiana. Ogni anno, soprattutto nell’era dei talent show, le nostre radio vengono letteralmente invase da nuovi fenomeni, meteore o piacevoli sorprese destinate a durare nel tempo, ma chi ricorda cos’era la musica italiana fino a 20 anni, saprà anche che alcuni nomi non rischiano mai di perdersi in queste costanti ondate di novità ma, anzi, riescono a rimanere delle vere e proprie certezze senza tempo. Questo discorso arriva ben oltre i gusti individuali delle persone, la musica in fondo non è che una forma d’arte e come tale porta con sé tutta la propria soggettività rispetto a chi la osserva (ed in questo caso a chi la ascolta). C’è poi da dire che il mondo digitale ha decisamente dimezzato l’euforia con cui, all’uscita di un disco “importante”, i negozi di dischi risultavano letteralmente invasi da mandrie di fan o semplici curiosi che trascorrevano così i successivi due mesi a consumare il compact disc nella propria auto, con tanto di libricino per seguire i testi dei brani. Oggi è sicuramente tutto più “freddo” e sono pochi gli artisti che ancora hanno la fortuna di vedere i propri lavori discografici nelle mani delle persone, andando invece a visualizzare i propri risultati nella classifica iTunes, definibile a tratti come “senza anima”. Ed è proprio la piattaforma Apple a parlare chiaro, evidenziando come in questi giorni a far da padrona siano principalmente artisti italiani, guarda caso proprio quelli considerabili più “vintage” e quindi capaci di calamitare a sé la fiducia di chi ormai da anni continua ad acquistare la vera musica italiana, e non è troppo strano che siano sempre questi artisti coloro che possono ancora vantare un buon numero di vendite “fisiche” dei propri album, spesso stampati anche in versione LP. Tra i nomi storici di cui parliamo non può che essere citata anche Laura Pausini, la regina del pop italiano, apprezzata come non mai anche oltre i confini italiani, con tanto di Grammy vinto proprio in rappresentanza della musica latino americana. A poche ore dalla sua uscita, l’album Simili brilla in cima alla classifica iTunes e lì è destinato a rimanere per diverso tempo, nonostante l’intensa concorrenza internazionale (vedi Justin Bieber, One Direction ma soprattutto Adele) che si andrà creando nelle prossime settimane.
Quindici singoli inediti per cantare quanto l’amore, la vita ed i sogni ci rendano “Simili”: recensione e testo dei brani in tracklist
Potremmo definirla come una delle cantanti più amate ma anche la più criticata. Quando si tratta di Laura Pausini, l’Italia si spacca in due seguendo i propri gusti musicali tra chi apprezza la semplicità con cui l’artista de La Solitudine canta di amore e sogni, e chi invece proprio non manda giù il fatto che da sempre la stessa Pausini continui a presentare inediti considerati monotematici. Ma Laura Pausini è proprio questo, una vera e propria certezza per la musica italiana, una sorta di familiarità, un punto di riferimento che resta coerente e che abbraccia una grandissima fetta di pubblico. Ne è trascorso di tempo da quel febbraio 1993 che la vedeva trionfante sul palco del Festival di Sanremo ma che allo stesso tempo evidenziava una diciottenne estremamente timida, totalmente lontana dalle adolescenti di oggi, così sicure ma anche così fredde, umanamente parlando. Laura Pausini è riuscita negli anni a fare gavetta e a ritagliarsi il suo straordinario successo, e se il suo esser divenuta più consapevole delle proprie capacità la porta ad essere criticata, allora di certo svolto un buon lavoro. La timida ragazza di Solarolo è cresciuta, è diventata mamma e torna dopo quattro anni a pubblicare un nuovo album di inediti. La scelta del titolo, Simili, è stato spiegato direttamente dall’artista attraverso i social network:
“Simili è quello che siamo ed è ciò che sento quando penso a noi. Uguali e differenti, uniti dagli stessi sogni, le stesse paure e le stesse emozioni. Simili, in cerca di altri “noi” per diventare una storia”.
Laura Pausini continuava raccontando quanto nel suo ultimo lavoro discografico i suoi sostenitori avrebbero ascoltato nuove note e nuove storie, con l’obiettivo di condividere attraverso la musica la nuova Laura, tutto ciò che è diventata soprattutto dopo l’esperienza della maternità. Con Simili si percepisce effettivamente una sorta di “abbraccio materno” con cui Laura Pausini torna a contatto con i propri fan, presentando quindici brani inediti tra cui spiccano lavori scritti da celebri colleghi dell’artista romagnola, quali Giuliano Sangiorgi, Biagio Antonacci e Jovanotti. Non mancano poi numerosi pezzi scritti invece da Niccolò Agliardi, una certezza per il cantautorato italiano.
Ad aprire la tracklist di Simili troveremo quindi Lato destro del cuore, primo singolo estratto dall’album ed il cui testo è stato scritto da Biagio Antonacci. Sul brano Laura Pausini ha dichiarato, “Innamorarsi di nuovo è bello ma complicato. Dopo una delusione il cambiamento deve avvenire dentro di noi, per credere nuovamente e permettere al lato destro del nostro cuore di trovare la propria metà e completarsi di nuovo“, sarebbe dunque superfluo aggiungere altro per descrivere qui la canzone. L’album prosegue con il singolo omonimo, Simili, ed anche qui, dopo aver letto la premessa della stessa Laura Pausini, risulta semplice intuire il carattere del brano. “Io così simile a te, a trasformare il suono della rabbia, io così simile a te un bacio in fronte e dopo sulle labbra. La meraviglia di essere simili, la tenerezza di essere simili, la protezione tra esseri simili. Non mi domando più se ci sarà qualcuno a tendere la rete, pronto a soccorrere, me lo ricordi tu chi vola impara a sfottere le sue cadute come a difenderle, così fai tu che nascondi piano la tosse e il cuore nella stessa mano, arrivi tu che sai chi sono“. La musicalità è coinvolgente, decisa, facile da ricordare. Andando avanti troviamo l’inedito scritto da Tony Maiello, vincitore per la categoria Sanremo giovani nel 2010. Il testo di 200 note risulta intenso, carico di parole che Laura Pausini scandisce con dolcezza e delicata malinconia. Parole destinate a diventare un must sui social network, come ad esempio “Ricordo ancora l’emozione mentre se ne andava il sole e nella camera 200 note. La mia vita puntualmente ha il suo destino da incrociare, da sfiorare anche un attimo soltanto. Ed è forse vero che quello che ti porti dentro è sempre tutto ciò che non hai mai potuto avere accanto e quindi cerco di respingere le tracce di un ricordo lontanissimo. Le mie mani fredde e i miei capelli neri e lunghi sulle spalle, le labbra un po’ impacciate sussurravano, mi puoi guardare? non ti fermare“.
Quarto nella tracklist di Simili è Innamorata, brano che Jovanotti ha donato alla Pausini, saturo di caratteri palesemente in stile Cherubini, inizialmente troppo distanti dalle sonorità pausiniane ma che già al secondo ascolto risultano più fluide ed apprezzabili. Il ritmo c’è e non manca l’alto livello di positività che accompagna l’intero testo, “Tu non sai cosa può fare una donna innamorata, una donna innamorata della vita come me. Posso correre sul filo dove scorre la corrente, posso credere al futuro, stare persa tra la gente. Prenditi quello che meriti, un amore senza limiti e non provare a farmi credere quello che non puoi concedermi, prendi le mie mani e baciami, portami dove ti porterei, dimmi cose da non crederci, portami fuori di me, dentro di noi“. Arriva poi il turno di Chiedilo al cielo, scritta invece da Agliardi che riporta Laura Pausini a cantare un pezzo romantico ma allo stesso tempo energico e con una buona parte testuale ad accompagnarlo, “Per quel senso di vuoto che avanza e non sai spiegare cos’è, mi manchi ogni giorno, credi, è il modo di dirtelo che io non ho, ti devo un ritorno vedi, è solo il percorso quello che io non so, chiedilo al cielo, forse ce lo dirà” e subito vien spontaneo fare un triplo salto carpiato nei propri trascorsi sentimentali. Sesta traccia del disco è Ho creduto in me, una ballad che parla di un amore finito, la voce di Laura Pausini qui è più intensa che mai, “Quando per non dire troppo, non ho detto mai quando il sangue nelle vene era piombo ormai quando hai detto “mi spiace” troppo poco però e hai deciso di andare io purtroppo no. Ho creduto a me ai miei occhi scuri come certe sere quando non respiri, quando cade il cielo ma non muori tu“. In questo caso neanche Adele sarebbe riuscita a rendere così bene l’idea della tristezza che ti invade nel periodo post-chiusura di una storia. Fortunatamente, proseguendo con il disco, troviamo Nella porta accanto, di carattere decisamente più allegro, una dichiarazione d’amore scritta direttamente da Laura Pausini e che riporta positività nelle note cantate dall’artista, “Coincidenza che ci sei perché io non mi accontento quasi mai, ma ti osservo di nascosto ed hai un quadrifoglio in bocca, io te lo mangerei. Ho aspettato questo giorno ed ora tu sei qui e guarda come sei, più che incantevole“. E dopo circa 3 minuti e 40 secondi si torna in un’atmosfera estremamente romantica, Il nostro amore quotidiano, ma in fondo l’amore è l’argomento per eccellenza e l’artista italiana riesce in questo caso a raccontare una storia intensa, inizialmente caratterizzata da dubbi ed incertezza ma che poi esplode in tutta la sua potenza. Le parole, scritte ancora una volta da Agliardi, colpiscono nel segno, “Ti ricordi come cominciò? Ti dispiace stringermi la mano, io ti ho risposto non lo so. Ti ricordi come continuò, ti dispiace adesso se ti amo, con gli occhi chiusi ho detto no. Poi scoppiò la vita che di più non può. Si nasconde ovunque il nostro amore quotidiano, nella mia valigia e nei tuoi voli in aeroplano, nelle partenze all’alba improvvisate, in un miracolo che è tutto qua, nella normalità” e così via. Superata metà della tracklist, arriviamo ad ascoltare Tornerò (con calma si vedrà) il secondo pezzo scritto da Biagio Antonacci, accompagnato da una musicalità travolgente e dai caratteri cubani. Una donna lascia le proprie radici per assecondare i propri sogni e quindi realizzarsi prima di tornare da dove è partita, “Al cane ho detto ci vediamo presto, mia madre pane e affetto gli darà, ho dato acqua tanta alle mie quattro piante poi si vedrà. Ho la pelle che suda ma curiosa e furtiva io tornerò con tre monti negli occhi e momenti vincenti io tornerò affacciarsi sul mondo dal terrazzo più bello che c’è. Ho capito davvero che il tempo ha valore e che niente e che nessuno lo restituirà. Con calma si vedrà, il lavoro mi piace ma al momento mi dice vai fino a dove non sei stata mai”. Decimo singolo di Simili è Colpevole, brano di cui la stessa Laura Pausini è coautrice, anche qui il ritmo non manca seppur le parole siano decisamente meno “leggere” rispetto alla precedente traccia, a tratti quasi spietate, “Perché stai qui, cosa ci fai, anche col trucco resti ciò che sei non è con una ruga di dolore che copri quelle della falsità. Danni ne hai fatti come no, gli anni li paghi tutti e subito, sconti la poca dignità. Colpevole, come si sta di plastica, capolavoro di mediocrità”.
Più o meno sulla stessa linea d’onda naviga Io c’ero (+ amore x favore) il secondo pezzo scritto da Laura Pausini che, come Colpevole, punta il dito verso chi ha giocato con i sentimenti altrui, il tutto smorzato da un sound decisamente dance. “Ho sepolto il ricordo nella sabbia e l’ho abbandonato là. Ho pagato il danno del tuo inganno per la mia libertà, se io potessi ritornare indietro, indietro io ti ci rimanderei, ti farei vivere ciò che ho vissuto usando i miei occhi e la mia ingenuità. Ma io c’ero e mi ricordo tutto il dolore, io c’ero e cerco più amore per favore, io c’ero e ne ricavo soltanto un fiore“.
Per Simili Laura Pausini ha lavorato anche con Giuliano Sangiorgi, il leader dei Negramaro. Nasce da questa collaborazione Sono solo nuvole, dodicesima traccia dell’album. Una ballad delicata in cui i protagonisti assoluti sono il pianoforte e la calda voce della cantante che racconta di una storia giunta ormai al capolinea. “Sono sempre stata appesa ad un filo, il mondo è senza età e non importa più di resistere. Di quello che mi dai non so che farmene. Sono solo nuvole tra noi, che si dileguano di schiena, andando via di scena senza dire una parola, come quando il tempo passa e non aspetta più per noi“.
Siamo quasi alla fine dell’ascolto e già possiamo affermare che le prime dodici tracce rappresentano un ricco buffet di canzoni che spaziano tra il melodico ed il dance, passando per suoni dal carattere rock e salentino. Ma il meglio arriva con gli ultimi tre brani di Simili che Laura Pausini dedica, nell’ordine, alla musica, al padre Fabrizio e alla figlia Paola. Avremo quindi Per la musica, il cui nome è tutto un programma ed effettivamente il testo non smentisce le aspettative “E tu che ne hai fatta di strada per essere qua, ogni chilometro ha un anima e mille identità noi siamo quelli che restano svegli, ci salviamo in un attimo per la musica”. Penultima traccia è Lo sapevi prima tu, una splendida dichiarazione d’amore che una figlia dedica al proprio padre, in questo caso Fabrizio Pausini, da sempre sostenitore della figlia con la quale duettava nei piano bar di paese mostrando per la prima volta al mondo colei che, a distanza di 20 anni, sarebbe diventata l’artista italiana più apprezzata nel mondo. “Tu che mi hai creato il cuore in mezzo a tutta questa gente che mi hai presa per ciò che sono, lo sapevi prima tu che questo sangue è buono prendimi tra le tue braccia, prendi il colletto e questa faccia accarezzami piano piano con un gesto della mano come quando ero bambina e per starti più vicina mi mettevo a gridare solo per farmi guardare da te lo sapevi prima tu del mio coraggio e del dolore che non mi avrebbe risparmiata in questa vita che andava vissuta, senza timori né barriere cercando cose che fanno bene e ci hai creduto prima tu che mi hai insegnato a volare, lo sapevi prima tu che ero pronta per sognare”. Chapeau!
Finisce il disco con È a lei che devo l’amore che vede la collaborazione di Niccolò Agliardi, Laura Pausini, del compagno Paolo Carta e della loro bambina, Paola. Le parole del brano ovviamente sono rivolte alla piccola che, con la sua voce, contribuisce a rendere profonda e dolce questa ninna nanna. “È a lei che devo l’amore, la mia vita è stata un canto, quante strade che ha il mondo, piccolo o grande che sia, se l’amore è un cielo aperto, non lo devo che a lei. Lei mi ricorda mia madre nei suoi gesti sinceri, l’espressione e gli umori, lei mi accompagna e mi ascolta, a lei piace imitarmi, a lei piace volare. Siamo già pronte per partire”.
Laura Pausini torna dunque in grande stile e, per quanto se ne possa parlare, si conferma come una realtà insostituibile e necessaria per la musica italiana. L’album Simili accresce così l’attesa per il Tour 2016 che la vedrà impegnata in tre concerti-evento allo Stadio San Siro di Milano (04/06) all’Olimpico di Roma (11/06) ed infine all’Arena della Vittoria (18/06). L’artista sarà inoltre impegnata nel prossimo mese di aprile con un programma Rai che la vedrà conduttrice al fianco della sua amica Paola Cortellesi. Andrò poi in onda, il prossimo 14 novembre su Rai 1 La meraviglia di essere Simili con cu Laura Pausini racconterà al proprio pubblico il viaggio ed il lavoro che l’ha condotta alla pubblicazione del suo ultimo lavoro discografico.