Per la legge di Stabilità arriva un altro parere negativo: dopo quelli della gente (dimostrati dai sondaggi) e dell’Unione Europea, che ne ha criticato alcuni passaggi, arrivano i dubbi della Corte dei Conti, non molto convinta dai provvedimenti previsti nella manovra, che invece di risolvere i problemi in pratica si limita a rinviarli di un anno. Eppure al momento della sua uscita il Governo Renzi aveva parlato del provvedimento come la soluzione per una moltitudine di questioni che gravano sul nostro Paese.
Le critiche della Corte dei Conti
Nella sua audizione Raffaele Squirteri (presidente dell’Alta Corte dei Conti) non è stato tenero nei confronti della legge di Stabilità, attualmente in attesa di approvazione. Il giudizio della Corte dei Conti è molto importante, in quanto si tratta dell’organismo indipendente dall’Esecutivo a cui la Costituzione affida il compito di controllare e consigliare coloro che amministrano la vita economica e politica dell’Italia.
Uno dei punto che non è piaciuto alla Corte dei Conti è il modo in cui verrà abolita la Tasi: l’eliminazione così com’è prevista dalla legge di Stabilità avvantaggia i Comuni che avevano deciso di applicare le aliquote più alte; poi c’è il rischio che il mancato gettito garantito dalla tassa sulla prima casa possa ricadere sui cittadini non residenti.
Il principio di stanziare dei fondi per il nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) nella Sanità Pubblica è ottimo, però con un budget di soli 500 milioni c’è il pericolo che si debba offrire un servizio solo se se ne taglia un altro. Altre critiche alla legge di Stabilità riguardano lo sblocco dei contratti statali, la cui incidenza sarà minima nel 2016 e alta nel 2017, e i temi legati a pensioni e clausole di salvaguardia. In pratica la manovra non risolve i problemi, semplicemente li rinvia al 2017.
Continuano i lavori sulla legge di Stabilità: i problemi da risolvere
Domani nelle Commissioni Lavoro ricomincerà la discussione sulla legge di Stabilità: alle critiche strutturali mosse dalla Corte dei Conti si aggiungono quelle relative alla settima salvaguarda; questo intervento di tutela avrebbe dovuto sistemare in modo definitivo la questione degli esodati, ma in realtà, stando così le cose, ne servirà anche un ottavo. C’è poi da risolvere il nodo legato all’Opzione Donna: con l’aumento di tre mesi dell’età minima per ottenere la pensione anticipata si rischia di creare una discriminazione per quelle donne che sono nate nel quarto trimestre del 1958.
Presto verranno depositati tutti gli emendamenti, ma nel mentre proseguono i lavori: oggi hanno dato il loro parere le parti sociali, confindustria, sindacati e cooperative. Sul fronte previdenziale è stato richiesto qualche cambiamento, soprattutto per introdurre quella flessibilità in uscita di cui da tempo si parla me che non compre nella legge di Stabilità.