La Consulta ha deciso di rendere ancora possibile il cambio delle lire in Euro: chi a casa ha ancora qualche banconota del vecchio conio può portarle presso gli sportelli della Banca d’Italia per ottenere il corrispettivo in Euro. Nel 2002 la moneta unica sostituì le lire in modo definitivo dopo un breve periodo di convivenza.
Il passaggio dalle lire all’Euro e il blocco del cambio anticipato dal governo Monti
Fu un passaggio epocale, ma anche un evento traumatico per coloro che per gran parte della loro vita avevano imparato a fare i conti in lire: chi ha qualche annetto si ricorderà senza dubbio il continuo ricorso a delle speciali calcolatrici, gli euroconvertitori, oppure quelle pubblicità che per insegnare le persone a quantificare le cifre in euro consigliavano di fare dei calcoli del tipo “raddoppi la cifra e ci metti tre zeri”. Dal giorno in cui l’Euro sostituì le lire in modo permanente vennero dati agli italiani dieci anni di tempo (che sarebbero scaduti il 28 febbraio del 2012) per cambiare tutte le lire che possedevano in Euro. Da quella data le monete e le banconote del vecchio conio sarebbero di fatto diventate inutili; il governo Monti, in un periodo di piena crisi, decise di anticipare il blocco del cambio di tre mesi. La Corte Costituzionale ha però deciso di cancellare questa prescrizione, e dal 6 Novembre 2015 (in teoria) sarà nuovamente possibile cambiare le lire in Euro.
Questa riapertura al cambio si è resa necessaria perché secondo le statistiche non sono state convertite lire per un totale che ammonta a circa due miliardi di euro. Un vero e proprio tesoro: sono evidentemente tantissimi gli italiani che nelle loro case hanno ancora qualche somma in lire. Alcuni di loro hanno deliberatamente scelto di conservare qualche moneta o qualche banconota per ricordo o collezionismo, mentre altri semplicemente non si ricordavano di possederne.
La decisione della Consulta, Banca d’Italia non pronta
Secondo alcune segnalazioni rese note dalle associazioni dei consumatori, in alcuni casi i tesori perduti non di limitavano a qualche spicciolo, ma arrivavano addirittura a milioni di lire. Nel novembre del 2011 il governo Monti decise di anticipare di qualche mese il blocco del cambio previsto, come abbiamo detto prima, il 28 febbraio dell’anno successivo. Questa prescrizione anticipata è stata definita incostituzionale dalla Consulta: in pratica le lire non cambiate, invece di finire nelle tasche dei cittadini che le detenevano legittimamente, sono andate ad arricchire le casse dello Stato. Il tutto sempre nell’ottica dei sacrifici a cui gli italiani dovevano andare incontro per affrontare la crisi che in quel periodo era particolarmente pesante.
I tre mesi “rubati” dal governo Monti saranno recuperati. Chi ha ancora banconote (per le monete non c’è più nulla da fare) delle vecchie lire potrà cambiarle in Euro esattamente con la stessa procedura prevista quattro anni fa: bisogna presentarsi ad uno sportello della Banca d’Italia con la somma in lire e chiederne il cambio in Euro. Ma dalla Banca d’Italia stessa fanno sapere che in questo momento non sono in grado di procede con il cambio, e che si stanno studiando le soluzioni per rispettare la decisione della Consulta: la finestra riparatrice di tre mesi per la conversione dovrà essere stabilita in tempi brevi. Grazie alla decisione della Corte Costituzionale alcuni distrattoni che hanno scoperto dopo il blocco di Monti di avere un tesoro in lire hanno un’altra opportunità di recuperare i loro soldi: la caccia alle lire dentro casa è iniziata!