L’Isis nel cuore di Baghdad e Arabia Saudita

Pubblicato il 30 Mag 2015 - 3:35pm di Irene Masala

Le milizie dell’Isis rivendicano gli attentati di questa notte nei parcheggi di due tra gli hotel a cinque stelle più chic di Baghdad, lo Sheraton e il Babil, il cui bilancio finale è di 15 morti e 42 feriti. Stando alla prima ricostruzione fornita dai media locali, sulla base dei filmati delle telecamere, la prima esplosione si è verificata nel parcheggio del Babil, causando la morte di 6 persone e ferendone altre 14. Un minuto dopo si sente la seconda deflagrazione proveniente dai parcheggi dello Sheraton, o Cristal Hotel, con 3 persone morte sul colpo e altre 13 gravemente ferite. Entrambi gli attentati non sono stati rivendicati nell’immediato, ma la situazione in cui versa l’Iraq, completamente in balia dei jihadisti dello Stato Islamico, lasciava poco spazio ad altre possibili opzioni. L’attentatore, in seguito identificato dai mandanti dell’Isis come Abu Qutayba, avrebbe parcheggiato la sua macchina carica di 200 chilogrammi di esplosivo davanti all’ingresso dello Sheraton.

Ancora più preoccupante l’attacco delle forze del Califfato in Arabia Saudita, il secondo in sette giorni. L’attacco è stato diretto contro una moschea sciita nella città di Dammam, solo poche ore dopo il duplice attentato a Baghdad, per un totale di 4 vittime che si aggiungono ai 22 fedeli sciiti uccisi qualche giorno fa nell’esplosione, sempre di matrice Isis, dentro la sala preghiere di Qatif, sempre nella parte orientale della regione saudita.  Dammam è il principale porto sul Golfo Persico e la presenza di jihadisti dell’Isis nella regione è un fattore di forte preoccupazione per le autorità saudite, che non prevedevano, rifornendo di armi e denaro le forze dello Stato Islamico in Siria e in Iraq,  una radicalizzazione del Califfato anche in quest’area. L’obiettivo era quello di raggiungere il parcheggio della mosche di Annud, secondo fonti interne della televisione panaraba al Arabyia, dove una ventina di fedeli sciiti era riuniti come da tradizione per la preghiera comunitaria del venerdì.

Dopo l’attacco alla guest house di Kabul, pare evidente come i target degli attentati siano sempre rivolti ad obiettivi sciiti o occidentali, entrambi considerati acerrimi nemici dell’Islam e, quindi, di ogni appartenente all’Isis. Ed è con questa consapevolezza che si affronterà la conferenza del 2 giugno a Parigi per fare il punto sull’avanzata quasi irrefrenabile dell’Isis dopo nove mesi di attacchi aerei guidati dagli Stati Uniti.

Info sull'Autore

Laureata in Scienze Politiche e Giornalismo ed Editoria, da anni si occupa di geopolitica e relazioni internazionali, con particolare interesse per il Medio Oriente e il conflitto arabo-israeliano. Due grandi passioni, scrivere e viaggiare, l'hanno portata a trascorrere gli ultimi sei anni tra Roma, Valencia e Israele/Palestina. Ha inoltre frequentato il Master in Giornalismo Internazionale organizzato dall'IGS (Institute for Global Studies) e dallo Stato Maggiore della Difesa, nell'ambito del quale ha avuto modo di trascorrere due settimane come giornalista embedded nelle basi Unifil in Libano.

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