L’Italia è il paese dell’Unione Europea che cresce meno. Il paese in cui la disoccupazione continua a salire, e il 43,1% dei giovani non ha lavoro. Ma, nonostante l’impercettibile segnale positivo, l’Istat vede la ripresa e, dopo un triennio nero, alla luce dei dati attuali parla di fine della recessione . L’ottimismo dell’Istituto Nazionale di Statistica allunga la sua previsione fino al 2017. L’Istat, in linea con quanto riporta il Def (il Documento di economia e finanza), prevede un aumento del Pil dello 0,7% a cui seguirà una crescita del’1,2% nel 2016 e dell’1,3% nel 2017.
Non ci sono risultati brillanti per il mercato del lavoro. Le misure del governo non stanno producendo gli effetti sperati. Nel 2015 l’occupazione salirà solo dello 0,6%. Nonostante l’impegno preso dal Jobs Act, il tasso di disoccupazione si attesterà al 12,5% quest’anno e calerà in modo davvero insignificante al 12% il prossimo anno e all’11,4% nel 2017.
Si sposta al rialzo, ma in modo debole, anche il trend dei consumi privati. Quest’annno registreranno una crescita pari allo 0,5%, favorita “da un’evoluzione positiva del reddito disponibile e dal graduale incremento dell’occupazione”, riporta l’Istat. Il tasso di risparmio si attesterà poco al di sopra dei valori del 2014. Nel biennio successivo, l’aumento dei redditi da lavoro dipendente, associato a una ripresa dell’occupazione, “continuerà a sostenere i consumi privati che aumenteranno dello 0,7% nel 2016 e dello 0,9% nel 2017”.
Nonostante i piccoli numeri, secondo l’Istat la ripresa c’è e la deflazione dovrebbe essere alle spalle. L’inflazione segnerà un moderato recupero dal 2015 (+0,2%). In assenza dell’applicazione delle clausole di salvaguardia relative ad accise e aliquote Iva, nel 2016 l’inflazione è prevista in media all’1,4% mentre nel 2017 si attesterà su un valore appena superiore. Secondo l’istituto di statistica, nel 2015, la relativa stabilità dei mercati monetari e finanziari favorirà il miglioramento delle condizioni di accesso al credito. La ripresa economica e il miglioramento delle aspettative costituiranno un ulteriore elemento di stimolo alla ripresa del processo di accumulazione del capitale.
La crescita degli investimenti si attestera’ all’1,2% e sara’ trainata principalmente dalle macchine e attrezzature e dalla spesa in beni della proprieta’ intellettuale, a cui si accompagnera’ un lieve recupero della componente residenziale. La dinamica degli investimenti in altre opere di costruzione risultera’ in lieve rallentamento nell’anno in corso. La dinamica degli investimenti fissi lordi e’ prevista rafforzarsi nel 2016 (+2,5%) e nel 2017 (+2,8%).