Durante gli interrogatori Salvatore Buzzi continua a svelare nomi di importanti esponenti politici coinvolti nella vicenda Mafia Capitale, tra cui anche Angelino Alfano e Maurizio Lupi.
“Se parlo io, crolla il governo” così Salvatore Buzzi protagonista dello scandalo Mafia Capitale aveva esordito durante i suoi interrogatori. Passano i giorni e addirittura la maxi indagine in corso sembrerebbe trasformare la vicenda da Mafia Capitale a Mafia Regionale, allargando il discorso mazzette e tangenti ben oltre la singola città di Roma. Coinvolto, tra gli altri, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, più volte richiamato in Consiglio dalle opposizioni affinché chiarisse le parole accusatorie di Salvatore Buzzi nei suoi confronti. Zingaretti smentisce tutto dicendo semplicemente “È una macchina del fango contro di me“. Con le ultime dichiarazioni di Buzzi però, sembra che al marcio non ci sia mai fine. Escono fuori anche i nomi del Ministro dell’Interno Angelino Alfano e dell’ ex Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi, ma andiamo con ordine.
Mafia Capitale, Buzzi contro tutti: “politici famelici, mai pagato così tanto il PD”
Con queste parole al veleno Salvatore Buzzi continua a puntare il dito verso ogni rappresentante del PD coinvolto nella gestione della Regione Lazio e quindi del Comune di Roma, a partire da Nicola Zingaretti, passando per la giunta Alemanno, fino ad arrivare al Sindaco di Roma Ignazio Marino che ad oggi continua ancora a dirsi totalmente estraneo alla vicenda Mafia Capitale. Eppure tutto succedeva sotto i suoi occhi, facendolo quantomeno peccare di Culpa in Vigilando.
Sul governatore regionale Zingaretti, le accuse sono pesanti. Buzzi Si parla di una gara del 2014 nella quale 1 miliardo di euro sarebbero dovute andare ad un centro unico di prenotazioni ospedaliere. In quel caso i lotti a disposizione erano 4 e Nicola Zingaretti aveva dato vita ad un accordo sulla spartizione degli stessi: tre lotti alla maggioranza ed uno all’opposizione. Senza entrare troppo nei particolari, aggiungiamo anche l’ammissione di Buzzi ad aver sostenuto economicamente la campagna elettorale di Nicola Zingaretti. Tutti i soldi sarebbero andati a Peppe Cionci, spalla di Zingaretti che si occupa esclusivamente del via vai di denaro del Presidente di Regione.
Su Marino poi le parole di Buzzi sono state chiare: “Con Alemanno il potere era in mano agli assessori, con Marino in mano ai capi dei dipartimenti. L’aula consigliare Giulio Cesare si trasformava in un mercato gestito dall’ex presidente dell’Assemblea Mirko Coratti (PD) e dall’ex capogruppo Francesco D’Ausilio (PD) accusato inoltre per aver intascato 6.500 euro come tangente per la gara di pulizia delle spiagge di Ostia”.
Insomma, il giro sembra infinito e pieno di passaggi oscuri. Le parole di Buzzi sembrano aprire sempre più un inquietante vaso di Pandora dai cui segreti in pochi si salvano. Dagli interrogatori portati avanti dal Pm Paolo Lelo emergono particolari anche sulla gestione del Cara di Mineo e quindi sulla gestione del flusso dei migranti. Tra i verbali si è più volte letto de La Cascina, la cooperativa siciliana che, stando alle dichiarazioni di Buzzi, avrebbe intrattenuto rapporti direttamente con l’ex ministro dei trasporti, Maurizio Lupi. Cosa otteneva in cambio Lupi? Il pagamento delle campagne elettorali, ovvio. Insieme a lui, a conoscenza di tutta la situazione e degli scambi di tangenti, c’era anche l’attuale Ministro degli Interni, Angelino Alfano.
Parole al veleno quelle di Buzzi che coinvolge così esponenti di spicco del panorama politico italiano. Ad informare di tali rapporti il capo della cooperativa 29 giugno sarebbe stato direttamente Luca Odeavine, ex capo di gabinetto con la giunta Veltroni, capo della polizia provinciale con la giunta Zingaretti e poi coordinatore nazionale sull’accoglienza per i richiedenti asilo. Il quadro uscito fuori sarebbe il seguente: La Cascina dava mensilmente 10mila euro ad Odevaine il quale a sua volta affidava alla coop vincite di gare. Buzzi parla poi di 100mila euro di mancati pagamenti da parte della coop bianca ma sottolinea quanto il ruolo di Odevaine diventasse marginale nonostante la sua figura a capo della commissione che aggiudicava gli appalti, perché in fondo La Cascina aveva rapporti diretti con Maurizio Lupi.
Conclude Buzzi affermando: “I nostri rapporti arrivavano addirittura al Ministro Alfano. Aveva creato un sistema in Sicilia per cui la gara che veniva consegnata ad Odevaine finiva per spargere una pioggia di soldi in tutta la Regione con premi ai Comuni di circa 3 milioni di euro…”
Si allarga dunque l’imbarazzante quadro mafioso intorno ai rappresentanti politici italiani. Salvatore Buzzi sembra non volersi fermare e, stando a quanto dichiarato fino a questo punto in 5 interrogatori, non risulta difficile immaginare che Mafia Capitale rappresenti solo un tassello di un grande puzzle di illegalità e vergogne.