Matrimoni gay: a un passo l’approvazione negli Stati Uniti e in Francia
Novità sui matrimoni gay in due importantissime nazioni. Dal 26 marzo negli Stati Uniti i giudici della Corte Suprema stanno discutendo in merito alla costituzionalità del Defence of Marriage Act.: legge federale approvata durante la presidenza Clinton nel 1996 che stabilisce che il matrimonio può essere solo tra un uomo e una donna. Il Defence of Marriage Act è considerato da più parti apertamente discriminatorio nei confronti degli omosessuali soprattutto nella parte in cui limita una serie di benefici sanitari, previdenziali e fiscali solo alle coppie sposate eterosessuali. Le decisione non arriverà prima di giugno ma l’intero paese discute e si mobilita per appoggiare le ragioni di una o dell’altra parte.
E, se il Time celebra una vittoria annunciata con due diverse copertine – con due immagini di un bacio tra due donne e tra due uomini – per uno stesso titolo: “Gay marriage already won” (Il matrimonio gay ha già vinto), il Presidente Obama, che è il maggiore sostenitore dell’incostituzionalità della legge, riafferma la sua posizione: “Tutti devono rispettare le opinioni degli altri – ha dichiarato il presidente in un’intervista a Univision – ma quando si parla di legge, tutti dovrebbero essere uguali davanti alla legge”.
I nove giudici della Corte hanno ascoltato le ragioni di favorevoli e contrari e pare che la maggioranza nutra seri dubbi in merito al fatto che possa essere una legge federale a regolare il matrimonio. La definizione dell’istituto matrimoniale dovrebbe invece spettare ai singoli Stati. In America quelli che consentono le unioni omosessuali sono già nove: Massachusetts, Connecticut, Vermont, New Hampshire, Iowa, New York e dal referendum di ratifica svoltosi il 6 novembre 2012, in concomitanza con il voto per l’elezione del Presidente, anche quelli di Washington, del Maine e del Maryland hanno approvato la legge che consente le unioni tra persone dello stesso sesso. Resta, ancora, sospeso in California per via della Proposition 8, legge varata dallo stato nel 2008 che ha vietato i matrimoni gay, prima permessi dalla nazione che da sempre era stata baluardo della comunità gay americana. Anche sulla Proposition 8 la Corte Suprema sarà a breve chiamata a pronunciarsi.
Ma gli Stati Uniti non sono l’unico paese in cui si discute sui diritti delle coppie omosessuali. I cosiddetti matrimoni gay sono ormai legali in molti paesi – a fare da apripista erano stati i Paesi Bassi nel 2001 – e in molti altri si cerca di approdare ad una legge che li consenta. Oltre ai già citati stati americani, anche l’Inghilterra sta facendo passi avanti in questa direzione e di recente Hollande ha mantenuto la promessa elettorale di una legge che permetterà i matrimoni gay anche in Francia.
Il Senato d’oltralpe voterà il provvedimento il prossimo 4 aprile. Le contestazioni però sono aspre. Le manifestazioni contro i matrimoni gay hanno radunato migliaia di francesi sia in gennaio che negli scorsi giorni quando una folla immensa si è radunata sotto l’Arc de Trionphe per esprime il proprio dissenso contro un atto che negherebbe, a loro parere, discendenza e parentela naturale. Ci sono stati attimi di tensioni, qualche piccolo scontro con le forze dell’ordine e hanno fatto la loro comparsa gli Hommen: versione maschile delle più note Femen che manifestano a torso nudo ma che hanno idee opposte e dimostrano il loro dissenso contro Hollande e i matrimoni gay.
In ogni caso, e indipendentemente dall’opinione di chi non vorrebbe la legittimazione delle coppie omosessuali, in tutto il mondo si stanno facendo enormi passi avanti verso una svolta tutelativa nei confronti dei diritti dei gay e, magari, l’esempio di importanti nazioni potrebbe portare qualche piccolo passetto verso la legittimazione dell’amore anche nella nostra nazione.