Ecco come investire i propri risparmi in una congiuntura economica negativa. Il potere d’acquisto di salari e stipendi è eroso dalla svalutazione del denaro dovuta a un’inflazione monetaria preoccupante. Ai piccoli risparmiatori non resta che investire i propri soldi in un strumento finanziario sicuro e con un tasso di interesse allettante: i BTP.
I BTP, acronimo di Buoni del Tesoro Poliennali, non sono altro che un prestito di denaro richiesto dallo Stato Italiano per finanziarsi, metodo utilizzato anche dalle banche ed enti economici privati (Poste Italiane per esempio). La caratteristica principale è rappresentata dal vincolo temporale medio-lungo termine dell’investimento, cioè soldi che non possono essere svincolati se non dopo alcuni anni. In cambio lo Stato pagherà degli interessi più alti. Un’altra caratteristica, molto importante, è la sicurezza dell’investimento. Il risparmiatore è certo di avere indietro il capitale dato in prestito. La garanzia è assicurata dalla stabilità politico-economico e finanziaria di una nazione come l’Italia e dalla sua solvibilità. Dalla costituzione dal Regno d’Italia a oggi, lo Stato ha sempre onorato i suoi impegni presi con i finanziatori, anche durante periodi difficili come le guerre.
Nel mercato mobiliare tale prestito può essere paragonato alle “obbligazioni” o “bond” in inglese, dove le aziende, pubbliche e private, possono emettere dei titoli di credito con i quali i sottoscrittori hanno il diritto di riscuotere gli interessi (cedole) nelle date stabilite e al rimborso del capitale prestato alla scadenza del contratto. Per i BTP, l’ente emittente nel mercato finanziario è il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) della Repubblica Italiana.
Recentemente, nella prima settimana di ottobre 2023, ha avuto grande successo la seconda emissione di BTP dello Stato Italiano. Il loro ingresso sul mercato finanziario è stato accolto con trepidazione per gli interessi vantaggiosi e dell’aggiunta di bonus. I BTP più ricercati sono i Btp Valore. Per questa tipologia di BTP c’è stata una quantità di richiesta inaspettata. Si parla di 17.2 miliardi investiti, quasi a eguagliare la prima emissione che ha raccolto 18 miliardi di euro. Il successo denota quanto interessante è il rendimento di questa tipologia di titoli di credito, proprio perché sono rivolti o meglio riservati ai piccoli risparmiatori. I Btp Valore hanno un tasso di rendimento minimo garantito del 4.10% nei primi 3 anni per poi passare nel 4° e 5° anno ad un tasso del 4.5%. La particolarità dei BTP Valore, e per la prima volta, la troviamo nelle scadenze di riscossione delle cedole nominali (gli interessi) che non è più ogni 6 mesi o annuale, ma ogni 3 mesi. Inoltre, chi li manterrà fino alla scadenza del 2028 è previsto un bonus aggiuntivo chiamato premio fedeltà pari a 0,5% del capitale investito. Il capitale minimo di acquisto di un BTP Valore è di 1.000 euro, ma non è previsto un tetto massimo.
Sempre nei diversi bond governativi, abbiamo i Btp a cedola fissa. Anch’essi hanno una scadenza che va dai 3 ai 50 anni. Quelli più richiesti dai piccoli risparmiatori sono quelli con scadenza dai 3 ai 5 anni. Il termine cedola fissa vuole dire che gli interessi percepiti sono a un tasso costante in tutta la durata dell’investimento. La convenienza consiste in un tasso d’interesse superiore agli altri strumenti finanziari dello stesso tipo. Questo beneficio, però, spesso è annullato, nei periodi con un tasso d’inflazione più alto a quello di rendimento.
Un altro tipo di Buono del Tesoro Poliennale è il Btp Italia. Anche questo titolo di debito pubblico offre un rendimento interessante; la sua redditività è agganciata all’andamento dell’inflazione. Il tasso d’interesse risulta remunerativo o per lo meno contiene le perdite in caso di un’inflazione aggressiva. Sono titoli di Stato indicizzati all’inflazione tramite la rivalutazione semestrale del capitale investito in base dell’indice Istat sui prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI). La scadenza varia dai 4 a 30 anni.
Anche il concetto di “transizione ecologica” è entrato nel mondo finanziario e i Btp Green sono l’esempio. Sono titoli di debito creati per il finanziamento di quei progetti di sviluppo di una economia ecologica. Nati nel 2021, i Btp Green portano risorse per la realizzazione di opere volte al miglioramento efficienza energetica, allo sfruttamento delle energie rinnovabili, al trattamento dei rifiuti e alla creazione di mezzi di trasporto a zero emissione Co2. Il rendimento dei Btp Green non è alto all’inizio in quanto è legato alla crescita nel tempo dei progetti finanziati. La loro scadenza è compresa tra 8 e 22 anni, con un rendimento che si attesta tra 1,5% al 4%.
A emettere i Btp Futura è sempre Ministero dell’Economia e delle finanze, il quale creò questo specifico titolo obbligazionario (bond) per finanziare la ripresa economica italiana post-Covid. Anche in questo caso, i risparmiatori sono premiati con tassi d’interesse annui prefissati con andamento crescente (step-up). Arrivare al termine della scadenza conviene; più si aspetta e più rendono. Le cedole sono pagate semestralmente e hanno un tasso minimo garantito. La percentuale dell’interesse dipende dall’inflazione e dalla crescita del PIL del Paese.
Allora qual è il Btp che rende di più? Sicuramente i nuovi Btp Valore. Sono gli unici a essere a cedola crescente (tasso d’interesse crescente), con il pagamento trimestrale delle cedole e con il premio del 0,5% a scadenza. Agli italiani, considerati i più dei grandi risparmiatori del mondo, non poteva sfuggire tale occasione.