Due eventi nella giornata del primo maggio hanno messo Milano al centro della cronaca. In mattinata si è svolta l’inaugurazione di Expo 2015, ma già nel pomeriggio la città ha fatto i conti con il corteo antagonista che ha dato il via ad una serie di scontri violenti in cui i soliti black bloc hanno lasciato alle loro spalle devastazione ed incendi.
Sono stati inoltre individuati ordigni inesplosi sui quali sta lavorando un gruppo di artificieri.
La regione Lombardia, attraverso le parole di Roberto Maroni ha annunciato un fondo da un milione e mezzo di euro per risarcire i danni subiti dalla città di Milano e dai suoi cittadini: 50 automobili distrutte dalle fiamme e 30 vetrine devastate a colpi di picconi.
Le denunce emesse fino ad ora riguardano 14 manifestanti violenti e, al momento, si contano 5 arresti. Le persone fermate sono accusate di resistenza, lesioni, lancio pericoloso d’oggetti e oltraggio.
Le indagini proseguono e saranno coordinate da Maurizio Romanelli, capo del pool antiterrorismo.
Al centro degli accertamenti vi è ovviamente la volontà di identificare i black bloc presenti in un gruppo di 200 alla manifestazione. Proprio i violenti, dopo aver portato a termine la loro “missione punitiva” si sono tolti la tuta nera e sono tornati nel gruppo dei No Expo pacifici rendendone più difficile il riconoscimento.
Chi verrà identificato dovrà rispondere del reato di devastazione, punibile fino a 15 anni di carcere.
Riguardo la gestione della sicurezza a Milano a seguito di questo disastro annunciato, a finire nell’occhio del mirino è stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, per il quale Lega Nord e Movimento 5 Stelle presenteranno una mozione di sfiducia, chiedendone a gran voce le dimissioni.
Dal canto suo, il segretario del Nuovo Centro Destra si dichiara tranquillo e ringrazia le forze dell’ordine, sottolineando quanto il lavoro svolto abbia evitato il peggio.