Tra i maggiori argomenti di discussione sul fronte della politica economica in Italia ci sono i MiniBOT, una proposta lanciata da alcuni esponenti del governo e che nelle ultime settimane è diventato un tema caldo sull’agenda dell’attuale esecutivo. Si tratta di una misura ricompresa nella manovra economica e per comprendere bene il funzionamento di questo strumento occorre fare riferimento ai Buoni Ordinari del Tesoro, i quali non sono altro che titoli per il debito pubblico italiano. Andiamo quindi a vedere innanzitutto come funzionerebbero i MiniBOT per il periodo 2019-2020, le ultime notizie che arrivano dal Ministro Salvini riguardo l’argomento e le modalità per acquistarli in caso di emissione.
Cosa sono e come funzionano i MiniBOT 2019-2020
Quando un tema diventa centrale nella discussione politica, i mass media aiutano a sviluppare un interesse maggiore nei confronti dell’argomento e stimolano la curiosità degli spettatori, i quali sono in questo caso tutti i cittadini italiani. Nelle ultime settimane si sente parlare molto del MiniBOT, questo nuovo strumento economico che aprirebbe un ventaglio di possibilità per i risparmiatori o chiunque voglia cimentarsi in un investimento. Si tratta in sostanza di Buoni Ordinari del Tesoro, ovvero titoli del debito pubblico italiano, ma nello specifico i MiniBOT sono di piccolo taglio. A proporne l’introduzione è stato un esponente del partito della Lega, Claudio Borghi, il quale però aveva soltanto fatto seguito ad un’idea già presente nelle linee programmatiche per le elezioni politiche andate in scena nel 2018. Avendo quindi un taglio minore rispetto ai Buoni Ordinari del Tesoro, i MiniBOT possono riportare valori di 5, 10, 20, 50 e 100 Euro al contrario dei titoli tradizionali che partono da una soglia di almeno 1000 Euro. Ovviamente non è questa l’unica differenza tra questi due strumenti economici, dal momento che ce ne sono molte altre da analizzare nel dettaglio e andiamo dunque a vedere quali sono facendo maggior chiarezza. Innanzitutto MiniBOT non sono obbligatori, questo significa che lo Stato non è impegnato ad emetterli in circolazione con cadenza periodica, rispetto invece ai Buoni Ordinari del Tesoro. Il fatto che abbiano un taglio piccolo rende utili i MiniBOT a coprire solo tutte le somme al di sotto dei 25.000 Euro. Un altro aspetto che segna il passo nei confronti dei titoli di Stato tradizionali è il fatto che non garantiscono interessi al cittadino possessore, per questo motivo diventa impossibile calcolare le variazioni dei vari tassi e quanto potrebbe rendere un investimento del genere. C’è però da dire che i MiniBOT, al contrario dei Buoni Ordinari del Tesoro, non hanno una precisa data con scadenza; questo ha portato molti esperti del settore economico a definirli come “debito pubblico vestito da moneta di scambio”. In tal senso si potrebbe iniziare a parlare di strumento economico alternativo alla valuta ufficiale, accostabile a quest’ultima. Infine i MiniBOT sono di forma cartacea e non digitale, altra caratteristica che li discosta molto dai Buoni Ordinari del Tesoro.
Alla base di questa manovra sembra esserci la possibilità, per i piccoli imprenditori, di ricevere indietro i soldi di cui lo Stato è debitore. Guardando agli aspetti positivi di questo nuovo progetto, si può tranquillamente affermare che i MiniBOT non daranno problemi dal punto di vista della loro esatta quantificazione: essi avranno infatti un valore ben preciso, consentendo alla Pubblica Amministrazione di emettere denaro fresco sotto forma di titoli. Qualora venissero introdotti nel mercato economico, i MiniBOT risulteranno efficaci per pagare i debiti di imposta e funzioneranno come credito per il cittadino rispetto alla Pubblica Amministrazione. Il problema che però potrebbe presentarsi fin da subito, come hanno fatto notare alcuni esperti, è riconducibile agli effetti non certo positivi sull’Erario, dato che lo Stato produrrebbe più moneta contante e il debito pubblico andrebbe ad aumentare maggiormente. C’è poi da dire che i MiniBOT, nonostante il loro preciso valore riconosciuto, corrisponderanno a somme in denaro con le quali non sarà possibile soddisfare alcune spese. Questo è proprio il caso di un imprenditore che si trovi a dover ricompensare i suoi fornitori oppure ad elargire stipendi in favore dei dipendenti, entrambe delle operazioni impossibili tramite l’utilizzo dei MiniBOT. Ma il discorso relativo a questo nuovo strumento economico e le sue grandi istanze propositive si scontrano inevitabilmente anche con gli aspetti giuridici della questione. Trattandosi come abbiamo già visto di una moneta parallela, andrebbe a configurarsi in materia normativa la violazione dell’articolo 106 riconosciuto nel Trattato di Lisbona, il quale afferma che soltanto la Banca Centrale Europea ha diritto e potere di emettere nuova valuta in tutta l’eurozona. Un’eventuale decisione autonoma da parte del legislatore italiano troverebbe quindi alcune difficoltà nell’attuazione pratica, dovendo rifarsi alla disciplina giuridica europea che in materia economica si esprime molto chiaramente e non ammette in questo campo alcun tipo di eccezione o deroga speciale a favore di uno Stato membro. La questione è dunque più complessa di quanto non sembri ed il dibattito politico all’interno dei nostri confini nazionali sta animando gli esponenti dell’attuale governo.
Dibattito politico sui MiniBOT 2019-2020 e ultime notizie da Salvini
Il tema dei MiniBOT 2019-2020 ha iniziato ad interessare le discussioni politiche soprattutto dallo scorso 28 maggio, quando la Camera dei Deputati ha approvato in forma unanime la mozione che impegna l’esecutivo a stringere i tempi per il “pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni” utilizzando anche strumenti e metodi come titoli di Stato in piccolo taglio. Secondo molti esperti delle questioni economiche e finanziarie, la mossa adottata dal partito della Lega e in particolare dal suo leader Matteo Salvini nasconderebbe una velata intenzione di avviare un processo finalizzato all’uscita dell’Italia dall’Euro. In questo senso il tema riguardante l’introduzione dei MiniBOT all’interno del sistema economico nazionale sta assumendo nelle ultime settimane la forma di un dibattito acceso dentro lo stesso governo, con il Ministro Giovanni Tria che ha ribadito a più riprese di tenere una posizione contraria rispetto al progetto della Lega e dello stesso Salvini. Il problema politico risiede nel fatto che i MiniBOT fanno parte di una proposta inserita nel programma elettorale del carroccio, dunque il Ministro dell’Interno spinge per accelerare i tempi di approvazione per la nuova manovra economica che prevederebbe l’emissione, a partire dal biennio 2019-2020, di questi titoli di Stato con basso valore. La discussione è partita dallo stesso Ministro dell’Economia Giovanni Tria, il quale ha da poco affermato che i MiniBOT sono uno strumento finanziario di cui l’Italia non ha bisogno, considerata l’attuale situazione. Ricordiamo che l’idea è scaturita dopo vari confronti tra esponenti della Lega, su tutti il deputato Claudio Borghi il quale può essere considerato come padre del progetto MiniBOT 2019-2020, ma non sono mancate nelle ultime settimane accese polemiche con un altro esponente della Lega ovvero il sottosegretario Giancarlo Giorgetti.
Quest’ultimo ha praticamente stroncato sul nascere la proposta di Borghi, definendola una misura economica altamente inverosimile e soprattutto inattuabile nella realtà. Una posizione che sembra fare eco a quella dello stesso Ministro Tria, decisamente scettico sull’opportunità profilatasi riguardo alla creazione di questo nuovo strumento finanziario. Sul tema dei MiniBOT è ovviamente intervenuto anche Matteo Salvini, in particolar modo a seguito del botta e risposta verbale tra Borghi e Giorgetti. Il leader del carroccio ha tenuto a ribadire che “La posizione della Lega e del governo è nel contratto, pagare i debiti con le imprese e le famiglie è una priorità di questo esecutivo e per il mio movimento”. Parole sicuramente forti che lasciano intendere come per Salvini i MiniBOT siano comunque un’idea percorribile, a meno che non si trovi una soluzione più intelligente in merito a nuovi strumenti economici. Dunque emerge chiaramente una posizione favorevole del Ministro dell’Interno rispetto al progetto MiniBOT 2019-2020, nonostante all’interno della maggioranza e dello stesso partito leghista si riscontrino diversità di vedute con un dibattito che resta aperto e dai toni accesi. Negli ultimi giorni il leader leghista è tornato sull’argomento, ribadendo a chiare lettere che all’Italia serve uno “choc fiscale” a tinte forti per dare una scossa all’economia, sconfessando in maniera ancor più decisa i tentennamenti ed i dubbi del Ministro Giovanni Tria. La partita resta quindi molto aperta, ma certamente all’interno dell’esecutivo gialloverde il tema dei MiniBOT come nuova soluzione alla difficoltà economica nazionale sembra ancora dividere.
MiniBOT 2019-2020: come acquistarli in caso di emissione dallo Stato
Dopo aver analizzato la questione sia sotto l’aspetto pratico che dal punto di vista politico, passiamo ora ad ipotizzare lo scenario per cui i MiniBOT vengano emessi come nuovo strumento finanziario a disposizione dei cittadini. D’altronde la manovra economica, come già accennato, sta subendo una forte accelerazione sotto il profilo dell’approvazione formale. Si tratterebbe di creare un vero e proprio sistema fiscale rinnovato dove i MiniBOT funzionerebbero come moneta di scambio alternativa all’Euro, motivo per il quale il progetto ha suscitato non poche critiche da parte degli esperti in materia e anche da esponenti politici interni alla maggioranza. Gli stessi cittadini italiani si troverebbero poi in una nuova condizione, ovvero quella di poter acquistare beni e/o servizi avvalendosi di uno strumento finanziario che è d’obbligo definire ancora abbastanza sperimentale, poiché la nostra nazione sarebbe la prima in Europa a tentare questa via alternativa in materia economica. Dal momento che sarebbero classificabili come moneta complementare alla valuta ufficiale, i MiniBOT andrebbero ad azionare, in caso di emissione, un meccanismo volto ad alimentare l’economia nazionale rivitalizzandola con l’obiettivo di irrorare addirittura 57 Miliardi di Euro nel circuito finanziario italiano. Ci sono comunque dei passaggi formali che inevitabilmente dovranno essere affrontati, condizione imprescindibile per analizzare il possibile scenario con i MiniBOT protagonisti degli scambi commerciali. Innanzitutto il varo politico della manovra, con l’esecutivo che riceve l’ok da Camera e Senato dichiarando appunto di aver pronto un piano da 57 Miliardi di Euro utile a saldare i debiti che lo Stato ha con molte famiglie ed imprese italiane. Tramite l’emissione dei titoli di piccolo taglio si punterebbe da subito su una svolta positiva per far ripartire le spese sui consumi dei cittadini, i quali potrebbero contribuire ad un risanamento per le casse dell’erario. Una volta conclusa la procedura formale, a quel punto i MiniBOT verrebbero emessi al pari della moneta corrente, ovvero stampati fisicamente su delle banconote e recanti la dicitura “titolo al portatore”. Attraverso il possesso di questo strumento economico, il cittadino si troverebbe nella condizione di poterli utilizzare a fini commerciali, poiché i MiniBOT risulterebbero validi proprio come una banconota in denaro.
Un’altra caratteristica molto interessante che questi titoli di pagamento avrebbero è la possibilità di essere scambiati con il metodo peer-to-peer, ovvero senza alcun bisogno di transitare per mano di un intermediario. Allo stesso tempo i privati non saranno obbligati ad accettare i MiniBOT come metodo di pagamento, non è detto dunque che il possesso di questo strumento economico dia al portatore la certezza di avere in tasca un titolo sicuro. Per quanto riguarda invece nello specifico il modo per acquistarli, possiamo affermare che ancora non ci sono delle linee guida precise con le quali il governo ha precisato l’eventuale procedura di richiesta volta a cedere MiniBOT in favore del cittadino. Prendendo a riferimento i Buoni Ordinari del Tesoro tradizionali, questi vengono ottenuti rivolgendosi ad un istituto creditizio, ad una sede delle Poste Italiane oppure ad un intermediario finanziario autorizzato dallo Stato. Il nodo centrale della questione riguardante l’emissione dei MiniBOT e la loro possibilità di essere acquistati dal cittadino sta tutta nella differenza di cui abbiamo già parlato in precedenza, ovvero il fatto che mentre i titoli tradizionali necessitano di passare tramite un intermediario, i MiniBOT potrebbero essere inseriti direttamente in un discorso esclusivo tra il cittadino e gli uffici finanziari dello Stato. Tutto questo sarebbe ricollegabile all’assenza dei tassi d’interesse, elemento che invece caratterizza i Buoni Ordinari del Tesoro i quali funzionano piuttosto come uno strumento economico a rendita temporale, mentre i MiniBOT consisterebbero in titoli di piccolo taglio da utilizzare anche per le transazioni più comuni nella vita quotidiana. Una scelta di pianificazione economica che attualmente appare come una vera e propria scommessa, soprattutto se considerata la grande diatriba in atto con i protagonisti della scena politica intenti a sostenere posizioni molto lontane da una soluzione unica e condivisa. La partita resta quindi ancora in bilico mentre già sono sul tavolo alcune modifiche al progetto.