In questo articolo vedremo quali sono le situazioni in cui si rischia di prendere una multa per transito in corsia preferenziale nelle maggiori città italiane (Roma, Milano, Bologna, Napoli e Genova) e in quali frangenti è possibile contestare la sanzione e fare ricorso. Vedremo anche brevemente a quanto ammontano i punti della patente che questo tipo di sanzione può far perdere all’automobilista e come fare per recuperare i punti della patente perduti con l’attribuzione della sanzione. Occorre specificare che la multa per transito in corsia preferenziale viene comminata in presenza delle medesime condizioni, su tutto il territorio nazionale; allo stesso modo, gli estremi per fare ricorso e riottenere i punti della patente sono gli stessi in tutta Italia e quindi, ovviamente, in tutte le città citate poco sopra.
Multa per transito sulla Corsia Preferenziale: come si prende, quanto costa e quanti punti vengono tolti dalla patente
La corsia preferenziale è rappresentata da un tratto di strada normalmente destinato e riservato al transito dei mezzi pubblici e/o dei taxi ed è delimitato da una striscia gialla, come stabilisce il Codice della Strada all’art. 7 comma 1, lettera i. Dunque, che ci si trovi a Roma, Milano, Bologna, Napoli o Genova non fa differenza: la corsia preferenziale è sempre e solo riservata ad autobus, ambulanze, taxi e auto blu. Solitamente le corsie preferenziali sono presidiate da videocamere di sorveglianza che registrano eventuali irregolarità. Nei centri abitati, la sussistenza di corsie preferenziali destinate al transito dei mezzi di trasporto pubblico è sancita da un’ordinanza del Sindaco.
Chi non rispetta il divieto di circolazione previsto e transita dunque sulle corsie riservate ai soli mezzi pubblici e/o le invade – e altrettanto vale nelle aree pedonali o nelle zone a traffico limitato – incorre in una sanzione amministrativa che comporta il pagamento di una multa, il cui ammontare va da 80,00 euro a 323,00 euro. Di norma, la multa standard prevista per chi invade la corsia delimitata dalla linea gialla è comunque fissata in 80,00 euro. Per questo tipo di violazione non è prevista la decurtazione dei punti dalla patente di guida: gli automobilisti possono quindi tirare un sospiro di sollievo! Se invece l’automobile viene lasciata in sosta nell’area della corsia preferenziale riservata al transito dei mezzi pubblici vengono tolti due punti dalla patente del conducente. Nel caso in cui la multa relativa alla sosta in corsia preferenziale non venga contestata al momento della sua redazione ed il proprietario dell’auto non coincida con il guidatore che ha commesso l’infrazione, il verbale viene inviato a casa del proprietario dell’auto assieme all’invito a fornire i dati dell’eventuale conducente che al momento della violazione guidava la macchina, affinché la decurtazione dei punti ricada su di lui (e quindi non sul proprietario, che non era al volante).
La sanzione amministrativa per chi transita o sosta in corsia preferenziale può essere comminata sia dalle telecamere – che emettono automaticamente la multa, non appena rilevano l’infrazione – sia dal personale dipendente delle aziende di trasporto pubblico locali (ad esempio l’Atac per Roma e l’Atm per Milano). Le multe emesse dagli ausiliari del traffico non sono considerate invece legittime, come stabilito recentemente da una sentenza della Cassazione, poiché queste figure possono intervenir solo in caso di infrazioni relative alla sosta sulle strisce blu e nelle aree limitrofe.
Contestazione e ricorso multa corsia preferenziale: quando e come è possibile richiederlo
Prendere la multa per transito sulla corsia preferenziale, che come abbiamo visto è riservata al transito di taxi, autobus del trasporto pubblico ma anche mezzi di soccorso ed auto blu, è più facile del previsto e spesso può bastare una svista, un lieve sconfinamento oltre la linea gialla a far “scattare” una sanzione, in particolare di questi tempi, in cui tali corsie sono presidiate costantemente da telecamere.
Proprio il fatto che al giorno d’oggi la maggior parte delle sanzioni vengano comminate a causa delle registrazioni delle telecamere, e dunque una fotografia è sufficiente ad “incriminare” l’automobilista “incauto”, il ricorso è uno strumento più che mai importante per contestare la fondatezza della sanzione stessa. Diverse sentenze emesse da vari tribunali italiani hanno infatti smentito la presunta “infallibilità” dell’occhio meccanico delle telecamere, quando si tratta di elevare multe.
A seguito di una sentenza pronunciata dal Tribunale di Verona, per esempio, le multe emesse automaticamente dalle telecamere sono legittime soltanto all’interno delle zone a traffico limitato delle città italiane o nell’area immediatamente circostante (come, ad esempio, una via o strada che conduca all’imbocco della ZTL). La presenza delle telecamere in grado di emettere multe automaticamente, e quindi appositamente omologate, nelle zone a traffico limitato è infatti prevista da un’autorizzazione ministeriale e in tutti gli altri casi non è ammessa. In tutti i casi in cui non sussistano queste condizioni è possibile contestare la multa, se essa viene emessa in presenza del conducente, così da poter addurre giustificazioni a propria discolpa. Se questo non fosse possibile e il conducente si ritrovasse sul parabrezza o nella cassetta postale un verbale di contravvenzione che ritiene ingiusta può fare ricorso al tribunale competente chiedendo l’annullamento della multa.
Infine, una casistica molto comune che riguarda l’emissione di multe a seguito della rilevazione con dispositivi elettronici è quella relativa alla contestazione di transiti multipli molto ravvicinati nel tempo (solitamente nell’arco di pochi minuti) nella corsia preferenziale destinata ai mezzi pubblici. Per quanto riguarda questa fattispecie, una sentenza del Giudice di Pace di Milano del 2016 ha ribadito che l’automobilista debba pagare solamente il primo verbale pervenuto in ordine di tempo e chiedere l’annullamento delle multe emesse successivamente.
Diverso è invece il caso in cui diverse infrazioni riguardanti il transito in corsia preferenziale vengano contestate nell’arco di alcune ore o dell’intera giornata: l’automobilista dovrà pagare tante multe quante sono le contestazioni a lui imputate, salvo che non possa dimostrare l’infondatezza di quanto gli è stato contestato a verbale. Potrà essere però tentata una riduzione della sanzione – ed eventualmente raggiunto un accordo affinché sia pagata solo la prima contestazione – dimostrando l’emissione di tali contestazioni in un intervallo di tempo estremamente ravvicinato.