Il sindaco di Napoli conferisce la cittadinanza onoraria ad Abu Mazen, mentre quello di Cagliari deve decidere se fare lo stesso con David Grossman. Due facce della stessa Italia
“Sono onorato di essere napoletano”, queste le parole di ringraziamento rivolte da Abu Mazen, presidente dell’Autorità Nazionale palestinese, al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, durante la cerimonia del 27 aprile per il conferimento della cittadinanza onoraria. “Oggi è una giornata storica per Napoli, per la Palestina, per l’Italia e il Sud”, la risposta di de Magistris, che ricorda come Napoli sia storicamente una città di pace che riesce da sempre a riunire culture e religioni diverse, rendendo omaggio a tutti quei giovani, tra cui Vittorio Arrigoni, che stanno dedicando le loro vite alla causa palestinese, recandosi a Gaza e Cisgiordania.
La visita del leader palestinese ha destato, come prevedibile, forti polemiche sopratutto da parte della comunità ebraica di Napoli, capeggiata da Pierluigi Campagnano, e dall’Associazione Italia-Israele, secondo cui Abu Mazen sarebbe un negazionista della Shoah, oltre a non aver mai preso ufficialmente le distanze dai gruppi terroristici palestinesi. Il rapporto tra il sindaco napoletano e gli esponenti dell’Associazione Italia-Israele si era già incrinato dallo scorso ottobre, quando de Magistris si offrì come patrocinatore di Estelle, il convoglio internazionale che fece scalo a Napoli per poi partire alla volta di Gaza, con l’obiettivo di rompere lo stato di assedio imposto dallo stato israeliano nel 2006.
Durante la cerimonia al Maschio Angioino, Abu Mazen si è detto consapevole che l’Italia, e in qualche misura anche gli Stati Uniti del secondo Obama, spinga sempre più verso una risoluzione pacifica del conflitto. “Israele dovrebbe cogliere questa occasione ghiotta, in futuro potrebbero non esserci occasioni simili. Noi lavoriamo per questo, per una pace reale, e perché anche Israele possa vivere in pace e sicurezza“, conclude, prima di rivolgere i propri saluti al “neo” eletto presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
A controbilanciare questa esposizione made in Naples verso la causa palestinese ci pensa il comune di Cagliari che conferirà la cittadinanza onoraria allo scrittore israeliano David Grossman, presidente onorario del festival letterario Tuttestorie, presente sull’isola il 19 e 20 maggio per un’anteprima della manifestazione. La proposta arriva dal capogruppo del Pd Davide Carta, e ha riunito variegate forze politiche tra cui Sel e buona parte del centrosinistra e del centrodestra.
La decisione ufficiale spetta ora al sindaco Massimo Zedda che dovrà valutare cautamente tutti i possibili risvolti di questa scelta. Immediata la reazione della comunità palestinese di Cagliari nel precisare che lo scrittore, considerato un sostenitore del dialogo e della pace, si sia schierato, in realtà, tra coloro che negano il diritto al ritorno dei profughi palestinesi, sancito dalle Nazione unite con la risoluzione numero 194 del 1948, affermando, invece, la legalità dell’occupazione militare israeliana nei Territori palestinesi. “Tanti intellettuali, scrittori e artisti israeliani di fama internazionale hanno denunciato pubblicamente la dubbia moralità di David Grossman, accusandolo, nel suo ‘travestimento da uomo di pace’, di essere responsabile della ‘propaganda ipocrita e bellicosa’ di Israele”, scrive Fawzi Ismail, Presidente dell’Associazione Amicizia Sardegna-Palestina, in una lettera di protesta indirizzata al sindaco.
L’attribuzione della cittadinanza onoraria a David Grossman, a cui nessuno contesta le capacità letterarie, assumerebbe una valenza politica chiara di sostegno e riconoscimento nei confronti di uno stato che, pur definendosi democratico, pratica nei confronti dei palestinesi un vero e proprio regime di apartheid. Grossman non apparterrà all’ala più estrema del Likud e del governo israeliano, ma è comunque ricollegabile alla cosiddetta “sinistra sionista”, di certo più moderata, ma pur sempre di sionismo si tratta.