Recensione e giudizio di Natale col Boss, con Lillo&Greg e Peppino Di Capri. Prodotto dalla Filmauro, il film è pronto a sfidare il genere cinepanettone.
Un’ondata di novità cinematografiche invade le sale italiane nel mese di dicembre, pronta ad attirare milioni di italiani tra poltroncine e popcorn. Quella del cinema sembra essere un’abitudine intramontabile, cambiano i tempi ma intere generazioni restano fedeli ad attori e personaggi scegliendoli come compagni delle rigide serate invernali. E mentre gli Stati Uniti calano il tris Star Wars-Allen-Hanks, in Italia l’ansia da Oscar non sembra trovar posto, portando registi e produttori a scrivere e proporre nuovi cinepanettoni. Nuovi si fa per dire, direte voi. Effettivamente l’Italia propone da circa un trentennio il classico film natalizio, cambiando di anno in anno solo alcuni nomi all’interno del cast, personaggi che vanno ad aggiungersi alle storiche conferme, Christian De Sica su tutti.
Natale col Boss porta al cinema ironia e spensieratezza, ma non chiamatelo “cinepanettone”
Tutto iniziò nel 1983 con i vari “Vacanze di Natale”, portando le festività in giro per il mondo e prestandosi a dei veri e propri salti nel tempo, nonché matrimoni di ogni tipo. Le famiglie italiane ritagliavano una parte del proprio tempo libero per alleggerire i propri pensieri quotidiani con quell’alta dose di spensieratezza che questa categoria di film assicurava. Ad oggi, dopo aver superato un mito come James Bond per quanto riguarda il record di sequel, i cosiddetti cinepanettoni potrebbero però esser giunti ad un inevitabile tramonto.
“Le ere finiscono” con queste parole Aurelio De Laurentiis spiega la scelta di allontanarsi dal classico stereotipo del film natalizio, portando nei cinema italiani Natale col Boss. Il film di festività ha solo il richiamo semantico del titolo, ma la storia gira intorno ad una situazione ben distinta. Nel cast son stati richiamati all’appello Paolo Ruffini e Francesco Mandelli, ai quali è stata affiancata la coppia Lillo & Greg ed uno straordinario neofita, Peppino Di Capri. Il cantautore campano, celeberrio interprete del successo anni 70 Champagne, esordisce nell’universo cinematografico contemporaneo e lo fa spiazzando tutti per la leggerezza e la credibilità emersa dalla sua interpretazione. La figura femminile di Natale col Boss è stata invece affidata alla splendida Giulia Bevilacqua, ancora una volta brava, convincente e spassosa nel ruolo affidatole dal regista.
Trama e recensione film: Lillo & Greg una certezza, Peppino Di Capri una piacevole scoperta
Della durata di 96 minuti, Natale col Boss racconta le vicende di due chirurghi plastici (Lillo e Greg) noti per la perfetta riuscita dei loro interventi. La loro specialità? Trasformare i propri pazienti cambiandone completamente i connotati estetici. Proprio per questo richiamano l’attenzione di un pericoloso boss malavitoso (Peppino Di Capri) il quale rivolgendosi a loro, richiede di essere trasformato nel noto attore americano Leonardo Di Caprio. L’intento, come intuibile, è quello di sfuggire alle ricerche della polizia, su tutti gli inarrendevoli Leo e Cosimo (Francesco Mandelli e Paolo Ruffini). Al termine dell’intervento però, il boss scoprirà sì, di aver acquisito nuove sembianze, ma totalmente lontane da quelle sperate. Da questo momento avrà inizio una lunga serie di gag esilaranti, capace di mettere in risalto le specialità ironiche e interpretative proprie di ciascun personaggio. I vari membri del cast infatti, appartengono a mondi totalmente differenti, chi arriva da un cinema più demenziale, chi dalle fiction tv, e chi ancora dal teatro e dalla musica. Un’unione di intenti per un obiettivo comune, quello di rinnovare la classica idea di cinepanettone, portando sullo schermo Natale col Boss, film vincente indipendentemente dalla propria collocazione temporale.
In queste settimane si rinnova la possibilità di scegliere di vedere numerosi film legati tra loro dal filone delle festività. E se prima i vari prodotti restavano nelle sale per circa un mese, adesso la sfida al boxoffice è ristretta in un periodo breve, solitamente due settimane.
L’idea di arruolare un neofita come Peppino Di Capri arriva da un’idea comune, di cui Aurelio De Laurentiis si è detto sin da subito entusiasta. Il doppio ruolo (ma un’unica paga, assicura il cantautore) mette sotto esame un artista che vince la sfida senza indugi, rappresentando probabilmente il personaggio più esilarante dell’intero film. Il suo cognome si presta perfettamente al gioco di parole che vedrà vittima il boss italo americano per via dell’omissione finale della vocale, tipica del gergo napoletano.
Regia di Volfango De Biasi, Natale col Boss crea una comicità di situazione e non battute isolate. Tutti gli attori si sono prestati al volere del regista, creando le fondamenta di una struttura già solida di per sé. Giulia Bevilacqua viene seguita da un gruppo di stuntman per le scene finali in stile Lara Croft, Peppino Di Capri si affida a mani esperte per riuscire al meglio nel proprio ruolo, Ruffini esegue senza improvvisare, tutto a dimostrazione del lavoro di squadra posto alla base del film. Spensierato senza scendere troppo nel demenziale, Natale col Boss, potendo contare sull’ironia propria dei lavori ben riusciti, si candida a rientrare tra i film capaci di rimanere, anche a mesi di distanza da lucine e addobbi natalizi.