Sale il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito Nepal, India, Tibet e Bangladesh. I morti, secondo le ultime stime del ministero dell’Interno nepalese, sarebbero 4.138, mentre i feriti sarebbero circa 6.000, numeri da considerare provvisori e purtroppo in continuo aumento. Arrivano anche le prime notizie sui connazionali: quattro italiani sono morti sabato mentre percorrevano il sentiero di Langtang Trek a 3500 metri di altezza, nella zona a nord di Katmandhu, travolti da una frana. Due invece gli italiani considerati ancora dispersi, mentre è stato rintracciato il ragazzo 24enne di Verona, Giovanni Cipolla, al momento in viaggio verso una zona rurale del Paese.
Disperata la situazione per la maggior parte dei villaggi nei dintorni di Katmandhu, dove si calcolano danno per almeno il 70% delle abitazioni.
Le persone ferite nei crolli degli edifici sono almeno 6.500, secondo quanto riportato dal Centro nazionale per le emergenze del Nepal, e i bilanci potrebbero peggiorare col proseguire delle ricerche tra le macerie. Nonostante la maggior parte delle vittime sia nepalese, il Nepal ha infatti dichiarato lo stato di calamità nazionale, iniziano a contarsi perdite ingenti anche nelle aree confinanti, oltre sessanta in India e quasi una ventina in Cina.
La scossa di assestamento di ieri, di magnitudo 6,7, ha peggiorato notevolmente la già disperata situazione, creando una nuova serie di valanghe sul monte Everest, la prima delle quali ha ucciso 22 alpinisti e causato almeno 220 dispersi. Dopo la prima scossa di magnitudo 7,9, sarebbero state ben 45 le successive scosse di assestamento superiori a 4,5 gradi.
Al momento, ma il dato è in continuo aggiornamento, sarebbero almeno 6.600.000 i nepalesi colpiti dal disastro, secondo quanto riportato da un Ufficio delle Nazioni Unite e, secondo l’Unicef, almeno 940.000 bambini si trovano al momento in stato di emergenza umanitaria.