Il 6 settembre 2016 riprenderà il confronto tra Governo e sindacati: al centro del dibattito ci saranno temi importanti come il lavoro e la riforma pensioni; come abbiamo già avuto modo di dire nei giorni scorsi i rappresentanti dell’Esecutivo esporranno il meccanismo dell’APE, che potrebbe essere operativo fin dai primi mesi del 2017, e le altre misure in cantiere. Vediamo anche quali sono le ultime novità per quanto riguarda l’Opzione Donna e i cambiamenti che coinvolgono gli invalidi e la legge 104.
Anticipo pensionistico: l’APE sarà il primo provvedimento della riforma pensioni
Ormai da diverso tempo si parla dell’urgenza di inserire qualche meccanismo di flessibilità nel nostro sistema pensionistico: attualmente, se si escludono alcune eccezioni, non è possibile scegliere come e quando andare in pensione, nemmeno se sono stati raggiungi un montante contributivo o un’età anagrafica abbastanza alti. Negli ultimi mesi (o forse anni) si sono sentite diverse soluzioni per inserire flessibilità: anche Boeri e Damiano hanno esposto le loro idee, ma ormai sembra che il Governo abbia deciso di percorrere la strada dell’anticipo pensionistico, ovvero l’APE: secondo le ultime novità questa misura, che sarà il primo provvedimento della riforma pensioni che si concretizzerà in più passaggi l’anno prossimo, non verrà inserita nella legge di Stabilità 2017, ma probabilmente verrà varata prima, in modo da essere operativa entro il prossimo marzo.
Il ministro del lavoro Poletti ha voluto sottolineare che l’APE non sarà solo uno strumento che garantirà maggiore libertà di scelta ai lavoratori, ma sarà anche un aiuto per chi un lavoro non ce l’ha e per chi è senza reddito. Ai sindacati questo provvedimento sembra non piacere tantissimo, ma vedremo se dai prossimi incontri si raggiungerà un’intesa. Riepiloghiamo ancora una volta il funzionamento del meccanismo APE: i lavoratori nati tra il 1951 e il 1953 l’anno prossimo potranno avere la possibilità di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro; durante il priodo dell’anticipo pensionistico gli assegni saranno erogati come sempre dall’Inps, ma i soldi verranno messi a disposizione dalle banche, a cui il lavoratore dovrà restituirli a partire dal momento in cui raggiungerà i requisiti anagrafici “normali”. Il piano di rimborso ha una durata ventennale, con l’Inps che tratterrà dall’assegno la rata da restituire alle banche. Ma il meccanismo coinvolge anche le compagnie di assicurazione, che copriranno le banche nel caso in casi come la premorienza del pensionato. Per rendere le rate meno pesanti si sta studiando un sistema di detrazioni fiscali a favore dei soggetti bisognosi (famiglie numerose, redditi bassi, disoccupati di lungo corso).
Gli altri provvedimenti: esodati, precoci, usuranti e Opzione Donna
Una volta sistemato l’APE, la riforma pensioni proseguirà con altri interventi, il primo dei quali dovrebbe essere la ricongiunzione gratuita dei contributi. Si parla anche dell’ottava salvaguardia per la tutela si 30.000 lavoratori esodati, ma anche del prolungamento dell’Opzione Donna: si attendono ancora i dati ufficiali, ma pare ormai certo che gran parte dei fondi destinati alle donne che hanno optato per il regime contributivo non è ancora stata spesa. I comitati Opzione Donna Ultimo Trimestre 1957/1958 e Opzione Donna Proroga 2018, anche se con finalità diverse, chiedono che le somme ancora disponibili non vengano utilizzate per altre iniziative (e per questo richiedono una maggiore vigilanza sui fondi).
Tra gli altri interventi presenti nella lista della riforma pensioni pensata dal Governo ci sono quello che riguarda i lavoratori precoci (sono due le ipotesi in ballo: un bonus di 3/4 mesi di contributi per ogni anno di lavoro svolto prima di compiere 18 anni o la possibilità di andare in pensione una volta raggiunti i 41 anni di contribuzione), quello per chi svolge lavori usuranti (con possibile ampliamento dei soggetti che rientrano nella categoria), l’innalzamento della no-tax area e l’estensione della quattordicesima (anche qui ci sono due strade percorribili: o l’allargamento della platea dei beneiciari o l’aumento dell’importo a chi già la percepisce).
Invalidi e legge 104: novità in vista?
Attualmente l’Inps riconosce (a prescindere dai contributi versati) una pensione di invalidità civile ai cittadini che per via di determinate patologie non possono svolgere alcuna attività lavorativa. Per accedere a questo trattamento i requisiti previsti sono: avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni e un’invalidità tra il 74 e il 100%. La pensione di vecchiaia invalidi invece è riservata ai lavoratori con un’invalidità almeno dell’80%, un’età superiore ai 60 anni e 7 mesi (55 anni e 7 mesi per le donne) e almeno 20 anni di contributi versati. Coloro che vengono considerati portatori di handicap grave secondo la legge 104 possono, tramite patronato, fare domanda all’Inps per poter godere di alcuni benefici come i permessi di assentarsi 3 giorni al mese o 2 ore al giorno, il congedo straordinario, la possibilità di scegliere una sede di lavoro più vicina e di rifiutarsi ai trasferimenti o al lavoro notturno. In più ci sono delle agevolazioni per l’acquisto di un veicolo e la deducibilità delle spese mediche generiche e di assistenza specifica. Da un po’ di tempo sono già stati presentati due ddl per estendere la possibilità di accedere alla pensione anticipata con lo stesso meccanismo previsto per l’Opzione Donna (57/58 anni di età e 35 anni di contributi) anche ai lavoratori con un’invalidità superiore al 60%.