Novità Naspi 2016: stop immediato all’indennità se rifiuti il lavoro, ecco le nuove regole dell’Anpal

Pubblicato il 10 Mag 2016 - 10:10am di Redazione

anpalIn attesa dell’ufficializzazione della nuova tipologia di collocamento che prenderà presto piede in Italia, si fa strada l’opzione secondo cui i possessori dell’indennità Naspi possano perdere quest’ultima, qualora rifiutino l’impiego propostogli. In un contesto come quello vigente nel nostro Paese, ove un’efficace associazione tra domanda ed offerta di lavoro stenta a realizzarsi, è sembrato necessario rivedere i parametri di iscrizione presso le sedi a ciò dedicate. L’Anpal (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) sostituirà in breve tempo il famoso collocamento, quell’insieme di strutture pubbliche, finora esistente, che ha lo scopo di fornire ai cittadini disoccupati o inoccupati uno strumento per la ricerca di un impiego. Eppure, come già annunciato, vi saranno alcune nuove normative che non permetteranno a chi rifiuta un lavoro (concesso dall’Anpal) di continuare a ricevere la Naspi. Vedremo ora i motivi di questa scelta e come la stessa potrebbe influenzare il sistema lavorativo italiano.

Indennità Naspi, i motivi della possibile cessazione

La Naspi (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego), operante per il riordino degli ammortizzatori sociali, fu istituita dal decreto legislativo n° 22/2015. Al momento, a beneficiare della stessa sono i lavoratori dipendenti (a tempo indeterminato o determinato), esclusi gli operai agricoli e gli impiegati delle pubbliche amministrazioni assunti a tempo indeterminato.

Secondo le nuove normative, l’Inps (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) disporrà presto di un database nel quale saranno facilmente reperibili i cittadini che usufruiscono del succitato ammortizzatore sociale. In questo modo, chi rifiuterà il posto di lavoro (consistente per ora in un corso di formazione propedeutico all’attività) proposto dall’Anpal sarà immediatamente segnalato e per questo penalizzato con la decurtazione di una parte dell’indennizzo.

L’Anpal e lo scopo dei centri per l’impiego

L’obiettivo è quello di sfruttare in misura maggiore le opportunità proposte dai centri dell’impiego, finora poco considerati dai cittadini disoccupati o inoccupati. “Dobbiamo far sì che le persone si rivolgano ai centri per l’impiego perché sono utili – spiega Maurizio Del Conte, presidente dell’Anpal – per questo motivo è indispensabile creare un sistema che accompagni il disoccupato in ogni fase della sua ricerca d’impiego. Bisogna dunque riuscire a far incontrare domanda ed offerta”.

A dimostrazione di quanto scritto, alcuni dati forniti da Eurostat illustrano come nel 2015 ben l’84,3% di coloro che abbiano cercato un lavoro si sia rivolto alla propria cerchia di amicizie e conoscenze e non al collocamento o ad un qualsiasi centro per l’impiego; a recarsi presso tali sedi è stato soltanto un disoccupato su quattro (la percentuale più bassa su scala europea).

inpsPur non volendoci comparare a modelli quali quello tedesco od inglese (apparentemente irraggiungibili), appare dunque necessaria una netta riforma del sistema pre-lavorativo, così come sta effettivamente accadendo. La speranza è che le persone al momento disoccupate od inoccupate possano trovare nell’Anpal un utile alleato, che li guidi verso l’ottenimento del lavoro desiderato, conformemente a quanto richiesto dalle aziende operanti sul territorio nazionale.

 

Info sull'Autore

Lascia Una Risposta