Nell’articolo di oggi chiariremo in modo preciso e definito di cosa si parla quando si cita l’obbligo di dimora. Molto spesso viene confuso con altri provvedimenti disciplinari, come gli arresti domiciliari, che però, sono completamente diversi dall’obbligo di dimora. Cercheremo di chiarire in modo più semplice possibile di che cosa si tratta, il significato, quali sono le sanzioni in caso di violazione e quanto può durare tale provvedimento. Leggete attentamente l’articolo di oggi per non perdervi nulla.
Che cos’è l’obbligo di dimora: significato
Come abbiamo anticipato, molto spesso l’obbligo di dimora viene confuso con altri provvedimenti previsti dalla nostra legge. L’obbligo di dimora è un provvedimento che viene prescritto da un giudice ad un imputato che prevede che questi non si possa allontanare da un territorio comunale senza l’autorizzazione di questo giudice. Il territorio comunale che verrà scelto è quello in cui l’imputato dimora. Nel caso in cui questo comune sia sprovvisto di un organo di polizia che possa controllare l’imputato, o per qualsiasi motivo non sia ritenuto idoneo dal giudice, può essere scelto un altro comune in cui verrà sancito l’obbligo di dimora.
Nel momento in cui viene disposto l’obbligo di dimora, il giudice prescrive all’imputato, l’organo di polizia alla quale si deve presentare e dichiarare la propria abitazione. Naturalmente, non sono previsti ritardi né sconti per chiunque.
Il giudice può, inoltre, permettere all’imputato di dichiarare alla polizia i propri orari e luoghi dove sarà possibile trovarlo per eventuali controlli. In caso in cui, questi orari o i luoghi dovessero cambiare, l’imputato è obbligato a riferirlo immediatamente alla polizia.
In caso in cui, il giudice lo ritenga necessario, attraverso un provvedimento separato, può prescrivere all’imputato di non allontanarsi dalla propria casa in alcune ore del giorno, purché ovviamene non limitino la possibilità di lavoro.
Nel prescrivere questo provvedimento, il giudice tiene naturalmente conto delle esigenze dell’imputato, in base al proprio alloggio, al lavoro che svolge, agli orari che deve seguire e all’assistenza che potrebbe servirgli.
Nel caso in cui l’imputato fosse un tossicodipendente o un alcool dipendente, sarà necessario stabilire dei controlli per verificare se l’imputato sta effettivamente seguendo il programma di recupero che gli verrà stabilito al momento del processo.
In ogni caso, la polizia viene messa al corrente di tutto, e a questa è dovuta la vigilanza e l’osservazione dell’imputato, e in caso di infrazione, è costretta a fare rapporto al pubblico ministero.
Sanzioni per chi infrange l’obbligo di dimora
Ora che abbiamo capito di che cosa si tratta quando parliamo di obbligo di dimora, cerchiamo di capire quali sono le sanzioni in caso in cui un imputato dovesse infrangere questo provvedimento.
Come abbiamo anticipato, il controllo e la vigilanza della persona imputata sono eseguiti dalla polizia del comune in cui vi è la restrizione. In caso in cui vi dovesse essere una trasgressione alle prescrizioni del giudice, la polizia non può far altro che far rapporto al pubblico ministero.
Una volta fatto questo rapporto, torna tutto nelle mani del giudice. In caso in cui venga disposto che la trasgressione è grave, il giudice può decidere di sostituire l’obbligo di dimora con un provvedimento più grave. L’imputato può quindi essere persino mandato in custodia cautelare in un carcere, nel caso in cui si ritenga che l’infrazione sia stata molto grave.
C’è comunque da dire che, l’inosservanza all’obbligo di dimora non è considerato un reato, ma deve sempre e comunque essere segnalato all’autorità giudiziaria attraverso una relazione di servizio in cui verrà spiegato passo passo in che cosa consiste l’inflazione.
È bene chiarire quindi, che la polizia che controlla l’imputato non può arrestarlo per nessun motivo. Potrebbero tenerlo in custodia, nel caso in cui l’imputato si rifiutasse di collaborare, o cercasse di evadere nuovamente dal territorio in cui è obbligato a restare. L’imputato è quindi obbligato a presentarsi in tribunale, di fronte al giudice che deciderà la sanzione da imporgli, in base alla gravità del suo reato. Per sapere con esattezza quanto tempo dovrà essere sanzionato, leggete il paragrafo successivo, dove vi spieghiamo le durate dell’obbligo di dimora, e cosa prescrive la legge.
Durata dell’obbligo di dimora
Come in ogni altro provvedimento legislativo, vi sono delle durate che anche l’obbligo di dimora deve seguire. Questo tipo particolare di misura coercitiva, perde la sua efficacia se, da quando è stata indetta, è passato più del doppio del tempo indetto dal giudice.
Questi provvedimenti, solitamente non possono avere una durata superiore ai dodici mesi, e perdono la loro efficacia nel momento in cui scade il tempo indotto dal giudice. In caso di provvedimenti più gravi, però, il giudice può decidere di rinnovare l’obbligo di dimora.
I termini di durata dell’obbligo di dimora sono tre: intermedi, massimi e complessivi. Gli stessi termini intermedi si suddividono in quattro categorie, mentre i termini massimi comprendono quelli intermedi. I termini complessivi possono comprendere anche le sospensioni delle misure cautelari, come l’obbligo di dimora.
In caso in cui, fossero scoperti nuovi reati, commessi anche prima del provvedimento di obbligo di dimora imposto dal giudice, il conteggio dei mesi imposti viene azzerato, ricominciando dall’inizio la detenzione territoriale.
Nel caso in cui si ritenessero più gravi i reati commessi prima del giudizio, il giudice può decidere di annullare l’obbligo di dimora e di sanzionare l’imputato con una pena più grave.
Molto spesso questo provvedimento è stato criticato, in quanto, è vero che esistono delle leggi per le quali dopo un tot di mesi, il provvedimento cade da solo. Per esempio, dopo dodici mesi, che è il termine massimo, dal giudizio, l’imputato si può considerare automaticamente libero. È anche vero, però, che se il giudice decide per motivi a lui apparentemente gravi, di rinnovare l’obbligo di dimora, l’imputato rischia di continuare la condanna finché il giudice lo desidera.
Questo modo di rinnovare continuamente la pena è considerato ingiusto, in quanto un imputato potrebbe vivere tutta la vita con l’obbligo di dimora se questo gli viene rinnovato ogni qualvolta i dodici mesi scadano. Naturalmente, questo dipende molto dal giudice che si ha di fronte, che, come è giusto che sia, cerca di rispettare la legge, e farla rispettare al meglio.