La rottura del menisco è una lesione che si verifica comunemente e affligge la struttura fibrocartilaginea presente all’interno del ginocchio, che svolge la funzione di “cuscinetto” tra femore e tibia, attutendo le sollecitazioni a cui è sottoposta l’articolazione ogni volta che camminiamo, corriamo, facciamo esercizio fisico. Le lesioni del menisco, sia che riguardino l’intero corpo del menisco che il corno anteriore e posteriore, implicano molto di frequente il ricorso ad una operazione chirurgica per ripristinare la funzionalità del ginocchio, poiché è ormai assodato, nel ramo dell’artroscopia, che la capacità di ammortizzazione esercitata dal menisco è fondamentale per garantire la mobilità e l’uso corretto dell’articolazione del ginocchio.
Operazione al menisco: quanto dura e come funziona l’anestesia
L’operazione avviene in assetto di chirurgia ambulatoriale e la durata dell’intervento è variabile: dipende ovviamente dal tipo di lesione riscontrata. Nel passato si tendeva a rimuovere una sezione ampia della struttura del menisco, ma con il tempo la comunità scientifica e gli ortopedici hanno adottato soluzioni che privilegiano un approccio operatorio che mira alla rimozione ed asportazione della sola parte lesionata, cercando in questo modo di mantenere il più possibile intatta la capacità di ammortizzazione del ginocchio. Chiaramente un fattore discriminante che impatta sulla durata dell’intervento e dell’iter post-operatorio è quello legato all’età del paziente: nei giovani, ad esempio, la lesione viene riparata con una sutura oppure, in caso di lesione molto estesa ed invasiva, si procede al trapianto o alla installazione di un menisco artificiale. Nelle persone più anziane, in particolare coloro che hanno superato i 50 anni, si tende invece ad effettuare trattamenti meno aggressivi, come ad esempio le infiltrazioni di acido ialuronico, in maniera da non sottoporre l’articolazione ad ulteriori traumi derivanti da un’operazione chirurgica, seguiti da tempi di recupero mediamente piuttosto estesi. In ogni caso gli interventi di artroscopia più brevi e veloci durano in media dai 15 minuti ai 45 minuti; quelli più complessi invece hanno una durata variabile tra i 45 minuti e i 120 minuti.
L’operazione al menisco dunque, in quanto intervento di chirurgia ambulatoriale, viene eseguita in circa mezza giornata e non è seguita da ricovero in ospedale. L’artroscopio, un apposito strumento chirurgico, viene inserito nell’articolazione ed il chirurgo visiona su un monitor lo stato della cavità meniscale e delle articolazioni e opera laddove necessario.
Tale operazione avviene previa anestesia o sedazione. L’anestesia praticata in caso di intervento al menisco può essere locale o spinale, in base alle caratteristiche dei pazienti (quali età, patologie, allergie ecc.) e alla scelta del chirurgo. L’anestesia locale coinvolge un segmento limitato dell’organismo, nella fattispecie l’area del menisco: essa viene praticata dall’anestesista mediante anestetici e antidolorifici, che sono iniettati nella zona che verrà operata, o da sedativi, iniettati direttamente in vena. In ogni caso, la zona “addormentata” è completamente insensibile al dolore durante l’operazione e il “risveglio” dell’area avviene rapidamente al termine dell’intervento.
L’anestesia spinale viene invece praticata iniettando nel midollo spinale gli anestetici (mentre gli antidolorifici vengono iniettati in endovena) e in questo modo sono insensibilizzati tutti gli arti inferiori per la durata dell’operazione: in questo caso il recupero post-operatorio non dura più di qualche ora. Vi sono anche occasioni in cui, sulla base di controindicazioni che scoraggino la pratica dei due tipi di anestesia presentati poc’anzi, si opta per l’anestesia generale, somministrata mediante iniezione endovenosa: il paziente è completamente incosciente durante l’operazione e il recupero è più lento, tanto che il risveglio e la ripresa della piena mobilità possono protrarsi per un giorno, rendendo quindi consigliabile trascorrere almeno una notte in ospedale.
Tempi di recupero per operazione menisco
Per recuperare la piena funzionalità del ginocchio dopo un’operazione di questo tipo è necessario sottoporsi a fisioterapia: il programma di recupero approntato dal fisioterapista esperto e competente tiene ovviamente conto del tipo di intervento subito, considerando attentamente la tipologia di infiammazione riportata dopo l’operazione. La fisioterapia deve iniziare subito dopo l’intervento: nei primi giorni dopo l’operazione, il paziente si muove con le stampelle e spesso viene applicato al ginocchio un tutore, che consente movimenti di 45°-60°. L’obbiettivo primario di ogni programma di ripresa è quello di ripristinare il prima possibile la mobilità del ginocchio e delle articolazioni, attraverso l’esecuzione di esercizi mirati fin dai primi giorni che seguono l’intervento, dopo un breve intervallo di riposo assoluto. Con il tempo – normalmente dalla seconda settimana di cura – le sedute si concentrano sempre di più sul rinforzamento dei muscoli del ginocchio, in modo che esso riprenda gradualmente la capacità di carico preoperatoria. Chiaramente, in caso di interventi complessi – come la sutura o il trapianto – i piani di recupero sono più blandi e graduali, per consentire al ginocchio di stabilizzarsi nel nuovo “assetto” meccanico. Oltre agli esercizi, da eseguire scrupolosamente durante le sedute terapiche ma anche a casa propria, come indicato dallo specialista di riferimento, possono essere utilizzate terapie a base di campi elettromagnetici pulsati, allo scopo di ridurre l’infiammazione riportata in seguito all’operazione.
Seguendo la terapia pedissequamente e con costanza il recupero è garantito nell’arco di alcune settimane: le tempistiche si velocizzano notevolmente per gli sportivi, che hanno tempi di ripresa molto rapidi. Ovviamente, in caso di operazioni molto complesse ed invasive, tale periodo può subire dilatazioni più o meno significative, anche per coloro che sono avvezzi a praticare sport con regolarità.
Esercizi post intervento
Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, gli esercizi da praticare nel periodo post-operatorio sono fondamentali per recuperare velocemente la mobilità e la muscolatura del ginocchio sottoposto ad intervento. Nella prima fase postoperatoria si potranno eseguire esercizi “morbidi” come mezzi squat (con piegamento del ginocchio a 45°), estensioni dell’arto inferiore, contrazioni isometriche del quadricipite (per rafforzare i muscoli della coscia sia in flessione che in estensione) e cyclette (con sella alta). La fase intermedia del recupero invece porta ad aumentare un poco il “carico” motorio per rafforzare muscolatura e mobilità del ginocchio: tra gli esercizi consigliati troviamo infatti i mezzi squat (con piegamento del ginocchio a 60°), esercizi per il rafforzamento isotonico del quadricipite ed esercizi su pedana basculante, per migliorare l’equilibrio e rinforzare la muscolatura di glutei e cosce, come ad esempio lo step in salita e discesa.