Ad un mese esatto dalla data dell’importante appuntamento politico, molte persone non si sono creati un’opinione sul Referendum Costituzionale che si terrà il prossimo 4 dicembre 2016: proviamo a fare il punto della situazione riepilogando il testo della riforma su cui gli italiani saranno chiamati ad esprimersi, per quali motivi si dovrebbe votare Sì o No e se c’è o meno il quorum; daremo anche uno sguardo agli ultimi sondaggi per vedere quali sono le intenzioni di voto ad una trentina di giorni dalla consultazione.
La riforma: cosa prevede il testo
Del contenuto della riforma Boschi ne abbiamo parlato spesso negli ultimi mesi: stando a quanto riportato dai sondaggi la percentuale degli indecisi è ancora molto alta, quindi è giusto tornare sulle novità previste dal testo. La novità più importante è rappresentata dal superamento del bicameralismo perfetto, con il Senato che viene rivoluzionato sia dal punto di vista della struttura che da quello delle funzioni: il numero dei senatori scende da 315 a 100 (5 verranno nominati dal Presidente della Repubblica, 74 consiglieri regionali e 21 sindaci) e le loro funzioni legislative saranno limitate a riforme e leggi costituzionali; sulle leggi ordinarie potrà esprimere solo un parere, che non sarà comunque vincolante per la Camera, che a questo punto rimane l’unica ala del Parlamento che avrà la possibilità di dare (o togliere) la fiducia al Governo.
La riforma vuole mettere un po’ di ordine tra le competenze concorrenti di Stato e Regioni: alcune materie strategiche tornano di competenza esclusiva dello Stato, ma la Camera (su iniziativa dell’Esecutivo) può approvare leggi che riguardano temi che in teorie sarebbero di competenza delle Regioni se si ritiene che l’intervento sia necessario per tutelare l’interesse nazionale. Il testo prevede cambiamenti per le modalità di nomina dei giudici della Corte Costituzionale (non saranno più eletti dalle Camere in seduta comune, ma tre saranno scelti dalla Camera e due dal Senato) e del Presidente della Repubblica (sono necessari i 2/3 dei componenti nei primi tre scrutini, 3/5 dei componenti dal quarto al sesto scrutinio e 2/5 dei votanti dal settimo scrutinio).
Con l’approvazione della riforma verrebbero aboliti il Cnel e le Province e ci sarebbero dei cambiamenti importanti per quanto riguarda la democrazia diretta: i referendum che riusciranno a raccogliere più di 800.000 firme avranno bisogno di un quorum più basso per avere un esito valido (basterà il 50%+1 del numero dei votanti alle ultime elezioni politiche), ma viene alzato il numero delle firme necessarie per la presentazione di un disegno di legge di iniziativa popolare (che passano da 50.000 a 150.000); una legge ordinaria successiva dovrà indicare le modalità di attuazione dei referendum propositivi introdotti dalla riforma. In tema di leggi bisogna anche sottolineare l’introduzione dei tempi certi per il voto dei ddl del Governo e il ricorso preventivo alla Corte Costituzionale per le leggi elettorali (su richiesta di almeno 1/4 dei componenti della Camera).
Data, quorum e quesito del Referendum Costituzionale 2016
Questi erano in sintesi i punti principali della riforma su cui gli italiani dovranno esprimersi il prossimo 4 dicembre 2016; è importantissimo sottolineare ancora una volta che si tratta di un referendum costituzionale e quindi non c’è quorum: a differenza della consultazioni di tipo abrogativo (come ad esempio quella dell’aprile scorso sulle trivelle in mare), l’esito della votazione sarà valido a prescindere dalla percentuale di persone che andrà a votare. Per quanto riguarda la scheda, il testo che i cittadini vi troveranno stampato è il seguente:
Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”
Sotto il quesito saranno riportate due grandi caselle: chi vuole che la riforma venga approvata dovrà fare un segno sulla casella con la scritta Sì, mentre gli oppositori della riforma dovranno marcare la casella con scritto No.
Opinioni: perché votare Sì e perché votare No
Diamo ora uno sguardo ai motivi per cui si dovrebbe votare Sì al referendum costituzionale:
- Superamento del bicameralismo: si dice addio ad un sistema antiquato e ai continui rimbalzi tra Camera e Senato che causano ritardi e sovrapposizioni;
- Solo la Camera dà la fiducia: il rapporto fiduciario tra Governo e Deputati dovrebbe garantire maggiore stabilità;
- Costi della politica ridotti: la cancellazione del Cnel e delle Province, uniti alla riduzione del numero dei parlamentari, garantisce importanti risparmi sui costi della politica;
- Maggiore democrazia diretta: il quorum mobile per i referendum abrogativi e l’introduzione dei referendum propositivi fanno crescere le possibilità di partecipazione dei cittadini;
- Meno decreti legge: si mette un limite al numero dei decreti legge per evitare che il Governo ne possa abusare (come è sempre accaduto nel corso degli anni);
- Meno liti tra Stato e Regioni: la chiarezza sulle competenze e il ruolo del Senato come Camera di compensazione dovrebbero ridurre al minimo il contenzioso tra Stato e Regioni;
- Un Governo più forte: un Esecutivo più stabile associato ad una maggiore democrazia partecipativa riduce le distanze tra le istituzioni e il popolo;
- Un aggiornamento è necessario: la Costituzione nel 1948 è stata scritta in odo da scongiurare che il Paese potesse nuovamente cadere in forme di autoritarismo, rischio che attualmente non sussiste.
Questi sono invece i motivi per cui gli oppositori della riforma affermano che sia più giusto votare No:
- Il bicameralismo c’è ancora: ci saranno sempre due Camere che, anche se con compiti diversi, dovranno legiferare insieme;
- Poca chiarezza nel procedimento legislativo: anche se la Camera spesso agirà da sola”, il procedimento legislativo si complica, con una decina di variabili;
- Risparmi poco rilevanti: l’abolizione del Cnel e la riduzione del numero dei senatori non porteranno grandi risparmi come invece avrebbe potuto fare, ad esempio, il dimezzamento dei deputati;
- Non c’è più partecipazione da parte dei cittadini: la riduzione del quorum è valida solo per i referendum che raccolgono più di 800.00 firma, mentre il numero delle firme necessarie per la presentazione di una legge di iniziativa popolare viene addirittura triplicato;
- Un Governo che fa le leggi: la previsione dell’approvazione in data certa dei ddl governativi può trasformarsi in una sorta di corsia preferenziale (di cui i ddl di iniziativa parlamentare non godono) che può portare ad un Governo che monopolizza l’attività legislativa delle Camere;
- Contrasti tra le Camere: la complessità del procedimento legislativo e il potere di richiamo del Senato (il cui meccanismo non è ancora molto chiaro) possono alimentare il contenzioso tra Camera e Senato;
- Riforma e legge elettorale portano una minoranza al comando: le novità prevista dalla riforma e il meccanismo della nuova legge elettorale permetterebbero di governare ad una minoranza (che magari si impone al ballottaggio per un solo punto di differenza) grazie ad un premio di maggioranza che molti considerano esagerato;
- Troppi cambiamenti: forse è vero che un aggiornamento della Costituzione è necessario,, ma cambiare così tante cose tutte insieme è troppo.
Al di là delle novità previste dal testo ci sono altre due cose che hanno fatto arrabbiare i sostenitori del No: secondo loro il quesito stampato sulla scheda elettorale e lo spot che viene trasmesso sui canali televisivi in questi giorni sarebbero stati scritti in modo da evidenziare solo i vantaggi della riforma (qualcuno li ha definiti dei veri e propri spot a favore del Sì).
I sondaggi: ancora tanti indecisi
Ora che sappiamo quali sono i motivi per cui la gente si schiera a favore o contro la riforma, vediamo quali sono le intenzioni di voto degli italiani con i sondaggi sul referendum costituzionale. La gran parte delle statistiche vede il No in vantaggio rispetto al Sì: anche l’istituto Ixè, che fino a pochi giorni fa dava il Sì avanti, nei suoi ultimi sondaggi ha evidenziato che il numero del fronte dei contrari alla riforma è superiore rispetto a quelli che sono a favore. Ogni settimana però si vede la forbice allargarsi e restringersi, con le differenze che raramente vanno oltre i tre punti percentuali. Il gran numero di indecisi (sia tra chi non sa se andare a votare o meno e tra chi invece vuole andare alle urne ma ancora non sa da che parte schierarsi) lascia la porta aperta ad ogni risultato.
Sono un convinto ammiratore di Renzi, ma perché con un solo voto referendario dovrei esprimermi su ben quattro argomenti diversi? Se non sono considerato all’altezza di porre un sì od un no su quattro schede diverse, perché dovrei esserlo per votare con cognizione di causa sulla modifica COSTITUZIONE ITALIANA e mi si chiede di farlo? Gli inglesi sulla brexit avevano un unico quesito sulla scheda: per comprare due carote non erano obbligati ad acquistare anche mele, banane e insalata. Grazie
Chiedo perchè nessuno intervenga a spiegare ai sostenitori del no (indipendentemente dalle ragioni a favore o contro sul merito della riforma) che affermano il falso quando, come Parisi o Alemanno, millantano tramite radio e tv che, bocciata la riforma, verrà convocata un’assemblea costituente votata dagli elettori: bufala colossale perchè la Costituzione non lo prevede, quindi bisognerebbe prima cambiare l’art. 138 secondo le modalità previste appunto dallo stesso articolo!