Arriva nelle sale il nuovo film con Richy Memphis e Francesco Montanari “Ovunque tu sarai“. Andiamo a scoprirne una recensione completa, con trama e commento.
Carlo, Francesco, Loco e Giordano sono quattro amici conosciuti allo stadio, che da sempre condividono questa grande passione per la Roma, la loro squadra del cuore. Siamo nel 2008, la Roma deve giocare il ritorno degli ottavi di finale di Champions League, la squadra di Luciano Spalletti viene da un risultato di 2-1 dell’andata maturato allo Stadio Olimpico, deve dare il tutto per tutto al Santiago Bernabeu, Stadio del Real Madrid. Questa partita sarà il pretesto per farli partire alla volta di Madrid, dove vedranno giocare una delle partite più importanti della stagione per la loro squadra, ma soprattutto dove loro giocheranno una delle sfide più grandi, quella con se stessi.
Recensione del film “Ovunque tu sarai”
Diretto dall’esordiente Roberto Cappucci, distribuito da M2 Pictures e prodotto da Camaleo e Ulula Films, arriva nelle sale “Ovunque tu sarai”. Il calcio è lo sport più praticato in Italia. Provate a uscire la domenica all’orario in cui gioca la vostra squadra cittadina, sembra di passeggiare sotto casa il giorno dei saldi, non c’è nessuno. Il giorno della partita vale quasi come un giorno lavorativo vista l’altissima concentrazione: si applicano pedissequamente dei riti scaramantici, si prende la sciarpa conservata da parte (o la maglietta), si prepara il panino o si mettono da parte i soldi per comprarlo con gli altri, casco motorino e ci si reca allo stadio, si arriva al punto di incontro con i colleghi, si ride, si piange e si gioisce, tutto per dei religiosi 90 minuti. In quel momento se sei nero, bianco, gay, trans, ebreo, il vicino che ti ha rigato la macchina, o il capo che ti ha tolto le ferie, non importa, il tifo unisce tutti. Proprio come i quattro protagonisti della nostra storia, che si sono conosciuti durante una partita della loro squadra del cuore, la Roma.
Cappucci e Apolloni, nello scrivere questo film, hanno voluto raccontare quella parte buona del tifo, come semplice pretesto che unisce tutti. Immettendo tantissime citazioni di film, a metà per il regista esordiente tra il ringraziamento e il raccontare se stessi. I due scrivono soggetto e sceneggiatura di testo che è a cavallo tra “Una notte da Leoni” e “Febbre a 90”. Raccontando uno schema a 4, dove inizialmente i 4 possono ricordare proprio gli amici della trilogia di Todd Philips, durante il corso del film ognuno mostrerà le proprie debolezze. Grazie alla scelta del Road Movie, il viaggio porterà a ritrovare se stessi e mettersi in gioco.
Dei quattro attori, mediamente bravi chi colpiscono più di tutti sono: Francesco Montanari e Richy Memphis. Il primo sta effettuando un percorso attoriale volto a espiare il ruolo che lo ha reso famoso, il Libanese. Qui è un ragazzo con delle caratteristiche di forte scaramanzia che riflettono una sua paura verso il mondo esterno. L’assenza di una barba e una buona espressività lo hanno reso un personaggio molto divertente. Di Richy ci è rimasta impressa una sequenza drammatica. Estrapolandola dal contesto del film, evidenzia come l’attore romano abbia acquisito quella giusta maturità nel poter interpretare non solo ruoli di commedia, ma anche parti drammatiche.
Nonostante il film riesce a regalare tanti momenti di risate in una storia di amici, ha al tempo stesso quella forza unica nel raccontare quel tifo pulito che troppo spesso viene messo da parte a causa di personaggi che rovinano uno degli sport più belli del mondo.
Il regista, al suo esordio, sebbene non condividiamo l’introduzione e la conclusione della scena drammatica con Richy Memphis, ha scelto di mettersi dietro la macchina da presa in una commedia dove è difficile mettere insieme tanti aspetti. Lui ci riesce a pieno e lo attendiamo prossimamente, per un secondo lungometraggio. Vi ricordiamo inoltre che nonostante a un primo impatto possa sembrare avere un target maschile, è una commedia per tutti dai 14 anni in su.