Non si può negare che nel corso degli ultimi anni il mondo del lavoro abbia subito (e sita subendo) degli enormi cambiamenti: con il tradizionale posto fisso che ormai sembra essere diventato per molti una chimera, grazie ad internet molte persone hanno trovato il modo di crearsi una nuova occupazione e trovare nuove fonti di guadagno online; ovviamente anche questi guadagni vanno dichiarati al Fisco, quindi è molto importante capire quando e come aprire una Partita IVA per il lavoro autonomo online.
Per avere una risposta a tutti i dubbi che un aspirante lavoratore autonomo online può avere, o magari chi pratica questa attività da tempo ma vuole scoprire qualche “trucco” per abbattere le tasse, abbiamo fatto riferimento all’ebook disponibile sul sito dello Studio Consulenza Romano, dal quale abbiamo estrapolato le principali accortezze da seguire per mettersi in regola con la legge e capire quando una spesa è congrua alla nostra attività online.
Lavoro autonomo online: come aprire una Partita IVA e quanto costa?
In alcuni casi non è semplice capire come muoversi in questo campo: sono tanti gli aspetti che possono apparire poco chiari agli occhi di chi sta iniziando il suo nuovo percorso di lavoro autonomo online: è obbligatorio (o conveniente) aprire la Partita IVA? Quanto può costare? Quali sono gli adempimenti da assolvere in fase di registrazione e successivamente? Quale regime contabile si deve adottare e quali sono le corrette metodologie di fatturazione? E infine: ci sono delle strade da seguire per pagare meno tasse, comportandosi però in modo del tutto corretto e legale? Gli interrogativi sono davvero tanti e la confusione regna sovrana ed è chiaro che il tema su come aprire una Partita IVA per il lavoro autonomo online meriti un approfondimento.
Il primo punto da chiarire è quando diventa necessario aprire una Partita IVA: scatta l’obbligo quando l’attività di lavoro autonomo viene svolta in modo abituale, anche se non in modo continuativo o esclusivo. Poi bisogna capire con quale regime contabile bisogna aprirla (regime ordinario, regime forfetario o regime dei contribuenti minimi) e i codici Ateco da inserire; questi codici, composti da una combinazione di lettere e numeri, individuano in modo dettagliato le attività economiche svolte. L’apertura della Partita IVA non è il solo obbligo a carico del professionista che svolge il suo lavoro autonomo online: bisogna anche iscriversi alla Gestione Separata INPS.
Una delle domande più comuni che chi intende intraprendere questo percorso si pone è “ma quanto mi viene a costare?”. È difficile dare una risposta secca, visto che il costo complessivo dipende da vari fattori, ma per avere un’idea di quali possono essere le cifre in ballo possiamo fare un esempio; parliamo di una società di persone (quindi Snc, società in nome collettivo, o Sas, società in accomandita semplice): le spese di apertura che un soggetto di questo tipo deve sostenere sono quelle di costituzione della società dal Notaio (il costo in media si aggira intorno ai 1500 euro), l’iscrizione alla Camera di Commercio, le posizioni INPS dei soci, la preparazione del Fascicolo Notarile e l’apertura della Partta IVA (circa 350 euro in tutto), diritto annuale camerale (120 euro), CNS (60 euro per tre anni) e PEC (20 euro all’anno).
Gestione fiscale dell’attività online: come pagare meno tasse e imposte
La gestione fiscale di un e-commerce è abbastanza articolata, soprattutto se si intendono effettuare operazioni di scambio con soggetti di altre nazionalità, che comportano ulteriori adempimenti (come l’iscrizione al VIES, ovvero il sistema elettronico per lo scambio di dati sull’IVA, e l’utilizzo del modello Instrastat), ma per tutti i contribuenti esiste un modo per pagare meno tasse e imposte: il segreto, molto semplicemente, è avere un’adeguata cultura fiscale. Più cose si conoscono e più è facile sfruttare le varie facilitazioni fiscali, agendo in perfetta legalità e senza comportamenti fraudolenti come elusione ed evasione che, prima o poi, sono destinate ad essere scoperte (e, giustamente, severamente punite). Diventa quindi molto importante sapere quali sono i costi che possono essere detratti o dedotti in modo da ridurre l’utile imponibile e le imposte da versare al Fisco.
Un’altra cosa da tenere bene a mente sono le principali scadenze e i vari adempimenti (ad esempio l’INPS fissa nel 2017 va pagata il 16 febbraio, il 16 maggio, il 22 agosto e il 16 novembre), ma non va sottovalutata l’importanza di avere una certa conoscenza e confidenza con i vari modelli e documenti con cui si avrà inevitabilmente a che fare svolgendo il proprio lavoro autonomo online.