La pensione anticipata e l’opzione donna ancora al centro del dibattito: anche se tutti sembrano essere d’accordo sulla necessità di introdurre una maggiore flessibilità per l’uscita dal mondo del lavoro, non è ancora chiaro quali provvedimenti intende prendere il Governo in tema previdenziale, visto che gli annunci dei mesi passati non sono stati seguiti da alcun intervento concreto.
Le proposte sulla pensione anticipata: i costi della flessibilità in uscita
Per quanto riguarda la pensione anticipata, in attesa delle idee dell’Esecutivo che probabilmente verranno esposte al momento della presentazione della nuova Legge di Stabilità, esistono due progetti: uno è quello proposto da Tito Boeri (presidente dell’Inps) e l’altro è quello depositato alla Camera da Cesare Damiano (presidente della Commissione Lavoro) e Pier Paolo Beretta (sottosegretario all’Economia).
Sulla proposta di Boeri non ci sono ancora simulazioni dettagliate, ma si può dire che sarebbe più leggera per il debito previdenziale, ma penalizzerebbe di più i pensionati. Secondo le stime dei sindacati, il meccanismo proposto dal presidente dell’Inps, con il passaggio al contributivo (accumulazione durante la vita lavorativa di un montante che, in caso di uscita anticipata, andrebbe spalmato su più mesi), potrebbe comportare una riduzione fino al 35% delle pensioni più basse.
Viceversa, l’idea di Damiano-Beretta inciderebbe meno sugli assegni, ma comporterebbe dei costi maggiori. In pratica chi decide di andare in pensione anticipata prima dei 66 anni riceve una riduzione dell’assegno che va dall’8% allo 0,3% (in base all’età anagrafica e contributiva), mentre chi decide di rimanere in attività riceve delle “gratifiche” che variano dal 2% all’8%.
Novità sull’Opzione Donna, attesa per il parere dei tecnici
Tempi lunghi anche per quanto riguarda l’Opzione Donna: pure in questo caso probabilmente si dovrà aspettare la prossima Finanziaria; tutte le forze politiche si sono già espresse favorevolmente per la proroga dell’Opzione, ma i tecnici della Ragioneria di Stato sono preoccupati da quanto questo possa pesare sui conti pubblici. Ribadiamo che l’Opzione Donna dà la possibilità alle lavoratrici di 57 anni con almeno 35 anni di contributi di accedere alla pensione anticipata passando al calcolo contributivo.
La proposta di Damiano quella con 41 anni di contributi senza limiti di età sarebbe la più giusta (anche se i politici con una legislatura o poco più prendono il vitalizio) che è più sostanzioso di uno che ha lavorato una vita. Fate presto ad approvare prima che sia troppo tardi.