Oggi andremo a parlare insieme del recente cambiamento che è stato fatto in merito alle pensioni d’oro: i tagli e la classifica italiana.
Tagli Pensioni d’oro 2019: le ultime notizie
Come certamente molti di voi già sapranno, ci sono delle pensioni che vengono chiamate comunemente pensioni d’oro. Le pensioni d’oro, come è facile da intuire già dal loro nome, sono quelle pensioni molto elevate rispetto alla media solita della popolazione. Le pensioni d’oro consentono certamente di condurre un tenore di vita molto agiato, che non tutti quanti possono permettersi e che a volte risulta essere molto diverso da quello della maggior parte degli italiani. A seguito di numerosi cambiamenti, nuove leggi e provvedimenti che stanno entrando in vigore, queste tanto chiacchierate pensioni non saranno più considerate d’oro, o per lo meno, lo saranno ancora di meno, in quanto andranno a subire dei tagli. Certamente questi tagli non le faranno arrivare ad essere come le pensioni che percepisce la maggior parte della popolazione italiana, ma comunque le abbasseranno, e in alcuni casi, anche di una percentuale non indifferente, ovvero quasi del 50 %.
Andiamo adesso a vedere più nello specifico di che cosa stiamo parlando e perché. Il 7 maggio 2019 l’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, infatti ha emanato una circolare in merito alla riduzione delle pensioni d’oro, più nello specifico la circolare numero 62. All’interno di quest’ultima circolare sono presenti ed elencati tutti quanti i tagli che sono in procinto di essere applicati in base alla fascia della pensione in questione e la rispettiva percentuale di riduzione che dovrà essere fatta su quella fascia. Le pensioni d’oro infatti non sono tutte quante uguali fra di loro, ma sono suddivisibili in differenti fasce in base ovviamente alla cifra di cui sono composte. Possiamo vedere infatti che più la cifra è elevata e più la percentuale del taglio economico che verrà applicato sulla pensione sarà anch’esso elevato. Si parte da un minimo di una riduzione del 10 % fino ad arrivare ad un massimo di una riduzione del 40 %. Nel prossimo paragrafo andremo ad elencare in maniera più dettagliata quelle che sono tutte le percentuali di riduzione per ogni fascia di pensione.
Vi è una soglia minima per poter definire una pensione “pensione d’oro” ed è 100.000 euro lordi all’anno. Se infatti una pensione parte da questo importo e / o lo supera, si vedrà applicare i tagli che andremo ad elencare più avanti. Come è ovvio che sia, in proporzione, più aumenta l’entità della pensione e più aumenta il taglio di percentuale che viene fatto alla pensione stessa.
All’interno della circolare emanata dall’INPS il 7 maggio del 2019 sono presenti anche tutte quelle che possono essere considerate le riduzioni e le particolarità per quanto riguarda dei casi specifici. Infatti vi sono anche dei casi eccezionali nei quali, pur essendoci una pensione elevata che potrebbe essere considerata fra quelle che devono essere ridotte in conseguenza del provvedimento, in realtà, la riduzione non viene applicata per varie motivazioni che possono essere diverse fra di loro. In uno dei prossimi paragrafi andremo a prendere in considerazione anche alcune di queste esenzioni specifiche e di queste particolarità che sono presenti all’interno della circolare emanata dall’INPS lo scorso 7 maggio.
All’interno della circolare viene inoltre scritto che questa riduzione di percentuale sulla pensione in questione sarà in vigore a partire dal 2019 per i prossimi cinque anni. Dunque, se si avessero dei numeri precisi alla mano con i quali poter andare a fare dei calcoli, si potrebbe facilmente vedere che verrà tagliata una somma non indifferente di denaro da queste così tanto chiacchierate “pensioni d’oro”.
La circolare in questione inoltre, è composta da una premessa e da quattro paragrafi. In più sono presenti due allegati, in cui sono elencate tutte le leggi ed i procedimenti in base ai quali vengono presi i provvedimenti di cui si parla in merito alle pensioni.
Andiamo adesso a vedere insieme nel prossimo paragrafo le varie riduzioni e le varie soglie applicate sulle pensioni, e poi ne andremo a vedere più avanti alcune fra quelle che sono le eccezioni in merito.
Pensioni d’oro 2019: la soglia minima e le fasce di riduzione percentuale
Come abbiamo detto, dal mese di giugno le pensioni d’oro subiranno un forte taglio. I tagli saranno di differente valenza, a seconda della valenza della pensione stessa. Andiamo ora insieme a vedere di che cosa si tratta esattamente e che percentuale di riduzione avrà ogni fascia economica che verrà colpita da questo nuovo provvedimento normativo. Per le pensioni che oscillano fra i 100.000 euro e i 130.000 euro, quelle in questo caso che sono considerate le più basse, il taglio in questione sarà pari al 15%. Per le pensioni d’oro che invece vanno dai 130.000 euro ai 200.000 si prevede che subiscano un taglio che sia pari al 25%. Per le pensioni che oscillano invece fra i 200.000 euro e i 350.000 euro, la percentuale della riduzione che verrà applicata sarà pari al 30%. Più saliamo di livello e più, come è possibile vedere, aumentano le percentuali dei tagli che verranno applicati. Per una pensione che oscilla infatti fra i 350.000 euro e i 500.000, il taglio sarà pari in questo caso al 35%. Se invece si superano i 500.000 euro, entrando in questo modo nella fascia più alta possibile, il taglio equivarrà al 40%.
Come vediamo dunque le riduzioni possono essere davvero consistenti in alcuni casi. Facciamo adesso insieme qualche esempio per entrare ancor di più nel vivo e nella concretezza di questo provvedimento. Nel caso in cui la pensione di cui parliamo fosse pari a 120.000 euro sappiamo che la riduzione dovrà essere fatta del 15 %, che in questo caso è 18000 euro. La pensione passerà a questo punto da essere pari a 120000 euro ai 102000 euro. Se abbiamo davanti una pensione pari a 160000 euro vediamo invece che la riduzione che si andrebbe a fare sarebbe del 25 %, che in questo caso equivale a 40000 euro, cosa che farebbe passare la pensione al totale complessivo di 120000 euro. Se abbiamo invece davanti una pensione di 250000 euro sappiamo che la riduzione che dovrà essere applicata su questa cifra è del 30 %. In questo caso il 30 % è pari a 70000 euro, che faranno arrivare dunque la pensione ad un totale di 180000 euro. Facendo un altro esempio per salire ancora di più rispetto alla fascia delle pensioni. Se abbiamo una pensione pari a 400000 euro, sappiamo che la riduzione che vedremo applicata sarà del 35 % e quindi in questo caso dovremmo sottrarre dal totale 140000 euro facendo arrivare dunque la pensione ad essere pari a 260000 euro. Un ultimo esempio con delle cifre reali che possiamo andare a fare è quello relativo all’ultima fascia, quella che riguarda le pensioni che superano i 500000 euro. Prendiamo come esempio una pensione pari a 600000 euro. Sappiamo che in questo caso la riduzione che verrà applicata è del 40 % e che, per questa cifra, equivale a 240000 euro. La somma totale che questa pensione raggiungerà in seguito alla riduzione sarà dunque pari a 360000 euro.
Abbiamo dunque visto realmente nella concretezza alcuni tagli che possono essere applicati ed abbiamo notato come le cifre che escono fuori da queste riduzioni siano alte e non indifferenti, almeno certamente per gran parte della popolazione italiana. Possiamo dire più o meno che applicando una riduzione ad una pensione che appartiene ad una fascia, molto probabilmente dopo il taglio che essa si vedrà applicato, farà parte della fascia minore. Ovviamente non è una cosa che vale per tutti quanti in maniera sistematica, ma è un dato che possiamo prendere in considerazione dopo aver visto le cifre che sono uscite fuori dai nostri esempi di tagli applicati su pensioni che sono stati fatti in precedenza.
Nel prossimo paragrafo invece, andremo insieme a prendere in considerazione alcune delle esenzioni che questa specifica circolar prevede per determinate pensioni di alcuni tipi di persone che non devono comunque subire la riduzione seppure dal punto di vista della cifra della pensione che percepiscono ogni anno dovrebbero.
Esenzioni previste per i tagli alle pensioni d’oro 2019
Il provvedimento che riguarda la riduzione delle pensioni d’oro è stato comunicato, come abbiamo detto, in una circolare dell’Inps, all’interno della quale sono elencate anche tutte quelle particolarità che riguardano quelle persone che, pur percependo una pensione che come numero può essere considerata fra le pensioni d’oro, in realtà non sono riducibili secondo questa precisa norma.
Stiamo parlando delle eccezioni. Adesso prenderemo in considerazione insieme alcune delle principali esenzioni da questo provvedimento.
Sono esclusi infatti da questo provvedimento di taglio pensionistico coloro che posseggono la pensione di invalidità. Un’altra esclusione è stata fatta per quelle persone che sono state riconosciute come vittime del dovere. Anche coloro che sono state vittime di terremoti fanno parte di quelle persone che, nel caso in cui percepissero una pensione che fosse superiore ai 100.000 euro lordi all’anno, non se la vedrebbero ridurre a seguito di questo nuovo taglio in cui sono invece coinvolte tutte le altre. Sono escluse da questa nuova normativa anche tutte quelle pensioni di reversibilità.
Ci sono poi delle tipologie specifiche di persone che possono essere escluse, qui ne abbiamo prese adesso in considerazione solamente alcune, ma per qualunque dubbio o insicurezza, o semplicemente se si desidera essere ancora più informati in maniera dettagliata e precisa, è possibile trovare tutto all’interno della circolare emanata dall’INPS il 7 maggio di quest’anno, reperibile molto facilmente grazie ad internet.
Il taglio che verrà applicato sulle pensioni d’oro certamente può infastidire alcuni degli intestatari di queste pensioni, ma d’altro canto, essendo considerate d’oro e per questo motivo molto elevate, forse abbassarle può significare un po’ più di giovamento per l’economia italiana, almeno in parte, poiché quel denaro risparmiato e tagliato potrà essere utilizzato in una maniera che vada in funzione del risollevamento dell’economia di tutti quanti. Almeno questo è quello che ci si può più auspicare.
Classifica pensioni d’oro 2019: le più alte in Italia
In questo paragrafo ci andremo adesso ad occupare della classifica in merito alle pensioni, quali sono quelle più alte e quali lavori comportano delle pensioni medie molto elevate.
Come ci racconta il sito PMI, possiamo vedere che le pensioni più elevate sono quelle che percepiscono coloro che lavorano nel settore pubblico rispetto a coloro che lavorano nel settore privato. I dipendenti pubblici infatti, mediamente, percepiscono un assegno di circa 25.000 euro. I privati invece, lo percepiscono di una cifra pari a 13.000 euro, poco più della metà della cifra precedente. Una differenza dunque notevole. Queste due categorie però, sono calcolate solamente senza prendere in considerazione gli organi istituzionali ed i vitalizi regionali. Se prendessimo infatti in considerazione queste ultime due categorie, la situazione prenderebbe un’altra piega.
Ai vertici della classifica dei lavori con le pensioni medie più elevate, troveremmo i giudici della corte costituzionale. Questi ultimi infatti possono percepire una pensione media che si aggira attorno ai 200.000 euro. Subito dopo di loro invece, è possibile trovare all’interno della classifica i magistrati ordinari, che possono arrivare a percepire una pensione media che si aggira attorno ai 100.000 euro, dunque la metà dei giudici della corte costituzionale.
Per quanto concerne invece le altre categorie di lavoratori, possiamo vedere che quelli che sono indicati come la categoria di professionisti che percepisce una pensione media più elevata rispetto agli altri sono i notai, con una cifra che supera di media i 78.000 euro. Al secondo posto di questa classifica troviamo invece i giornalisti, i quali percepiscono di media una pensione che equivale a più di 52.000 euro. Al terzo posto di questa classifica pensionistica invece troviamo i dirigenti delle aziende, che percepiscono una pensione media pari a poco più di 50.000 euro.
Se invece andiamo a prendere in considerazione la classifica delle pensioni più basse, ci accorgeremmo che all’ultimo posto sono presenti i veterinari. Quest’ultima categoria di lavoratori percepisce infatti una pensione media pari a poco meno di 6.000 euro. Ad un gradino poco più elevato, ad una pensione che supera di poco i 6.000 euro, troviamo al figura professionale dei farmacisti. A sorpresa, al terzultimo posto invece, troviamo la categoria dei medici. Quest’ultimi si trovano a percepire una pensione media pari a poco più di 7.000 euro.
Se invece ci andiamo ad occupare della sezione intermedia della classifica, possiamo prendere in considerazione altre tre categorie di lavoratori che non abbiamo ancora incontrato. Una è quella dei lavoratori nel settore dei trasporti. Questa figura professionale percepisce una pensione media pari a circa 21.600 euro. Subito sotto nella graduatoria delle pensioni medie troviamo invece i dipendenti locali, con una pensione media che arriva quasi a toccare i 20.000 euro. Ancora sotto troviamo invece la categoria degli ingegneri e degli architetti, che percepiscono una pensione media appena sopra i 19.000 euro.
Le categorie dei commercialisti e quella degli avvocati si trovano invece in una posizione abbastanza elevata della classifica, e prevedono rispettivamente delle pensioni medie pari a più di 35000 euro e a più di 27000 euro. La categoria degli artigiani, quella dei consulenti del lavoro e quella dei commercianti, si trovano invece in delle posizioni abbastanza basse della classifica delle pensioni medie. Gli artigiani infatti percepiscono una pensione media che supera di poco gli 11500 euro; i consulenti del lavoro una che ne supera gli 11000; per quanto concerne i commercianti invece, di media, non arrivano neanche a 11000 euro, ma rimangono a poco meno di quella cifra.
Queste sono solamente alcune delle categorie di lavoratori presenti all’interno della classifica, aggiornata all’anno 2017 (sempre dalla fonte del sito PMI), ma ovviamente è possibile trovare anche molte altre categorie di lavoratori.