A Settembre ci sarà la tanto attesa ufficialità dell’impegno del Governo di prorogare l’Opzione Donna fino al 31 Dicembre, ma in questo periodo si fanno sempre più insistenti le voci di coloro che chiedono che uno strumento simile possa essere applicato anche agli uomini, per permettergli di accedere alla pensione anticipata.
Opzione Donna anche per uomini: inviata richiesta a Poletti
L’iniziativa ha già dato vita ad un gruppo su Facebook e pare che siano già state inviate al ministro del Lavoro Poletti le richieste per un’estensione dell’Opzione Donna anche agli uomini. In realtà l’idea di dare la possibilità anche ai lavoratori maschi di richiedere la pensione all’età di 57 anni con 35 anni di contributi non è una novità, visto che se ne era già discusso in Commissione Lavoro alla Camera.
Riforma pensioni: la situazione dei lavoratori precoci
Sempre in ambito di riforma pensioni bisogna sottolineare le giuste lamentele dei lavoratori precoci: quando si parla di flessibilità si fa sempre riferimento alla possibilità di uscire dal mondo del lavoro a partire dai 62 anni d’età, ma per coloro che hanno iniziato a lavorare presto questo limite non può essere adeguato, visto che a quell’età alcuni di essi avranno già versato più di 45 anni di contributi.
Per questo Cesare Damiano ha proposto che per chi ha già accumulato 41 anni di contributi ci debba essere la possibilità di andare in pensione senza penalizzazioni a prescindere dall’età anagrafica. Ma per il momento il Presidente della Commissione Lavoro sembra predicare nel deserto, visto che i rappresentanti dell’Esecutivo non hanno praticamente mai fatto alcun riferimento diretto ai lavoratori precoci.
Dal Governo nessuna novità
L’eventuale estensione a tutti dell’Opzione Donna o l’ipotesi del prestito pensionistico sono soluzioni che non possono piacere a tutti. L’eventuale approvazione di una riforma pensioni con l’introduzione della flessibilità con uscita a partire dai 62 anni farebbe risaltare ancora di più la disparità di trattamento tra i lavoratori. Ma dal Governo è bene che facciano sapere presto come intendono comportarsi: la pazienza dei lavoratori precoci (e non) non può essere infinita.